Fotini Lazaridou-Hatzigoga è un’architetto che collega arte, spazio fisico e collettività. Elaine W. Ho, nasce come designer e nei suoi lavori integra diverse forme di espressione per analizzare la società. Nel 2013 hanno girato un documentario su un’area specifica di Hong Kong, Yaumatei, e su quattro gruppi di attivisti locali che lavorano con la società civile. Il video e l’intervista. Il loro è un cammino per le strade della penisola di Kowloon, che proprio in questi giorni è sotto i riflettori per le proteste contro l’autorità di Pechino. La camera ci fa vedere gli incroci, le persone ed il movimento constante a cui è sottoposta la città, mentre il solo voice over degli attivisti ci fa riflettere su di una realtà politica e sociale ben più complessa.
Avete intervistato diverse realtà attive nell’arte e nel sociale a Hong Kong. Quali punti hanno in comune, hanno una visione o un modo di reagire alla società nella quale vivono?
Il progetto è iniziato alla ricerca dei diversi punti di incontro tra i giovani e la sinistra di Hong Kong, soprattutto puntando l’attenzione sulle realtà di e vicino al quartiere Yaumatei, a Kowloon, dove vivevamo. I punti in comune erano i punti di partenza. Ovviamente è la realtà comune e concreta che queste persone hanno davanti a portare a determinate forme di reazione, poi gruppi differenti prendono direzioni differenti.
Come si differenziano dal movimento Occupy Central? E dalla recente protesta contro le decisioni Pechino sul suffragio universale?
Uno dei gruppi che abbiamo incontrato era formato da attivisti che si erano conosciuti durante il movimento Occupy Central del 2011-2012 (che non c’entra niente con l’attuale versione Pace e amore del movimento). E’ stato uno dei più duraturi movimenti Occupy al mondo, capace di resistere per quasi un anno prima di essere sgomberato da davanti la sede di HSBC. Poco dopo uno degli attivisti ha affittato un locale a Yaumatei, con l’idea di farci uno spazio comunitario e un negozio di seconda mano. Il posto è diventato il punto d’incontro del gruppo, che ha iniziato a lavorare assieme con il nome di Tak Cheong Lane, dal nome della strada dove si trova il locale.
Sono legate ai cambiamenti politici che Hong Kong sta affrontando o hanno una storia più lunga? Potete descrivere alcune delle realtà con cui siete in contatto?
Il gruppo più longevo, Autonomous 8A risale all’inizio degli anni Novanta, attivo soprattutto sul problema della casa, uno di quelli irrisolti a Hong Kong. Un altro gruppo, la Zizek Society, si concentra sulle teorie e sulle posizioni filosofiche di Slavoj Zizek e di Alain Badiou, le usa per analizzare le condizioni di Hong Kong, ma non sono così direttamente attivi politicamente. Gli altri due gruppi con cui abbiamo parlato durante le riprese, Tak Cheong Lane e WooferTen, sono più diretti sulla politica di Hong Kong. Pertanto si muovo e agiscono a seconda di particolari eventi, che sono sempre più legati ai cambiamenti dall’alto in basso instillati da Pechino.
I rapporti con Pechino e con una certa identità cinese risalgono però a prima del 1997. Ad esempio, WooferTen organizza una manifestazione in bici in memoria di Tiananmen. Più di recente hanno aggiunto un messaggio satirico ai dolci per la festa della luna di mezzo autunno: "有 得揀", puoi scegliere Una protesta contro il libro bianco del governo centrale diffuso lo scorso giungo che spiegava agli abitanti di Hong Kong che il suffragio universale non sarebbe stata una «piena autonomia».
Come si relazionano con gli abitanti? Hanno progetti partecipativi? Ci sono attività di base nel distretto?
In sostanza, gli artisti e gli attivisti sono loro stessi abitanti! Il modo con cui si relazionano con gli altri cambia di gruppo in gruppo. I due gruppi che condividono il locale (Tak Cheong Lane e WooferTen) sono quelli più interessati a mischiarsi con gli altri abitanti. Quelli di WooferTen si definiscono uno «spazio artistico comunitario», quindi sono motivati a cercare contatti con tutti, dall’ottantenne specialista in medicina cinese al padrone di casa che coltiva verdure sul tetto.
Di contro Autonomous 8A lavora con la comunità locale su tematiche che vengono specificate di volta in volta. Un messaggio di sinistra, radicale, suscita meno interesse, ma parlare di edilizia pubblica o di diritto alla casa per tutti provoca maggiore interesse e spinge chi è coinvolto a dare la sua opinione. Per un po’ quelli di Tak Cheong Lane hanno lavorato con i migranti senzatetto che occupavano uno spazio pubblico sotto un ponte e per questo si sono fatti molti amici nella comunità nepalese. La Zizek Society è, senza troppe sorprese, quella meno orientata allo spirito di quartiere, perché il punto d’incontro sono i testi di pensatori marxisti, non accessibili a tutti.
Quanti distretti avete visitato queli sono le principali caratteristiche, quando di parla di cambiamenti sociali?
Il nostro viaggio si concentrava su Yaumatei, uno degli ultimi quartieri antichi rimasti a Kowloon. Sebbene l’area stia attraversando rapidi cambiamenti e sia vittima di ogni genere di sviluppo, ci sono ancora piccole attività affiancate a palazzi residenziali e mercati. Quando vivevamo a WooferTen, il quartiere ci era stato descritto come un paradiso per i giovani di sinistra coinvolti nei movimenti sociali. Questo ci ha spinto a interessarci ai vari movimenti Siccome i tragitti nel video sono quelli che seguono i componenti dei gruppi che abbiamo intervistato, la telecamera riprende anche le aree vicine, comprese Prince Edward, Hung Hom (dove si trova i politecnico di Hong Kong) e Mongkok.
Perché avete scelto di non far vedere gli spazi fisici delle realtà che avete intervistato?
Il concetto di movimento è stato un metafora importane in questo lavoro, sia come movimento in un ambiente urbano, sia nel senso di movimento politico, sia come movimento dalle idee individuali all’azione collettiva. Non sono i gruppi in sé al centro del nostro lavoro, ma sono inseriti nel percorso che l’ideologia crea e su cui interviene assieme alle strutture sociali e materiali delle città. Per questo lo consideriamo più un saggio in forma di video che un documentario. E perciò abbiamo deciso di non concentrarci su individui o spazi fisici, ma sull’ambiente urbano attraversato da movimenti e ideologie.
Se guardiamo a questa camminata come a una metafora del futuro della società di Hong kong, potete fare previsioni sui gruppi che avete incontrato?
Mentre Tak Cheong Lane si oppone alla versione Pace e amore di Occupy Central sni da quando ha iniziato a organizzare la manifestazione l’anno passato, il sostegno dato di recente agli studenti è una metafora di un’entità fluida che può portare a cambiamenti. Pensando all’etimologia di metafora, ciò che trasporta, si può ipotizzare che questi movimenti, queste attività e queste scelte di vita possano permettere una maggiore rappresentanza nelle realtà dell’egemonia sociopolitica, suggeriscono un bivio che forse aiuterà a portare la città verso un altro futuro. Il diffondersi dell’occupazione dall’Admirality a Causeway Bay, fino a Mongkok non era prevista dagli organizzatori e ha avuto la solidarietà dei cittadini. Il «transfer» ha provocato il blocco del traffico e del business, ma si spera apra una nuova via per gli abitanti di Hong Kong.
[Foto credit: iwishicoulddescribeittoyoubetter.net/]