Una mini web-serie diffusa su Youtube affronta il tema delle discriminazioni di genere in India in un mix di autoironia e distopia: cosa succederebbe se la società indiana funzionasse precisamente al contrario e gli uomini fossero nei panni delle donne? Dalle violenze sessuali alle sistematiche discriminazioni che le donne indiane subiscono in ogni ambito della vita sociale, l’India continua a rimanere un paese dove essere donna rappresenta un handicap congenito.
Negli ultimi anni però, complice l’orrore dello «stupro di Delhi» che ha bucato il muro dell’omertà della tradizione indiana, la condizione della donna è diventato oggetto di dibattito e tema di prodotti artistici, culturali e satirici.
Man’s World, una web serie diretta da Vikram Gupta, si inserisce nella tendenza sempre più diffusa di affrontare le discriminazioni di genere ricorrendo a stratagemmi fantasiosi, nella speranza di coinvolgere un pubblico quanto più vasto possibile e dare inizio a un cambiamento che, prima che legislativo, deve essere culturale.
Gupta, in cinque puntate da 20 minuti ciascuna (in hindi, sottotitolate in inglese), non ha fatto altro che giocare con la distopia di un mondo «al contrario», immaginando la realizzazione dei desideri di una parte della società patriarcale indiana che lamenta addirittura un presunto «trattamento di favore» riservato alle donne in India. Che, ingrate, non fanno altro che lamentarsi. «Ah, se ci fossimo noi al loro posto…».
Il giovane Kiran, nella finzione, vede il suo desiderio avverarsi e, una mattina, si sveglia non nel corpo di una donna, bensì in un mondo dove i ruoli della società patriarcale sono invertiti e agli uomini spetta un’esistenza subordinata al predominio di una distopica società matriarcale.
Vivendo la quotidianità di una donna tra casa, posto di lavoro, vita notturna e rapporti con le forze dell’ordine, Kiran proverà sulla propria pelle cosa significa, oggi, essere una donna in India.