A fine marzo il Bangladesh ha festeggiato due date importanti per la storia del paese: il centenario della nascita di Sheikh Mujibur Rahman e il 50° anniversario dall’indipendenza. Mujibur Rahman, chiamato anche “Bangabandhu”, letteralmente il padre della patria, ha reso il Bangladesh, allora Pakistan Orientale, indipendente dall’odierno Pakistan nel 1971. C’è da dire che dal punto di vista politico, i festeggiamenti per queste due ricorrenze sono stati sfruttati al meglio dal primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina. Per l’evenienza, infatti, i capi di stato dei paesi vicini si sono recati a Dacca per ricordare la loro amicizia alla premier e a tutti i cittadini bengalesi. Le poche parole estrapolate dagli incontri tra capi di stato lasciano trapelare soltanto alcuni dei prossimi passi di Sheikh Hasina, che sta mettendo in atto una nuova strategia per rafforzare il ruolo del Bangladesh all’interno dell’area indopacifica.
Il 26 e il 27 marzo, il Premier indiano Narendra Modi ha visitato Dacca per ricordare a tutti gli stati amici e non, che l’India e il Bangladesh sono partner inseparabili. L’India rappresenta da sempre il miglior alleato per il paese di Hasina, che ha bisogno del suo supporto per garantire sicurezza, prosperità economica e soprattutto stabilità politica all’interno del territorio. A coronare l’incontro e consolidare ulteriormente questa alleanza, il primo ministro indiano ha deciso di attribuire a Bangabandhu il Gandhi Peace Prize, per la prima volta consegnato postumo. Un segnale chiaro, che si aggiunge alla lunga lista di iniziative che l’India ha già cominciato a realizzare per aiutare e sostenere il Bangladesh in questo difficile momento storico. Quella tra i due paesi è una partnership che si basa sui giovani, sull’innovazione e sulle imprese. A questo proposito, Modi ha invitato 50 imprenditori del Bangladesh a visitare l’India, ha introdotto 1.000 borse di studio per studenti bengalesi in diversi settori, ha regalato 109 ambulanze e ha comunicato l’arrivo imminente di 1,2 milioni di vaccini Made in India. Il paese di Hasina rappresenta infatti il più grande serbatoio del vaccino indiano, dal momento che già 10,2 milioni di cittadini bengalesi ne hanno ricevuto la loro dose. Una relazione già forte ma che intende consolidarsi ancora di più nei prossimi anni. Infatti, sempre a marzo 2021, i due paesi hanno virtualmente inaugurato il Mitali Express, che connette la capitale del Bangladesh Dacca con la città indiana Siliguri in West Bengal, agevolando notevolmente la rotta commerciale tra i due paesi. Questo è solo un indizio di quello che l’India e il Bangladesh hanno in programma, nel quale non mancheranno progetti che faciliteranno le relazioni e il fiorire dei numerosissimi interessi in comune.
L’incontro bengalese con Modi è stata anche un’ottima occasione per parlare della proposta del Bhutan, probabilmente lanciata sul piatto proprio il 23 marzo 2021 durante l’incontro di Hasina con il primo ministro bhutanese Lotay Tshering. Il Bangladesh e il Bhutan sono legati uno all’altro fin da quando il Bhutan si guadagnò la gratitudine eterna del Bangladesh perché fu il primo a riconoscerlo come stato indipendente. Azione che Sheikh Hasina, figlia di Mujibur Rahman, potrà difficilmente dimenticare.
Ora il Bhutan sta escogitando un modo per raggiungere il Bangladesh attraverso l’India, utilizzando linee ferroviarie già esistenti, e sembrerebbe che a Modi sia già stato chiesto il consenso proprio in una questa tournée di incontri amichevoli tra capi di stato. Secondo l’Ambasciata bhutanese a Dacca, una delle potenziali candidate è la linea Haldibari-Chilahati, inaugurata da Modi e Hasina a dicembre 2020. Questa linea ferroviaria lunga 3.5km, chiusa nel 1965 a causa dei conflitti tra India e Bangladesh e riaperta dopo 55 anni, collega Haldibar, in West Bengal, con Chilahati, in Bangladesh.
Per il Bhutan questa nuova rotta rappresenterebbe una svolta e una grande conquista, soprattutto per il commercio che soffre di una pesante tassazione, dell’alto costo dei trasporti e del deperimento dei prodotti alimentari, conseguenza dell’eccessiva lunghezza del tragitto. Ma i punti affrontati da Hasina e Tshering durante l’incontro vanno sicuramente ben oltre la linea ferroviaria. Il Bhutan ha proposto di inaugurare una serie di tratte aree che collegano Syedpur, in Bangladesh, alla cittadina di Geluphu ma, ancora più importante, ha offerto al Bangladesh energia idroelettrica, di cui il paese ha disperatamente bisogno non avendo sorgenti nel territorio. Anche questa alleanza, più discreta e apparentemente meno significativa, inizia a rivelarsi assai interessante. La necessità di agevolare le rotte commerciali tra Bangladesh e Bhutan non arriva a caso, considerando che i due paesi hanno appena firmato il Bhutan-Bangladesh Preferential Trade Agreement a dicembre 2020.
L’unione di tutti questi elementi fanno pensare che Sheikh Hasina voglia entrare a far parte del gioco in maniera attiva, senza per forza rimanere nell’ombra dell’India. Il sogno della prima ministra è un Bangladesh senz’altro indipendente, ma che ricopra un ruolo fondamentale a livello globale e regionale. Ma per fare ciò, è necessario fin da subito concentrarsi sulla crescita economica e sociale del paese. Hasina sta infatti tessendo la sua tela per trasformare il Bangladesh nel cuore dell’Indo-Pacifico e punto di connessione tra tutti i paesi dell’Sud-est asiatico. Una tela fitta, fatta di molti piccoli nodi stretti con antichi e fedeli alleati della regione come il Bhutan, considerati deboli e totalmente sopraffatti dalla grande India.
Nonostante le pressioni indiane affinché il Bangladesh prenda una posizione netta contro la Cina, Hasina rimane fedele e coerente al suo pensiero, che continua ad affiancarla in ogni scelta politica e che ormai la contraddistingue. Il Bangladesh non vuole essere coinvolto nei battibecchi tra le due super potenze, poiché al momento è interessato solamente a crescere e a risanare la sua economia. Per raggiungere questo obiettivo avrà bisogno dell’India come della Cina, che ha già promesso di condividere le sue abilità in campo tecnologico per dare un’accelerata allo sviluppo delle infrastrutture in Bangladesh. Un gioco può darsi pericoloso, ma che per ora sia la Cina che l’India sembrano capire, dal momento che entrambi i paesi hanno interesse nella stabilità e nella ricchezza dell’ex Pakistan Orientale. La strategia politica adottata da Sheikh Hasina, figlia del motto di Mujibur Rahman “Friendship towards all, malice towards none” (Amicizia verso tutti, malizia verso nessuno), potrebbe forse rivelarsi la strada giusta per portare il Bangladesh verso la ricchezza e lo sviluppo economico e sociale, ma soprattutto alla leadership – per niente scontata – nell’Indo-Pacifico, lasciando Cina e India a bocca asciutta.
Di Maria Casadei*
**Laureata magistrale in Lingue e Culture Orientali con specializzazione in hindi e urdu. Attualmente lavora come Content Manager per Myindia.it (https://myindia.it/), un portale che riporta news e articoli di cultura riguardo il sub-continente indiano. Scrive per il Faro di Roma e VeNews, per il quale si occupa delle recensioni di film indiani in concorso alla Biennale di Venezia.