Le vacanze sono finite e da lunedì China Files riprende a pieno ritmo. Prima però facciamo un ripassone del 2011, con le principali notizie e le curiosità cinesi pubblicate l’anno scorso. C’è anche un nuovo video di Crazy Crab!
Apriamo con un video di Crazy Crab, colonna sonora di Cui Jian. A seguire, gli eventi principali del 2011 ripercorsi mese per mese. Buon anno da tutta la redazione di China Files!
GENNAIO
13 gennaio – L’inventore del pinyin compie 105 anni
Zhou Youguang è nato nel 1906 e se il cinese oggi ci spaventa un po’ meno è in gran parte grazie a lui ed al suo team di linguisti che negli anni Cinquanta si inventarono il metodo per rappresentare foneticamente i caratteri cinesi, il pinyin.
19 gennaio – Hu Jintao in USA
Il presidente cinese Hu Jintao in visita ufficiale negli USA incontra il presidente americano Barack Obama, anticipato da uno spot pagato dal governo cinese trasmesso sul mega schermo di Times Square.
In agenda: il dossier Corea del Nord, ma soprattutto le questioni economiche. Nei mesi precedenti Pechino e Washington si sono ripetutamente scontrate su temi come l’apprezzamento dello yuan, il ruolo del dollaro, e l’enorme surplus commerciale che la Cina vanta nei confronti degli Stati Uniti.
FEBBRAIO
2 febbraio – La rabbia del web per il caso Li Gang
Nel mese di ottobre Li Qiming investe due studentesse poco più che ventenni. Una muore sul colpo, l’altra è ferita e il 23enne cerca di fuggire. Placcato da alcuni passanti, si difende urlando “Wo baba shi Li Gang”, mio padre è Li Gang, riferendosi all’autorità del padre, vice direttore della stazione di polizia di Baoding, luogo dell’incidente.
La frase diventa subito sinonimo dell’impunità dei giovani rampolli cinesi e per mesi viene rilanciata sul web da netizen infuriati. Il 30 gennaio la condanna, di cui si ha notizia : 6 anni per omicidio colposo.
I netizen ricominciano a far ribollire la rete cinese di urlando allo scandalo ed auspicando invece la pena di morte per il figlio di papà. Il caso Li Gang inaugura una stagione di processi sommari via internet, segnando la presenza sempre più preponderante degli utenti cinesi negli scandali nazionali, ad esempio il caso Yao Jiaxin e la terribile vicenda della piccola Yue Yue, investita da due camion ed ignorata da 18 passanti .
3 febbraio – Capodanno cinese sulle rotaie
E’ la festa di primavera, Chunjie, 春节, e la Cina festeggia l’inizio dell’anno del Coniglio. Si sparano botti, ci si diverte ma soprattutto si cerca di tornare a casa per festeggiare con la propria famiglia. E’ l’incubo dei lavoratori migranti, che ogni anno per Chunjie intasano i mezzi di trasporto della rete cinese, specie il treno. Antonio Celesia ha viaggiato con loro e ce lo ha raccontato con un foto reportage.
20 febbraio- Gelsomini cinesi?
Sull’onda della rivolta egiziana, il 17 e il 18 febbraio compaiono degli appelli anonimi pubblicati su un sito americano in mandarino. Invitano la popolazione a scendere in piazza ed emulare le gesta dei giovani che in medioriente stanno lottando per i loro diritti. Primo appuntamento fissato a Wangfujing, via dello shopping di Pechino, per il 20 febbraio. Anche noi ci presentiamo puntuali, ma la mattina la via risulterà chiusa al traffico e presidiata da centinaia di poliziotti in borghese.
Tutto si risolve in un nulla di fatto e stesso copione verrà messo in scena la domenica seguente anche a Shanghai. Assieme al dispiegamento di forze armate nei punti nevralgici del Paese, i media cinesi e il governo agiscono in completa sinergia: la censura cala sulle parole sensibili della rivoluzione (oscurate le ricerche contenenti il termine “gelsomino”) e la propaganda inaugura una battaglia contro le “false notizie” che circolano nel web, richiamando la popolazione ad una maggiore fiducia nei mezzi d’informazione tradizionali. Di fatto la sperata rivoluzione si manifesta su due piani: quello reale e quello virtuale. Contestualmente, spariscono decine di dissidenti.
A China Files ci siamo chiesti quanto fosse opportuno affibbiare l’etichetta di Rivoluzione a un tentativo del genere.
MARZO
3 marzo- Le “due sessioni”
Il 3 marzo si aprono in Cina le “due sessioni”, tra gli appuntamenti politici più importanti dell’anno: la riunione della Conferenza Politica Consultivae il meeting dell’Assemblea Nazionale del Popolo. Si approva ufficialmente il Dodicesimo piano quinquennale (2011-2015), incentrato su una crescita controllata ed inclusiva, così da coinvolgere una grossa fetta della popolazione alla spartizione del benessere creato dall’economica cinese.
“Felicità e un portafogli più gonfio”, titolano i giornali, anche per allontanare il più in fretta possibile lo spettro della Rivoluzione dei Gelsomini, che durante la prima settimana di marzo si rivelerà un buco nell’acqua.
10 marzo – Il Dalai Lama si dimette
Il Dalai Lama annuncia di volersi dimettere e rinunciare a ogni ruolo politico. Lo chiede al governo tibetano in esilio che, a metà marzo, si riunisce e modifica la costituzione liberando la guida spirituale da ogni investitura politica.
L’annuncio fa il giro del mondo ma Pechino non è comunque soddisfatta: “Il Dalai Lama sta prendendo in giro il mondo intero” dice Zhongnanhai, insistendo sulla missione che il Dalai Lama starebbe perseguendo sin dalla sua fuga in India del 1959: dividere la Repubblica popolare cinese.
Con l’uscita di scena del Dalai Lama dalla vita politica del Tibet, almeno ufficialmente, vengono a galla anche le contraddizioni in seno al movimento indipendentista tibetano, diviso tra modernisti e conservatoristi religiosi legati a Lobsang Sangay, nuovo leader del governo tibetano in esilio.
11 marzo – Effetto Fukushima
Il terremoto dell’undici marzo in Giappone scuote anche la Repubblica popolare, che entra nel panico radiazioni. Si registrano nel Paese assalti ai supermercati per accaparrarsi scorte di sale, reazione istintiva alla notizia che lo iodio può aiutare in caso di radiazioni.
Immediatamente Pechino invia aiuti in Giappone, nonostante gli attriti storici tra i due Paesi, e nei giorni seguenti, mentre la situazione a Fukushima peggiora di ora in ora, tutti i cittadini cinesi nelle zone a rischio vengono fatti rimpatriare ed i progetti di centrali nucleari in territorio cinese vengono messi in standby.
23 marzo – Libia e Cina
La situazione libica peggiora, e per tutto il mese la Cina invita i ribelli e il governo di Tripoli a trovare una soluzione pacifica. Pechino critica duramente l’intromissione dei paesi stranieri in quelli che considera affari interni della Libia.
APRILE
3 aprile – Iniziano i problemi di Ai Weiwei
Il 3 aprile Ai Weiwei si trova all’aeroporto di Pechino, pronto per imbarcarsi su un volo diretto ad Hong Kong. L’artista dissidente non fa nemmeno in tempo a passare i controlli; sparisce nel nulla.
La scomparsa allarma subito l’opinione pubblica mondiale e, dopo pochi giorni, le richieste di liberazione si moltiplicano, dagli Stati Uniti all’Europa. La Cina, come prassi, rimanda le accuse di violazione dei diritti umani al mittente.
Il 14 aprile il governo cinese formalizza ufficialmente l’accusa di frode fiscale ai danni di Ai Weiwei – lo dice però un giornale di Hong Kong, nessuna conferenza stampa – del quale ancora non si hanno notizie. La figura dell’architetto viene demolita dai portavoce del governo e dagli editorialisti delle principali testate cinesi, additandolo come un evasore, pornomane e minaccia per la sicurezza dello stato. Sarà liberato solo 81 giorni dopo la sua scomparsa.
14 aprile – Bellezza e libertà, una traduzione inedita
Cecilia Attanasio Ghezzi ed Edoardo Gagliardi traducono la tesi di laurea di Liu Xiaobo, dissidente insignito del premio Nobel per la Pace nel 2010 e ancora oggi rinchiuso nelle carceri della Repubblica popolare. La traduzione in italiano sarà pubblicata su Saturno, l’inserto culturale del Fatto Quotidiano.
MAGGIO
2 maggio- Morte Bin Laden, uno sviluppo positivo
Osama Bin Laden viene freddato in un blitz ad Abbottabad (Pakistan) e il giorno seguente la Cina definisce la morte del leader di al-Qaeda “uno sviluppo positivo” nella lotta al terrore internazionale. Chiaro il riferimento ai movimenti separatisti uighuri in Xinjiang, accusati da Pechino di godere del sostegno e del supporto di organizzazioni terroristiche internazionali.
11 maggio – L’inflazione galoppante
Secondo i dati ufficiali, ad aprile il costo della vita in Cina è aumentato del 5.3%. Il punto della situazione.
26 maggio – Mongolia Interna in rivolta
Mergen, un pastore di etnia mongola, il 10 maggio viene investito e trascinato per 150 metri da un camion carico di carbone, guidato da un cinese di etnia han. E’ la miccia che fa esplodere l’odio etnico in una delle regioni più a rischio del nord della Repubblica popolare, dove come in Xinjiang ed in Tibet, la questione razziale si intreccia con sviluppo, difesa del patrimonio culturale e delle tradizioni locali. Mergen stava infatti bloccando la strada per cercare di salvare i pascoli dallo sviluppo coatto imposto da Pechino.
Il Partito corre subito ai ripari ed annuncia di aver arrestato i due presunti omicidi (autista ed accompagnatore), ma la furia mongola non si placa: i mongoli scendono in piazza e si scontrano ripetutamente con la polizia. Il governo centrale è obbligato ad imporre la legge marziale per non far degenerare la situazione.
Anche gli studenti si uniscono alle proteste e a fine mese i media cinesi parleranno di “conflitti sociali in aumento in tutta la Cina”, sempre indicando le “forze esterne” come mandanti morali o ispiratori di instabilità.
30 maggio – Bombaroli in azione
Il clima si surriscalda a macchia d’olio in Cina: dopo i moti mongoli si verificano attentati anche in Gansu e in Jiangxi. Vengono presi di mira edifici simbolo del potere quali municipi e banche, in un’escalation di esasperazione che percorre verticalmente la stratificata società cinese, dai pastori agli impiegati di banca.
GIUGNO
4 giugno – Xi Jinping a Roma
Il futuro Presidente cinese in visita in Italia, tra incontri con il Presidente Napolitano, il premier Berlusconi e accordi economico-politici tra Italia e Cina, tra i quali l’appoggio alle istanze cinesi circa la revoca dell’embargo imposto a Pechino sulla vendita di armi all’indomani del 4 giugno ’89.
6 giugno- Roland Garros a Li Na
La tennista cinese entra definitivamente nella storia, battendo l’italiana Francesca Schiavone alla finale del Roland Garros a Parigi e portando per la prima volta il trofeo nella Repubblica popolare. Il tennis non è uno degli sport preferiti dei cinesi, ma si spera che la vittoria di Li Na possa cambiare le cose. I numeri, d’altronde, sono dalla sua: 2 milioni di iscritti al suo Weibo nel giro di poche ore e 10 milioni incollati alla tv a seguire la finalissima.
10 giugno – Risiko nel mar cinese meridionale
Il ministero degli Esteri vietnamita denuncia una nuova violazione della sovranità territoriale nel Mar Cinese Meridionale, ma Pechino rispedisce le accuse al mittente.
13 giugno – Operai in rivolta
La stagione di proteste dei lavoratori cinesi tocca il Guangdong, locomotiva del miracolo industriale cinese. Iniziano a Zengcheng, scontrandosi con la polizia per quattro notti di seguito, emulando gli operai di Lichuan (Hebei) scesi in piazza pochi giorni prima.
E’ l’inizio della "primavera calda cinese", costellata di proteste ed attentati che toccheranno grosso modo tutto il Paese, tutti accomunati dallo stesso denominatore comune: i cinesi vogliono migliori condizioni di lavoro, salari più adeguati e uno sviluppo umanamente sostenibile. Verso la fine del mese le proteste si trasformeranno in scioperi. Solo a Canton, il 20 giugno, 4000 lavoratori incroceranno le braccia per tre giorni.
22 giugno – Liberato Ai Weiwei
Dopo 81 giorni di prigionia il dissidente ricompare dal nulla. Racconta di aver fatto un patto con le autorità per la sua liberazione, in cambio del silenzio. La rete cinese festeggia il ritorno alla libertà di Ai Weiwei con un fiume di tweet: noi ne abbiamo selezionati un po’.
27 giugno – Il debito delle amministrazioni locali
Il governo diffonde una stima ufficiale sul livello di indebitamento delle amministrazioni locali, che si aggirerebbe intorno ai 10mila miliardi di yuan. Il debito locale diventa sempre più un tema centrale, e si temono gli effetti sulle banche.
LUGLIO
1 luglio – 90 anni di Pcc
Si celebrano i novant’anni dalla fondazione del Partito comunista cinese: China Files, in collaborazione con Agichina24, esce con uno speciale. Il Pcc è la più grande macchina politica al mondo (80 milioni di iscritti) e le celebrazioni sono incentrate sul ruolo fondamentale che il Partito ha avuto nel portare al successo una Cina un tempo ricordata come "il grande malato d’Asia".
Durante la cerimonia ufficiale a Pechino è presente tutto l’establishment del Partito, tranne Jiang Zemin. Nei giorni seguenti una televisione di Hong Kong lancerà lo scoop: Jiang Zemin è morto! La notizia si rivelerà una bufala.
18 luglio – Scontri in Xinjiang
Ancora disordini nella provincia dello Xinjiang, a maggioranza musulmana. A Hotan un gruppo di uighuri assalta una centrale della polizia. Il governo conta 4 morti e 16 feriti, le organizzazioni uighure in esilio parlano di 12 morti e decine di feriti bastonati dalla polizia.
La violenza raggiungerà l’apice alla fine del mese quando a Kashgar si verificheranno nel giro di un weekend due violenti attacchi distinti, con autobombe, bombe e assalti all’arma bianca contro passanti inermi han.
19 luglio – Frattini in Cina
Obiettivo numero uno per il ministro degli Esteri: rassicurare la Cina sulla stabilità del Sistema Italia (fa un po’ ridere dirlo ora, ma all’epoca era così).
21 luglio – A Bohai c’è un problema
La fuoriuscita di petrolio nella baia di Bohai, nella Cina nord orientale, prosegue senza sosta da oltre un mese. Un disastro ambientale tenuto nascosto dalle autorità fin dalla fine di giugno. A fine luglio la chiazza di petrolio misurerà 4200 kmq, quattro volte la superficie della città di Roma.
23 luglio – Disastro ferroviario a Wenzhou
Il 23 luglio due treni ad alta velocità si scontrano all’altezza di Wenzhou (Zhejiang). Muoiono 40 persone e i feriti sfiorano le due centinaia.
La tragedia colpisce molto l’opinione pubblica cinese, fioccano le critiche sul web contro uno sviluppo troppo veloce e contro le ricostruzioni delle autorità sulla dinamica dello scontro. Il 29 luglio il premier Wen Jiabao si reca sul luogo dell’incidente, rassicurando la popolazione sulla determinazione con la quale si cercheranno cause e responsabili.
I parenti delle vittime sono infuriati, esigono la verità e chiedono al governo un risarcimento adeguato. Le cause saranno individuate ufficialmente nel mese di novembre: "cattiva manutenzione". Wenzhou è solo l’ultimo episodio di una serie di scandali che hanno coinvolto le ferrovie cinesi nel 2011, dall’arresto del ministro Liu Zhijun di febbraio per corruzione alla scoperta di un maxi giro di mazzette attorno alla gestione delle infrastrutture del Ministero
AGOSTO
2 agosto – Il ritorno di Ai Weiwei
Ai Weiwei rompe ufficialmente il silenzio, rilasciando un’intervista al quotidiano Apple Daily in cui descrive nel dettaglio i suoi 81 giorni di prigionia.
6 agosto – Supercoppa Italiana a Pechino
Milan e Inter si sfidano allo Stadio dei Lavoratori per la seconda edizione della Supercoppa Italiana organizzata in Cina.
SETTEMBRE
1 settembre – Ambientalisti contro Apple
Ancora problemi per la Apple in Cina: ong ambientaliste denunciano i fornitori dell’azienda di Cupertino di inquinare le zone limitrofe agli stabilimenti principali. E’ solo l’ultimo grattacapo per Apple, dopo il fiorire di finti Apple store in Yunnan e lo scandalo Foxconn del 2010.
7 settembre – La Cina, la Libia e le armi
La Cina viene accusata di aver venduto armi al regime libico, contravvenendo alle sanzioni delle Nazioni Unite. Pechino nega tutto e pochi giorni dopo riconosce ufficialmente il Consiglio di transizione nazionale libico, preparandosi a tornare a fare affari con lo stato nordafricano.
15 settembre – La Cina è un’economia di mercato
Il primo ministro cinese Wen Jiabao chiede che l’Europa riconosca alla Cina lo status di economia di mercato.
23 settembre – Inizia la rivolta a Wukan
I contadini di Wukan, anonimo villaggio del Guangdong, iniziano a protestare in massa per l’esproprio delle proprie terre portato avanti illegalmente dall’amministrazione locale. Il Partito è convinto di riuscire a mantenere il controllo della situazione, ma nei mesi successivi sarà inesorabilmente sbugiardato dalla tenacia degli abitanti di Wukan, protagonisti di una vittoria per certi versi storica.
29 settembre – Nuovo attacco della Casa Bianca allo yuan
Washington dichiara che la moneta cinese è “sostanzialmente sottostimata”. Pechino invita nuovamente gli Usa a “non politicizzare le questioni economiche e commerciali”.
OTTOBRE
7 ottobre – Dal Nobel al salmone
Furiosa per il Premio Nobel assegnato un anno fa al "dissidente" cinese Liu Xiaobo, Pechino ha preso di mira l’industria del salmone norvegese colpendo in modo drastico le esportazioni del paese nord europeo. In un anno le importazioni di salmone norvegese sono dimezzate.
10 ottobre – 100 anni di Repubblica
Il 10 ottobre 1911 finisce l’era imperiale cinese e si instaura la Repubblica. Sun Yatsen è acclamato sia dalla Cina che da Taiwan come padre della patria e il centenario rappresenta un’ottima occasione per chiedere, di nuovo, la riunificazione dei due paesi.
12 ottobre – Prime vittorie per i candidati indipendenti in Guangdong
Due candidati indipendenti sono stati eletti al Congresso del popolo distrettuale nel Guangdong. “Si tratta del primo successo di candidati indipendenti in un anno in cui gli indipendenti si sono presentati in un numero senza precedenti nella storia elettorale cinese”, scrive il South China Mourning Post.
19 ottobre – Plenum PCC, sicurezza culturale e soft power
Il 19 ottobre si chiude il Plenum del Pcc, la maxi riunione dei 400 delegati a rappresentare il Congresso Nazionale del Pcc durante tre giorni di colloqui a porte chiuse. Le parole d’ordine per il 2012 saranno "sicurezza culturale", ovvero esercitare maggiore controllo sulle informazioni e sulla libertà d’espressione in vigore nel Paese (con attenzione particolari ai nuovi media), e "soft power", aumentare l’influenza della Cina all’estero attraverso un incremento dell’influenza della cultura cinese.
25 ottobre – La rete ci mette la faccia per Chen Guangcheng
Chen Guangcheng è un attivista per i diritti umani di umili origini: cieco dal compimento del primo anno di vita, ha continuato a battersi prima per il suo diritto allo studio e poi, laureatosi in medicina e tornato al suo villaggio nello Shandong, per i diritti dei più deboli.
Dopo aver guidato una class action contro l’amministrazione locale rea di aver obbligato molte donne della municipalità di Linyi all’aborto o alla sterilizzazione forzata, pratica oggi illegale in Cina, viene messo in prigione e condannato a 4 anni e tre mesi.
Chen sconta la pena ma uscito dal carcere non ottiene la libertà: viene invece confinato, senza alcuna ragione legale, agli arresti domiciliari. La rete protesta vigorosamente, stavolta mettendoci – letteralmente – la faccia.
NOVEMBRE
7 novembre – Il fisco contro Ai Weiwei
Continua la battaglia tra il governo cinese e l’architetto ideatore del Nido d’Uccello. L’agenzia delle entrate cinese condanna Ai Weiwei al pagamento di imposte non versate per un valore di 15 milioni di yuan, circa 1,7 milioni di euro. Ad Ai Weiwei non è permesso rispondere alle accuse in tribunale senza aver pagato prima una sorta di "deposito" (unicum nel diritto cinese), così il dissidente decide di appellarsi alla rete per chiedere un sostegno economico temporaneo.
Inizia ad arrivare denaro da ogni angolo del mondo tramite bonifici e addirittura esigue somme lanciate su aeroplanini di carta oltre il cancello della residenza dell’artista. Il Global Times bollerà queste donazioni come "illegali", ma Ai Weiwei riuscirà a pagare la somma pattuita per poter ricorrere in appello entro la scadenza imposta dalle autorità. Al momento del pagamento Ai Weiwei dichiarerà: "Ho pagato il mio riscatto".
10 novembre – Aziende statali indagate per posizione dominante
Per la prima volta dal 2008, quando è stata introdotta la legge contro i monopoli in Cina, si indaga su due aziende statali (prima si era sempre trattato di casi di joint venture): China Telecom e China Unicom. Sono sospettate di avere approfittato della propria posizione dominante sul mercato della banda larga.
14 novembre – Il destino del maestro di spada sbarca in Italia
E’ la prima fiction cinese trasmessa su un canale italiano. Babel Tv porta sul satellite una serie tv “cappa e spada” e a China Files ne abbiamo approfittato per raccontare un po’ l’universo televisivo cinese.
15 novembre – Gli 80 anni di Xinhua
Xinhua impiega più di 10mila persone, ha 31 uffici in Cina (uno in ogni provincia più uno militare) e 107 uffici di corrispondenza sparsi per il mondo. La storia di quest’agenzia, dalla propaganda di Partito alla conquista dell’opinione pubblica occidentale. Il confronto con al Jazeera.
18 novembre – Giù le mani dal Mar Cinese Meridionale
Da mesi la Cina lotta su più fronti per la questione territoriale del Mar Cinese Meridionale. Le isole Spratly, ricche di gas naturale e petrolio, sono contese da Filippine, Vietnam, Taiwan, Malesia, Brunei e Cina. Le acque territoriali limitrofe sono state teatro nei mesi scorsi di minacce tra imbarcazioni cinesi, filippine e vietnamite.
Durante la riunione dell’ASEAN, Wen Jiabao chiarisce che la questione dovrà essere risolta tramite un dialogo amichevole tra le parti in causa, senza interferenze straniere. Messaggio rivolto agli Stati Uniti, che spingono per una risoluzione multilaterale in seno all’Onu e che nei mesi precedenti hanno intensificato la loro presenza militare nella zona.
19 novembre – La crisi del modello Guangdong
Il South China Morning Post analizza la crisi che sta attraversando la provincia meridionale cinese simbolo del boom economico. Gli operai protestano ed incrociano le braccia sempre più spesso, chiedendo un adeguamento degli stipendi e condizioni di lavoro migliori. China Labour Bullettin, una ong di Hong Kong, concede un’intervista esclusiva a China Files, spiegandoci le caratteristiche degli scioperi dell’ultimo anno.
22 novembre- I successi della lotta alla povertà
La Cina rilascia il libro bianco sulla lotta alla povertà. I numeri sono impressionanti: l’equivalente dell’intera popolazione della Francia è uscita dalla povertà in soli dieci anni.
28 novembre – Come arriva la Cina a Durban?
I grandi della terra si incontrano a Durban per parlare di effetto serra, protocollo di Kyoto e nuove strategie per salvare il pianeta. La Cina si presenta all’appuntamento dopo una profonda rivoluzione verde del Paese.
DICEMBRE
1 dicembre- Come se la cava la Cina con la lotta all’AIDS
1 dicembre, giornata mondiale per la lotta all’aids. La Cina affronta la malattia dopo decenni di silenzi, morti e scarsa informazione. Secondo un recente rapporto del Ministero della Salute, dell’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unaids, il numero di malati potrebbe arrivare a 780mila entro la fine del 2011.
5 dicembre – Chi sono i leader del futuro cinese?
I principini alla riscossa: tra cronache mondane e battaglie sotterranee i figli dei figli dei Padri della Rivoluzione bussano alla porta del potere cinese.
8 dicembre – La Cina alza la voce sul Mar Cinese Meridionale
La questione del Mar Cinese Meridionale si ingigantisce di giorno in giorno. Il presidente cinese Hu Jintao ha parlato alla potente commissione militare centrale. Il suo discorso, in sintesi, è quello di preparsi a una guerra.
11 dicembre – 10 anni di WTO
La Cina celebra il decimo anniversario dal suo ingresso nell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
12 dicembre – Il Lama alla sbarra. Un giallo himalayano.
Spiritualità, giochi di potere, spionaggio e movimenti di denaro. La terza figura in ordine d’importanza del buddhismo tibetano, il Karmapa Lama, è stata incriminata in India per possesso illegale di valuta, in gran parte cinese.
13 dicembre – La rivolta di Wukan
Xue Jinbo, portavoce della comunità di Wukan in trattativa con l’amministrazione locale per compensazioni e ritorno delle terre espropriate ai contadini, viene catturato dalle forze dell’ordine e muore misteriosamente in carcere. Il corpo è tumefatto dalle percosse, ma la polizia nega le violenze.
E’ la goccia che fa traboccare il vaso: gli abitanti di Wukan protestano con rinnovato vigore e si scontrano contro gli agenti in assetto anti sommossa, ingaggiando una vera e propria guerra urbana. Wukan, contro ogni pronostico, riesce a mettere in scacco il governo centrale, organizzandosi provvisoriamente con un auto governo che non ha precedenti storici nella Repubblica popolare.
Col coltello dalla parte del manico, ora i rappresentanti di Wukan ingaggiano una nuova trattativa con i rappresentanti del Partito, chiedendo la liberazione immediata di tutti i manifestanti fermati durante la protesta.
La ottengono il 21 dicembre, assieme all’apertura di due commissioni d’inchiesta: una per fare chiarezza sulla morte di Xue Jinbo e una sulle requisizioni illegali portate avanti da funzionari corrotti locali. Solo allora i manifestanti sospenderanno lo stato di agitazione permanente.