I nordcoreani provocano ancora: lanciato un altro razzo

In by Gabriele Battaglia

La Corea del Nord ha lanciato un altro razzo in spregio alle risoluzioni Onu. Per Pyongyang si tratta di un satellite. Usa, Giappone e Corea del Sud hanno condannato la provocazione. Anche Pechino si dice rammaricata. Intanto è stato convocato con urgenza il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo schema si ripete: test atomico e poi missilistico. A volte l’ordine è invertito. Contravvenendo alle risoluzioni Onu, la Corea del Nord ha effettuato il lancio in orbita di un satellite, considerato dalla comunità internazionale un test missilistico a lungo raggio mascherato. Secondo quanto riportato dalle Forze armate sudcoreane, un oggetto è stato effettivamente messo in orbita. Ma, riferisce un parlamentare conservatore, citando fonti dell’intelligence di Seul, si tratta di un oggetto «inutile» per fungere da satellite.

Per il regime il lancio del Kwangmyongsong-4, la cui traiettoria ha sorvolato l’isola giapponese di Okinawa, è stato un successo, come già avvenne nell’autunno del 2012. Questa volta però il razzo avrebbe una gittata superiore alla precedente e sarebbe il segnale dei progressi nordcoreani nel proprio programma balistico, con l’obiettivo di armare i missili con testate nucleari.  

L’agenzia di Stato Kcna ha rilanciato un fermo immagine di un razzo e immagini del giovane leader Kim Jong Un acclamato da ufficiali dell’esercito in quella che sembra una stanza di comando. All’inizio di febbraio il regime aveva comunicato all’Organizzazione marittima internazionale l’intenzione di lanciare un satellite in orbita tra l’8 e il 25 febbraio. Ieri aveva poi notificato l’anticipazione della finestra tra il 7 e il 14, probabilmente per ragioni metereologiche, anche se non sfugge la decisione di procedere con il test alla vigilia del Capodanno lunare (e nella giornata del Super Bowl di football americano, tra gli eventi sportivi più seguiti al mondo, fa notare l’agenzia sudcoreana Yonhap).

La reazione dei Paesi limitrofi e della comunità internazionale è stata invece di condanna. Ancora una volta Pyongyang è venuta meno agli obblighi imposti dalle risoluzioni Onu che vietano test atomici e balistici e lo ha fatto quando è trascorso un mese dal presunto esperimento termonucleare dello scorso 6 gennaio. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che stava già lavorando a una risoluzione di condanna per l’ultimo esperimento atomico , è stato convocato per le 17 ora italiana.

La presidentessa sudcoreana, Park Geun-hye, ha parlato di «provocazione inaccettabile» e chiesto di imporre al più presto dure sanzioni contro il regime. Sulla stessa linea il premier nipponico Shinzo Abe. La Cina, considerata la principale sponda internazionale dei nordcoreani, si è detta rammaricata. L’ennesima provocazione di Kim e dei suoi generali rischia infatti di mettere nuova pressione a Pechino, chiamata da più parti a porre un freno ai colpi di testa nordcoreani, il cui atteggiamento nei confronti dell’alleato non aiuta.

Non può ad esempio sfuggire che la notifica del lancio è stata depositata negli stessi giorni in cui l’inviato speciale di Pechino per la questione nucleare si trovava in visita a Pyongyang e mentre lo stesso presidente Xi Jinping esortava tutte le parti a darsi una calmata. Con due distinti commenti, l’agenzia cinese Xinhua a ricordato i probabili «sviluppi negativi» delle mosse nordcoreane. «L’escalation senza fine aumenta il rischi di tensioni e scontri e potrebbero anche sfociare in una guerra», si legge in uno dei articoli.

A Pechino si guarda in particolare al possibile dispiegamento in Corea del Sud del sistema di difesa statunitense anti-missilistica Thaad, osteggiato sia dai cinesi sia dai russi. Il nuovo lancio effettuato dai nordcoreani ha infatti convinto Washington e Seul ad accelerare e a stretto giro è arrivato l’accordo per l’avvio dei negoziati.