Siamo ufficialmente abitanti del villaggio di Bollophur, periferia di Santiniketan, periferia di Bolpur, a tre ore da Calcutta, Bengala Occidentale. Questi sono i nostri diari.
E’ la mattina della riconferma di Obama. O meglio, lo so ora a posteriori, ma per me quella era la mattina in cui mi sarei piazzato davanti al televisore, sintonizzato su Bbc o Cnn grazie ai potenti mezzi del satellite Tata Sky, ed avrei seguito gli exit poll come Dio comanda.
Accendo tutto e, contro ogni pronostico basato sull’ottimo stato di salute del segnale la sera prima, c’è solo schermo blu. No signal, prova a spegnere e riaccendere. Provo, niente.
Salgo sul tetto a dare una manata alla padella Tata Sky – che aveva minacciato di abbandonarmi solo in un altro momento cruciale del mio soggiorno indiano, finale europei con la Spagna – ma niente, no signal.
Improperi iniziano già a riempire la stanza mentre mi immagino tristemente davanti al televisore spento mentre la Storia viene trasmessa live in tutto il globo. Mi collego allora al sito di Tata Sky, dove si può addirittura aprire una chat istantanea col servizio clienti, un’opzione che mi solleva sempre molto, evitandomi il confronto vocale con l’hinglish o, peggio, col bangla.
La signorina della chat, oltre a scrivermi sempre "sir", prova a fare quello che può ma niente, non c’è segnale. Mi chiede se voglio fissare un appuntamento con un tecnico Tata Sky e io penso sì, come no, magari faccio tempo a vedermi l’apertura delle prossime olimpiadi di Rio.
E invece il Supremo aveva in serbo un’amara lezione per il diffidente sottoscritto. Tempo dieci minuti – DIECI MINUTI! In tempi bengalesi è come dire "In un Amen", o meglio, "In un Jay Guru" – mi si presenta davanti al cancello il tecnico Tata Sky, super sprint, con la sua borsetta degli attrezzi e il suo baffetto da giovane indiano.
Entra spavaldo in casa, sicuro di sè, tocca un po’ i fili dietro il decoder: non cambia nulla, ma lui sa cosa fare. Sale sul tetto e dopo pochi secondi ricompare il segnale all’80 per cento. Io sono pronto ad abbracciarlo, baciarlo, offrire chai o caffé, ma lui è un tecnico Tata Sky in servizio, ha una missione da compiere: dimostrare al mondo che anche in India un servizio clienti può essere efficiente.
"Firma qui, qui e qui, bene, grazie e arrivederci". E in un lampo non c’è più, io sto vedendo gli exit poll dell’Ohio e un po’ mi commuovo a vedere come potrebbe essere, ma purtroppo non è, l’India dove vivo.