Per la prima volta dal 1990 a Hong Kong sono state vietate le manifestazioni in ricordo dei fatti del 1989 in Cina. Nonostante i divieti, però, la popolazione di Hong Kong ha superato le barriere, anche fisiche, dando vita al consueto ricordo a lume di candela. Si tratta di una lunga tradizione che va avanti da trent’anni, complice anche la fuga nell’ex colonia di molti dei protagonisti delle proteste in Cina culminate nella repressione di studenti e operai in tante città cinesi.
L’OCCASIONE, però, si inserisce all’interno di uno scontro tra Stati uniti e Cina nel quale Hong Kong si trova in mezzo, suo malgrado.
Ieri il Consiglio legislativo, per altro, come riportato da Agenzia Nova, ha approvato il disegno di legge che criminalizza il vilipendio dell’inno nazionale cinese.
Secondo il quotidiano South China Morning Post, il disegno di legge è stato approvato con 41 voti a favore e uno contrario. Il disegno di legge potrebbe punire coloro che insultano l’inno cinese con il carcere fino a tre anni o con multe fino a 6 mila dollari.
Dopo l’approvazione del «parlamento» cinese della legge sulla sicurezza nazionale Hong Kong è ormai avviata a una nuova vita: dalla teoria di «un paese due sistemi» si sta procedendo ormai a fare dell’ex colonia una città cinese a tutti gli effetti.
E SULLA DECISIONE si inserisce naturalmente lo scontro con gli Stati uniti che prosegue e nei giorni scorsi ha raggiunto toni accesissimi con proposte che se approvate muteranno per sempre anche lo scenario del confronto tra Pechino e Washington. Il governo americano ha infatti minacciato di impedire alle compagnie aeree della Cina continentale di volare da e verso gli Stati uniti a partire dal 16 giugno, affermando che Pechino non ha approvato la ripresa delle rotte da parte delle compagnie statunitensi.
La notizia è stata riportata dal Wall Street Journal che ha sottolineato come alcune compagnie aeree statunitensi abbiano cercato di riprendere il servizio in Cina questo mese, dopo aver sospeso il loro volo all’inizio di quest’anno, quando è iniziata la pandemia di coronavirus.
Il dipartimento dei Trasporti Usa ha dichiarato mercoledì che l’Amministrazione dell’aviazione civile cinese non ha approvato le richieste di United e Delta di riprendere regolarmente i voli.
PECHINO HA POI RISPOSTO alla minaccia americana di mutare le relazioni economiche con Hong Kong: la Cina sosterrà l’ex colonia nel mantenere la propria zona tariffaria indipendente e si opporrà alle forze esterne che intervengono negli affari interni dell’ex colonia britannica. A proposito l ministero del Commercio cinese ha emesso una nota secondo la quale «la Cina supporterà la Regione amministrativa speciale di Hong Kong nel mantenere la propria zona tariffaria indipendente e nel consolidare e rafforzare la sua posizione di centro finanziario, commerciale e marittimo internazionale».
[Pubblicato su il manifesto]Fondatore di China Files, dopo una decade passata in Cina ora lavora a Il Manifesto. Ha pubblicato “Il nuovo sogno cinese” (manifestolibri, 2013), “Cina globale” (manifestolibri 2017) e Red Mirror: Il nostro futuro si scrive in Cina (Laterza, 2020). Con Giada Messetti è co-autore di Risciò, un podcast sulla Cina contemporanea. Vive a Roma.