Guangdong – Un altro incidente di massa

In by Simone

Sabato 12 novembre centinaia di abitanti del villaggio di Zhongshan, provincia del Guangdong, si sono scontrati con la polizia per protestare a seguito di una lunga disputa sulla presunta appropriazione di terre da parte dei funzionari locali. Il reportage del South China Morning Post. Ogni anno in Cina avvengono quelli che il governo definisce “incidenti di massa”, ovvero proteste di migliaia di persone che si riversano per strada per manifestare.

Solitamente questi “incidenti di massa”, spesso violenti, sono causati da casi di corruzioni di ufficiali, abusi sulla popolazione, intimidazioni e demolizioni o requisizioni forzate di terre.

Sabato scorso centinaia di abitanti del villaggio di Zhongshan, nella provincia del Guangdong, portando rocce e mazze si sono scontrati con la polizia per protestare a seguito di una lunga disputa sulla presunta appropriazione di terre da parte dei funzionari locali.

Sono i contestatori con caratteristiche cinesi: contadini che difendono le proprie terre e che agiscono istintivamente, muovendosi in massa e distruggendo tutto quanto trovano sulla propria strada. Alla faccia di chi pensa alla Cina come un paese di tanti sudditi e “yes men”.

Tremila contadini inferociti avrebbero messo a ferro e fuoco un villaggio nella provincia meridionale del Guangdong, a seguito delle consuete mazzette prese da funzionari locali nell’ambito della requisizione delle terre.

Il governo avrebbe mandato contro i manifestanti la polizia in antisommossa, dando vita a scontri durati tutta la giornata di sabato che si sarebbero conclusi, secondo le fonti dei manifestanti, con un anziano morto, ucciso dalla polizia.

Secondo fonti di polizia di Zhongshan le violenze si sarebbero verificate quando “un piccolo numero di abitanti del villaggio di Yilong” accanto ad una zona industriale “si sarebbero riversati per strada combattendo, distruggendo, saccheggiando e incendiando”.

Tuttavia, altri resoconti dei media e voci non confermati provenienti dai microblog hanno suggerito che l’incidente fosse molto più grande, coinvolgendo circa tremila abitanti e orde di poliziotti antisommossa.

Fotografie caricate su Sina Weibo e altri siti web hanno mostrato le immagini non confermate di pennacchi di fabbriche che emettevano fumo nero, colonne di polizia antisommossa andare verso il villaggio e una folla di residenti impegnati nel fronteggiamento con la polizia e successivamente impegnati in un sit in di protesta durante la notte”, secondo quanto dal South China Morning Post.

Yilong è un villaggio a un chilometro circa da Dongsheng cittadina a nord-ovest di Zhongshan. L’incidente è avvenuto in un parco industriale a sud del villaggio.

Articoli postati sui vari blog hanno anche mostrato striscioni di protesta contro “deboli e inetti” funzionari. La protesta – ha scritto il South China Morning Post – sarebbe nata “dopo la scoperta della vendita di terreni da parte dei funzionari, una negoziazione dalla quale i funzionari avrebbero ricavato un tornaconto personale”.

Dato che il governo non era disposto a fornire una compensazione di 1,5 milioni di yuan per la terra, non potendo giungere ad una conclusione, hanno inviato la polizia a picchiare gli abitanti del villaggio” ha  affermato un utente su internet: “agli abitanti dei villaggi non si è lasciata altra opzione se non quella di combattere”.

Lo stesso utente ha anche mostrato le immagini del presunto cadavere insanguinato di un anziano abitante del villaggio che pare sia stato ucciso negli scontri, “anche se la polizia di Zhongshan ha negato che ci fosse stata qualche morte”.

La polizia ha postato una dichiarazione sul suo microblog ufficiale – sotto il nome di "Pingan Zhongshan" (la “pacifica Zhongshan”) sostenendo che la situazione era “fondamentalmente sotto controllo: nessuno è morto”.

Un portavoce del governo locale ha rifiutato di commentare l’incidente, così come la polizia di Dongsheng, ha specificato il giornalista del South China Morning Post.