“Le difficoltà sono temporanee, le amicizie imperiture”. Il messaggio di Xi Jinping rivolto all’Italia, in tempi di coronavirus, non era scontato. Quell’Italia che ha bloccato i voli diretti con la Cina e che, nonostante le rimostranze di Pechino, non li ha ancora riaperti. E, come ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, non intende farlo “finché l’epidemia non sarà vinta”. In realtà, il messaggio del presidente cinese era rivolto in primo luogo a Sergio Mattarella, in prima linea nel mantenere, o meglio ricucire (dopo quella che Repubblica ha definito “crisi diplomatica“), i rapporti con il Regno di Mezzo. Il Presidente della Repubblica, ovviando ai segnali discordanti lanciati a Pechino dal governo Conte bis, ha ospitato alla Cappella Paolina del Quirinale il concerto straordinario organizzato in occasione delle iniziative dell’Anno della cultura e del turismo Italia-Cina 2020. Un anno che sarà concluso proprio da una visita di Mattarella in Cina. Ed ecco che allora il capo dello Stato ha deciso di anticipare il concerto eseguito dalla pianista Jin Ju, alla presenza dell’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Li Junhua e rappresentanti del governo e delle istituzioni. Xi si è detto “commosso”, mentre Mattarella ha definito il coronavirus “un nemico comune”. Segnali distensivi anche dall’Ambasciata della Repubblica Popolare in Italia, che ha postato su Twitter un’immagine del carico di materiale sanitario spedito via aerea dal governo italiano in aiuto della Cina. Spazio anche per l’ex premier Romano Prodi, il cui messaggio di supporto al popolo cinese è stato pubblicato su Twitter dalla stessa Ambasciata di Pechino.
SANTA CINA
Pace è bene, verrebbe da dire utilizzando il saluto francescano. Non a caso, visto che nel giorno di San Valentino è avvenuto il primo storico incontro (come lo definisce Avvenire) tra i rappresentanti delle diplomazie di Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese. Monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, e Wang Yi, ministro degli Affari Esteri di Pechino, si sono visti a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco 2020. Il rappresentante del Vaticano ha espresso solidarietà nei confronti della popolazione cinese e apprezzamento “per gli sforzi che si stanno compiendo per debellare l’epidemia”. Si è poi parlato, spiega Vatican News, dell’accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi, che andrà rinnovato nei prossimi mesi, e si è espressa la volontà di “proseguire il dialogo istituzionale a livello bilaterale per favorire la vita della Chiesa cattolica e il bene del popolo cinese”. D’altronde, l’epidemia sembra aver accelerato ancora di più il dialogo tra Santa Sede e Pechino. Due giorni prima dell’incontro tra Gallagher e Wang, Papa Francesco aveva rivolto una nuova preghiera per i cinesi colpiti dal virus, mentre la settimana precedente dal Vaticano erano state spedite 700 mila mascherine per la Cina. La sensazione è che la visita di Bergoglio a Pechino si avvicini sempre di più. Il pontefice ha più volte dimostrato disponibilità in tal senso, anzi ha proprio esplicitamente dichiarato di amare la Cina e di volerla visitare durante il viaggio di ritorno a Roma dal Giappone. E di svolta in arrivo grazie alla cooperazione medica ha parlato anche il tabloid di Pechino Global Times.
RIENTRI SI’, RIENTRI NO
Dopo due tentativi andati a vuoto per qualche linea di febbre, Niccolò, il 17enne di Grado che si trovava per studio a Wuhan, è tornato in Italia con un volo di bicontenimento, secondo Il Foglio “un’eccellenza che in Ue ha solo l’Italia”. E’ risultato negativo al test sul coronavirus, e dal ricovero allo Spallanzani di Roma ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nella quale racconta la sua esperienza nella quale dice di aver provato “rabbia, ma non panico”. Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha replicato a chi lo aveva accusato di essere un “untore” poiché si trovava sull’aereo che ha riportato in Italia i primi 56 italiani da Wuhan. Giovedì 20 febbraio dovrebbero tornare a casa almeno 22 dei 35 italiani sulla Diamond Princess, la nave da crociera ferma a Yokohama (Giappone) da tre settimane. Una parte dell’equipaggio italiano potrebbe invece restare ancora a bordo. Tra le centinaia di contagiati sulla Diamond Princess potrebbe esserci anche un cittadino italiano, con residenza negli Stati Uniti, già partito con un volo americano insieme alla moglie. C’è anche chi invece si trova in Cina, come un ingegnere barese di 73 anni, o chi ci è appena tornato, come Lorenzo Riccardi, fiscalista che vive e lavora a Shanghai da 14 anni e che ha tra l’altro partecipato insieme all’ambasciatore italiano Luca Ferrari a un webinar sul coronavirus organizzato dalla Camera di Commercio Italiana in Cina. A Wuhan c’è anche Oliviero Diliberto, docente di Diritto romano alla Sapienza e all’ateneo della città da cui è nata l’epidemia: la sua fiducia nel sistema comunista sembra essere rimasta quella di un tempo. E c’è poi chi desiderava aprire un ristorante italiano in Cina e si vede questo sogno infranto, almeno per il momento.
Di Maio ha dichiarato che il governo è pronto a far rientrare dalla Cina tutti coloro che lo chiederanno. Intanto i collegamenti aerei con la Cina, come già detto, continuano a restare chiusi (su indicazione del ministero della Salute, ricorda il titolare della Farnesina). Misura che, secondo Pechino, continua a essere eccessiva. Considerazione ribadita anche da Walter Ricciardi dell’Oms, che la reputa persino “controproducente” in un’intervista ad Andrea Capocci su Il Manifesto. Ancora più duro l’ex ambasciatore italiano a Pechino, Alberto Bradanini, che ha parlato di una reazione “improvvisata e dilettantesca” da parte del governo italiano, il quale comunque rivendica la decisione. Anzi, durante il consiglio straordinario dei ministri della Salute Ue, Speranza ha chiesto che venga adottata in tutta Europa. Per ora, oltre all’Italia, si sono mosse in tal senso solo Repubblica Ceca e Grecia. Il blocco resta attivo anche con Taiwan: la compagnia Eva Air ha rinviato a maggio l’inaugurazione del collegamento diretto Taipei-Malpensa.
In Toscana si è scatenata una polemica, cavalcata dall’opposizione di centrodestra, per i circa 2500 cinesi che faranno ritorno nei prossimi giorni. In particolare a Prato, città dove la comunità cinese è molto nutrita. Il virologo Roberto Burioni sostiene che si dovrebbe attuare la quarantena e parla di “numeri poco affidabili” forniti dalla Cina su vittime contagi. Nella Regione sono già circa 400 i bambini in auto isolamento prima di fare ritorno a scuola. A proposito di scuola, il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, ha chiesto l’estensione agli atenei della circolare di Speranza sugli istituti. Allo stesso tempo, sostiene che le relazioni accademiche tra Italia e Cina non sono a rischio. Negli aeroporti, intanto, proseguono i controlli sanitari, che come ha comunicato la Protezione Civile sono già stati oltre un milione e mezzo. Eugenio Zoffili della Lega chiede di estenderli anche a stazioni ferroviarie e confini. Angelo Borrelli, commissario per la gestione dell’emergenza coronavirus, ha spiegato che non si possono mettere in quarantena tutti coloro che arrivano dalla Cina.
LA SITUAZIONE SANITARIA E IL CASO IN AFRICA
Prosegue il lavoro dello Spallanzani, che nel suo ultimo bollettino ha parlato di 68 pazienti sottoposti al test, di cui 59 risultati negativi e dimessi, nove ricoverati e tre casi accertati: il paziente italiano è in ottime condizioni mentre i due turisti cinesi restano in terapia intensiva. Il ministero della Salute, nel frattempo, ha pubblicato un decalogo per informare correttamente i cittadini. Il ministro Speranza ha anche incontrato Facebook. Secondo la Federazione nazionale degli Ordini dei medici e chirurghi, il coronavirus ha le potenzialità per diventare una pandemia. Matteo Bassetti ha definito la situazione “sotto controllo” in Italia e ha chiesto di evitare psicosi. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, ha invece parlato di “percezione esagerata del rischio”. Secondo uno studio coordinato Moreno Di Marco, ricercatore esperto di biodiversità del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie della Sapienza di Roma, l‘insorgenza di malattie infettive a rischio pandemia, come la Covid-19, dipende dal modo in cui le attività umane influiscono sulle aree naturali e sugli animali selvatici. Dolce & Gabbana, dopo la gaffe “cinese” con lo spot dello scorso anno, ha effettuato una donazione per un progetto di ricerca dell’Humanitas in collaborazione con il San Raffaele. Buone notizie per Francesca Colavita: la ricercatrice precaria dello Spallanzani che ha contribuito all’isolamento del virus è stata assunta.
La virologa Ilaria Capua ha dichiarato, in un’intervista al Corriere della Sera, che il “morbo farà il giro del mondo” e che “la popolazione del pianeta non ha anticorpi contro questo nuovo virus”, esprimendo preoccupazione per i rischi legati all’Africa, dopo il primo caso confermato nel continente, in Egitto. Preoccupazione condivisa anche dalla comunità scientifica, viste le criticità sanitarie del continente. Secondo il virologo Giorgio Palù, in Africa si rischia un nuovo focolaio dell’epidemia. Diversi politici italiani di opposizione hanno parlato del tema, con Fratelli d’Italia e Lega in primis che chiedono il blocco navale. Forza Italia vuole un rafforzamento dei controlli, compresa la quarantena, per tutti i migranti in arrivo dall’Africa. Giovanni Rezza dell’Iss ha ricordato che il primo caso in Africa era “atteso” e ha sottolineato che è un bene che sia stato subito isolato.
VIRUS RECESSIONE
Il governo, intanto, al netto della chiusura dei voli, inizia seriamente a temere gravi conseguenze economiche. Secondo un report di Nomura l’impatto del coronavirus sull’Italia sarà tanto forte da farla entrare in recessione nel 2020, con un Pil in calo dello 0,1 per cento. Ma nello scenario peggiore, con quarantena e scoppio di una pandemia, si potrebbe anche arrivare a un crollo dello 0,9 per cento. “E’ diventato più complicato raggiungere il target dello 0,6%” di crescita indicato dal governo per il 2020, ha ammesso a Bloomberg il viceministro all’Economia Antonio Misiani. A colpire l’Italia sarebbe soprattutto l’impatto sul settore turistico. Una preoccupazione emersa anche dalla Bit di Milano, dove secondo gli albergatori si sono persi otto milioni nel giro di un mese. Forza Italia ha depositato un emendamento al bilancio del Comune di Milano per chiedere il dimezzamento della tassa di soggiorno per il 2020, per andare incontro al comparto turistico. Secondo la Uil, solo a Roma sarebbero a rischio diecimila posti di lavoro. Al Salone del Mobile di Milano mancheranno circa 30 mila cinesi. Sempre nel capoluogo lombardo, le corse in taxi sono diminuite del 20-25 per cento. Il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, ha definito l’epidemia “un altro cataclisma per Venezia”, dopo l’alluvione. Dalla Cina, scrive La Stampa, non partono più navi container per il porto di Genova, che avrebbe dovuto rientrare nella Belt and Road marittima. Secondo l’eurodeputata leghista Elena Lizzi, rischiano di risentirne anche per l’agricoltura. Uno studio di Intesa San Paolo si concentra invece sulla Cina, prevedendo una crescita al ribasso, sotto al 5 per cento.
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha dichiarato che è prematuro fare previsioni o stime sulle conseguenze per l’economia italiana, ma ha anche parlato di “possibili misure di sostegno” dedicate “a singoli settori”. Il Messaggero ha ipotizzato aiuti per 500 milioni di euro. Anche il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha parlato di un decreto. Secondo Matteo Salvini, leader della Lega, alcune produzioni vanno rilocalizzate in Italia (dopo aver detto di “temere” che i numeri forniti da Pechino non siano veri). Di Maio ha dichiarato che ci sarà un impatto commerciale sull’export dei prodotti italiani verso la Cina che, come ricorda Pagella Politica, nel 2018 è valso poco più di 13 miliardi di euro. Il ministro degli Esteri ha chiesto 300 milioni per sostenere le esportazioni e ha annunciato un incontro con gli imprenditori alla Farnesina per il prossimo 2 marzo. La Fondazione Italia Cina e la Camera di Commercio Italo Cinese provano a mettere un po’ di ottimismo e stanno già programmando una serie di eventi, seminari ed incontri di alto livello in Italia e in Cina per facilitare già dalla prossima primavera la ripresa ed il rilancio dei rapporti economici. “Tra le iniziative più rilevanti”, si legge in una nota, “dedicheremo risorse ed energie per organizzare la partecipazione di un numero importante di aziende italiane alla China International Import Expo di Shanghai, prevista per il prossimo novembre”.
TRA SINOFOBIA E SOLIDARIETA’
Proseguono gli episodi di discriminazione a danni di cittadini cinesi o di origine cinese. Un gruppo di ragazzi cinesi, tra cui una giovane incinta, è stato preso di mira da tre ragazzini a Roma. “Andate via dall’Italia perché siete infetti dal coronavirus” gli avrebbero urlato mentre attraversavano la strada, minacciandoli con un coccio di bottiglia. Una scritta offensiva è apparsa su un bus Cotral, sempre nel Lazio. Alcuni hotel e taxi avrebbero invece rifiutato i pazienti cinesi dimessi dallo Spallanzani. L’Ambasciata cinese in Italia ha lanciato un appello sul tema. Per fortuna, mentre i cittadini cinesi hanno inviato una lettera al Viminale per sollevare i problemi legati ai permessi di soggiorno, si moltiplicano anche le manifestazioni di solidarietà. A Torino è andato in scena un apericena informale tra studenti del Politecnico, proposto da Cssa.Polito, l’associazione degli studenti cinesi. In 56 scuole di alcuni comuni toscani, settemila bambini hanno trovato un menù speciale della tradizione culinaria cinese durante la mensa scolastica. A Napoli è stato invece organizzato un flash mob a sostegno della comunità cinese. Giovedì 20 febbraio, a Milano si svolgerà la “notte delle bacchette”, una serata di “solidarietà gastronomica”.
I 5G VENGONO AL PETTINE
Si stringe, intanto, il cerchio sulle telecomunicazioni. Dossier caldo, per non dire bollente, sul quale si concentrano da tempo le attenzioni degli Stati Uniti. Washington chiede esplicitamente ai partner europei, compresa l’Italia, di estromettere le aziende cinesi, in primis Huawei, dallo sviluppo delle reti 5G. La nuova richiesta in tal senso è arrivata durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco 2020. “Il nostro atteggiamento rispetto alle preoccupazioni degli alleati sulla Cina non è mai stato evasivo”, ha dichiarato Di Maio durante l’evento. “Anzi, quando i nostri alleati statunitensi ci hanno fatto presente che c’era un rischio sul 5G, abbiamo approvato velocemente tre provvedimenti di emergenza, attraverso il Consiglio dei ministri, che ci hanno consentito di creare una delle normative più rigide sulla questione del 5G”. Il ministro degli Esteri, nonché firmatario del MoU alla Belt and Road, ha ribadito che l’Italia “non intende cambiare alleanze internazionali”, sostenendo ancora una volta la tesi che l’accordo con la Cina è stato sottoscritto per “motivi commerciali” e “vantaggi economici”. Ma Raffaele Volpi, presidente leghista del Copasir, mette fretta al governo dicendo, all’inaugurazione del Master in ‘intelligence and security’ della Link University, che la relazione del Comitato parlamentare per la sicurezza in materia di 5G “non è stato ancora recepito”. Nel frattempo, Huawei dà il via agli appuntamenti organizzati per supportare gli sviluppatori impegnati a inventare nuove applicazioni per i device del colosso di Shenzhen. Ma la sensazione, come scrive Giulia Pompili su Il Foglio, è che l’Italia sia “di nuovo impantanata tra America e Cina, tra vecchi e nuovi amici”. Questa volta sulla nomina del prossimo direttore del Wipo, l’organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, con il governo diviso tra il candidato di Washington e quello di Pechino.
NON SOLO VIRUS, NON SOLO CINA
A Milano è morto un personaggio molto legato alla Chinatown del capoluogo lombardo. Si tratta di Sergio Gobbi, scomparso all’età di 89 anni. Poeta dialettale, era uno tra gli ospiti più assidui dei “martedì letterari” fuori dalle Cantine Isola, storico locale in via Paolo Sarpi in cui declamava i suoi versi. A Roma Cina in Italia apre la sua Scuola di lingua cinese. I corsi, realizzati in collaborazione con il Beijing International Chinese College, partiranno il prossimo 3 marzo. Lo stesso giorno in cui uscirà in libreria (con Mondadori) “Nella testa del Dragone. Identità e ambizioni della nuova Cina” di Giada Messetti.
Prosegue la polemica sulle importazioni di riso dalla Cambogia. “Non è accettabile che l’Unione europea continui a favorire le importazioni agevolate di riso dalla Cambogia in violazione dei diritti umani”, dice la Coldiretti. Mentre la Commissione europea ha deciso di ritirare parte delle preferenze tariffarie concesse alla Cambogia a causa delle “gravi e sistematiche violazioni dei principi dei diritti umani sanciti dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici”. Misura che entrerà in vigore dal prossimo agosto e che, però, non comprende il riso. La Lega, già ostile all’import di riso dalla Cambogia e da Myanmar, ha criticato anche il via libera del Parlamento europeo all’accordo di libero scambio commerciale Ue-Vietnam. Tornando al tema del trasporto aereo, dal 20 aprile la All Nippon Airways istituirà un volo diretto tra l’Aeroporto Internazionale di Haneda (Tokyo) e quello di Milano Malpensa. “Parasite” del regista sudcoreano Bong Joon-ho ha trionfato agli Academy Awards, diventando la prima pellicola non in lingua inglese a vincere l’Oscar come miglior film. Nella colonna sonora del film c’è anche un po’ d’Italia, rappresentata dal brano di Gianni Morandi “In ginocchio da te”.
Di Lorenzo Lamperti*
**Giornalista responsabile della sezione “Esteri” del quotidiano online Affaritaliani.it. Si occupa di politica internazionale, con particolare attenzione per le dinamiche geopolitiche di Cina e Asia orientale, anche in relazione all’Italia
Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.