Ci eravamo lasciati a inizio agosto, con la testa comodamente nascosta sotto la sabbia. Ora che però l’estate volge al termine i richiami per tirarla fuori iniziano a essere più pressanti, anche se la tentazione di lasciarla lì fino alle elezioni Usa del prossimo 3 novembre (o magari fino all’insediamento presidenziale del 20 gennaio) è alta. La visita delle scorse settimane del ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha riportato al centro dell’attenzione il tema geopolitico, persino in un’Italia tutta concentrata sulle elezioni regionali del 20-21 settembre. E una serie di dossier, a partire da quello sul 5G, attendono una soluzione.
SEMPRE LUI, IL 5G
Il dibattito, chiamiamolo così, agostano inerente alla Cina si è spesso concentrato (ancora una volta) sul 5G. Tema cruciale nella disfida sinoamericana e su cui l’Italia si trova in una situazione complicata. “Prima di dire si o no alla Cina sul 5G, dobbiamo portare la banda larga in tutto il Paese”, diceva Giuseppe Conte a inizio agosto. Sulla rete unica Tim-Cdp, con il coinvolgimento del fondo americano Kkr, sono stati già fatti passi avanti.
“Noi abbiamo più fornitori”, ha dichiarato l’ad di Tim Luigi Gubitosi a Cernobbio. “Il nostro fornitore principale è Ericsson, poi Nokia e Huawei: non avremo difficoltà nel tempo a gestire la situazione”. Reuters titola sul fatto che secondo Gubitosi fare a meno di Huawei per lo sviluppo del 5G non sarebbe un problema.
Da settimane, però, soprattutto La Verità sostiene che il governo abbia già aperto le porte a Huawei (tanto da far esultare la Germania filocinese, sostiene il quotidiano di Maurizio Belpietro) e ha pubblicato un “documento segreto” che lo proverebbe. Una mossa sulla quale, scrive sempre la Verità, i due ministri del Pd Lorenzo Guerini e Vincenzo Amendola (filo atlantisti) si sarebbero dissociati.
“Conte e il suo governo filo-cinese vanno fermati, l’Italia non può diventare la colonia europea di una dittatura comunista”, ha commentato a proposito Matteo Salvini, mentre Start Magazine prova a spiegare perché la Lega picchia così duro su Huawei e 5G, raccontando in un altro articolo per quale motivo, almeno per il momento, il governo non bannerà il colosso di Shenzhen.
Secondo Formiche, comunque, l’ipotetica apertura italiana a Huawei è “del tutto infondata”, con riferimento a golden power e perimetro di sicurezza cibernetica come restrizioni particolarmente strette. Su Public Policy è stata invece pubblicata una spiegazione dei paletti introdotti dal governo su ipotetici accordi con gli attori cinesi.
Il Copasir, guidato proprio dal leghista Raffaele Volpi, è in continuo pressing sul governo sul tema. Del comitato fa parte anche Enrico Borghi del Pd, altrettanto duro sul tema dei dati, ampliando il discorso anche ad altre realtà del Dragone come WeChat e chiedendo esplicitamente al governo di “cambiare rotta”.
In realtà, l’Italia (così come la Francia e la Germania) sembra alla ricerca di una propria terza via (auspicabilmente europea) sul tema 5G per sfuggire ai diktat trumpiani mantenendo però alto lo screening in materia di sicurezza.
Non sarà semplice, considerando che da più parti si rimanda a quanto sta facendo l’amministrazione Trump non solo sul tema 5G ma anche su altre realtà come TikTok.(secondo qualcuno strumento con cui la Cina intende vendicarsi con l’occidente del secolo dell’umiliazione) In tal senso, il pressing americano è arrivato esplicitamente a toccare anche l’app popolare tra giovani e giovanissimi (ma anche tra politici e vip), come dimostra un’intervista del sottosegretario Keith Krach a La Stampa.
L’ex ministro Frattini ha chiesto all’Italia di aderire al progetto Usa “Clean Network”.
LA VISITA DI WANG YI
A fine agosto il ministro degli esteri cinese, Wang Yi, è arrivato a Roma, dove ha inaugurato il suo tour “damage control” in diversi paesi europei. Una visita che secondo la Verità avrebbe suggellato “il tradimento” del M5s sul 5G.
Molto critica sulla visita è stata, ça va sans dire, l’Alleanza interparlamentare sulla Cina (Ipac), di cui fa parte Lucio Malan di Forza Italia, che ha attaccato le ambiguità e i silenzi sulla missione di Wang, concentrandosi in particolare su Di Maio. Fratelli d’Italia ha parlato di “doppiogiochismo”.
Ma come è andata in realtà questa visita che il Global Times ha descritto come “vitale” per i rapporti bilaterali? Repubblica sostiene che in realtà Di Maio abbia imboccato la linea atlantica con una porta che, per Huawei, se non è del tutto sbarrata è quantomeno “strettissima”. Il Foglio descrive un ministro degli esteri in versione “equilibrista” ma in grado di portare avanti alcune ambiguità, dal 5G a Hong Kong, anche di fronte all’omologo cinese.
Durante la conferenza stampa congiunta, Di Maio ha provato a rilanciare il ruolo dell’Italia come “ponte tra Oriente e Occidente pur tenendo sempre fede alle proprie alleanze storiche”. Ha ribadito che l’appartenenza italiana a Ue e Nato è più solida che mai, definendo comunque la Cina “uno dei nostri principali partner economici” e “attore ineludibile per affrontare qualsiasi sfida globale” (frasi lette da La Verità come uno “schiaffo agli Usa”). Si è discusso di “come rilanciare la partnership economica (…) Il nostro rapporto con la Cina si basa sulla franchezza e sul dialogo anche sui punti in cui abbiamo delle differenza di vedute”. Per esempio su Hong Kong. “Abbiamo ribadito come la stabilità e prosperità di Hong Kong siano essenziali. E come sia indispensabile preservare l’alta autonomia della città e la tutela dei diritti fondamentali dei suoi abitanti. Seguiremo con attenzione gli sviluppi della legge sulla sicurezza nazionale”. Wang ha ribattuto sul tema che “il motivo della legge sulla sicurezza è colmare le falle che esistevano da tanti anni e combattere gli atti violenti che avvengono dappertutto nell’isola” e in generale ha sottolineato come “l’amicizia tra Italia e Cina” abbia “resistito alla prova della pandemia”.
La visita è stata occasione per annunciare nuovi accordi su gas e agroalimentare. In particolare, Snam e Pipechina (China Oil and Gas Piping Network Corporation), la neo-costituita società cinese di infrastrutture energetiche, hanno sottoscritto un memorandum of understanding di cooperazione strategica. E’ stata firmata anche un’intesa per l’export di kiwi italiano in Cina.
Wang non ha incontrato il premier Conte, col quale ha avuto solo un colloquio telefonico. In generale, anche a livello di comunicazione, l’argomento Cina, diventato sempre più delicato con il passare del tempo, sembra essere stato trattato con maggiore cautela. Basti vedere come su Twitter l’account della Farnesina descrive gli incontri di Di Maio con Wang e con il ministro canadese. Già, perché proprio a Roma è andato in scena un incontro tra i due rappresentanti diplomatici di Cina e Canada, coinvolti da tempo nello scontro sul caso di Meng Wanzhou.
Prossimo appuntamento rilevante sull’asse sinoeuropeo, la videoconferenza del 14 settembre tra Xi e i vertici di Commissione e Consiglio Ue sull’accordo sugli investimenti. Parteciperà Angela Merkel, mentre Emmanuel Macron dovrebbe mancare, dopo che all’inizio era stata annunciata anche la sua presenza. Di Conte, come evidenzia Filippo Santelli, al momento non si parla.
Durante l’incontro con Wang, fuori dalla Farnesina si sono radunati alcuni attivisti di Hong Kong, tra cui anche Nathan Law, accompagnato dai rappresentanti italiani dell’Ipac e intervistato nei giorni precedenti da Il Foglio e da Il Giornale.
Di Hong Kong aveva parlato, nelle settimane precedenti, Andrea Romano del Pd, denunciando una “nuova stretta repressiva”. Giulia Pompili, su Il Foglio, definisce “deboli” le prese di posizione del governo sul tema Hong Kong, mentre diversi paesi occidentali hanno sospeso i trattati di estradizione bilaterali.
Dopo la visita di Wang, Michele Geraci, ex sottosegretario al Mise, ha descritto il governo italiano come più lontano da Pechino, aggiungendo che il conto “lo pagheranno le aziende”.
FRA TRUMP, BIDEN E XI
L’opposizione mantiene una posizione fortemente anti cinese, come succede già da circa un anno. Dal post Papeete, per intenderci, con Salvini che avvia la caduta del governo Conte I (quello dell’adesione alla Via della Seta) e si schiera su posizioni sempre più ostili a Pechino per provare a rientrare nelle grazie dei repubblicani Usa, delusi dalle sbandate sinorusse dei mesi (o anni) precedenti.
Chi già da tempo mantiene una linea critica nei confronti di Pechino è Forza Italia, come non ha mancato di ricordare anche di recente. “Non è da oggi che il presidente Berlusconi, a lungo inascoltato, denuncia il pericolo legato a un disegno imperialistico del comunismo cinese”, ha detto il deputato Andrea Orsini a inizio agosto, intervenendo nell’Aula di Montecitorio sulle mozioni volte alla promozione di un’indagine internazionale sulle origini dell’epidemia da Covid-19. “Un disegno che ha caratteristiche economiche, politiche, ideologiche e militari, una sfida alla quale il mondo occidentale deve rispondere tutto insieme, una sfida per la quale è necessaria l’Europa, un’Europa che sappia finalmente essere soggetto politico e militare”.
Il padre fondatore del M5s, Beppe Grillo, prosegue invece con la sua linea filocinese, protagonista di una copertina di Panorama. Sul sito di Grillo è stato pubblicato un nuovo intervento di Fabio Massimo Parenti in cui si auspica che Italia e Ue sappiano emanciparsi dal “maccartismo” e “irresponsabilità” Usa. Formiche ipotizza si tratti di una sorta di “controcanto” alle parole ufficiali pronunciate da Di Maio solo un giorno prima della pubblicazione dell’articolo di Parenti durante l’incontro con Wang.
“Nell’attuale scenario internazionale credo sia necessario definire la propria appartenenza. E la nostra è in Occidente e in Europa, la ricerca dei compagni di strada non può improvvisarsi, specie ora che il Covid ha drasticamente accelerato le tendenze già in atto nel sistema delle relazioni internazionali verso forme crescenti di confronto e competizione”, ha dichiarato in un’intervista a Start Magazine Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri e dell’Istituto per gli studi di politica internazionale.
“L’Italia è un Paese in declino da vent’anni e deve inventarsi un futuro”, ha detto Alessandro Orsini, direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale dell’università Luiss, a Open. “Perlomeno, questo è ciò che Conte stava facendo con la Cina: gettare l’Italia negli affari cinesi pensando che il nostro Paese ne avrebbe tratto un beneficio tra vent’anni”.
COVID-19
Mentre Xi Jinping celebra la vittoria della Cina sulla pandemia, in Italia (e in Europa) si teme ancora la seconda ondata. Giorgio Palù, professore emerito all’Università di Padova ed ex presidente della Società europea di virologia, sta scrivendo un libro sui misteri del coronavirus in cui si parla del ruolo di Pechino. “Non va dimenticato che viene dalla Cina, che è stato taciuto per mesi con la disattenzione dell’Oms e che anche nel 2002 per Sars-Cov-1 i cinesi stettero zitti a lungo”, ha detto Palù a La Stampa.
A proposito della pandemia, si è conclusa come previsto da mesi la vicenda della doppia risoluzione in commissione esteri della Camera. Con 346 voti favorevoli la Camera ha approvato la mozione relativa alla promozione di un’indagine internazionale sulle origini dell’epidemia, ma la richiesta di inchiesta “trumpiana” promossa dalla Lega è stata bocciata. Formiche parla di Cina “graziata”. A dire la verità, non si sente nemmeno più parlare nemmeno a livello locale delle varie richieste di risarcimento che il Carroccio voleva recapitare nella casella di posta del PCC.
La Lega accusa il governo Conte anche sulla questione mascherine. “Perché, a metà febbraio, la Farnesina annunciava il decollo di un volo da Brindisi con 18 tonnellate di guanti, mascherine, tute e occhiali protettivi destinate alla Cina? Il governo sapeva dei rischi per il Paese, ma aiutava Pechino e impoveriva le scorte nazionali?”
La Verità torna invece a battere sul tasto del virus creato in laboratorio, dando spazio alle ipotesi di Giuseppe Tritto, presidente del World Academy of BioMedical Technologies (WABT).
L’addetto scientifico del consolato italiano a Chongqing, Lorenzo Gonzo, ha visitato l’azienda biotech ISIA, che produce kit di test sierologici rapidi. Dei kit per la rilevazione del Covid 19 saranno donati a una struttura sanitaria italiana per svolgere dei test comparativi.
Arrivato a Bari-Palese un volo Cargolux – Boeing 747 Freighter – dall’aeroporto di Shangai in Cina contenente 57,4 tonnellate di materiale: 90mila tute protettive e materia prima per la produzione di Dpi come mascherine chirurgiche, FFP2 e FFP3 nella fabbrica pubblica della Protezione civile regionale.
Nei verbali pubblicati dal Cts sulla pandemia, si cita anche il caso del cittadino italiano bloccato da Alitalia perché di ritorno dalla Cina lo scorso 14 febbraio.
RELAZIONI ECONOMICHE
Il 18 agosto è scomparso Cesare Romiti, supermanager ed ex presidente di Fondazione Italia Cina che aveva contribuito molto all’approfondimento dei legami commerciali ed economici tra i due paesi.
La geopolitica e la sfida tra Usa e Cina hanno trovato ampio spazio anche a Cernobbio al Forum di The European House Ambrosetti.
Il treno China-Europe Express “Chang’an” è arrivato a Milano il 24 agosto, carico equivalente a 45 container di materiale necessario alla prevenzione dell’epidemia di Covid-19. Il convoglio era partito il 12 agosto da Xìan, capoluogo della provincia cinese dello Shaanxi, dove cominciava l’antica Via della Seta. Nel viaggio di ritorno, invece, sono state trasportate in Cina delle vetture Ferrari.
Tra i temi all’attenzione del Copasir c’è pure quello del porto di Taranto, su cui ci sarebbe l’interesse di aziende cinesi. Si tratta di un rumors (molto) datato e che è tornato d’attualità dopo la situazione ingloriosa dell’ex Ilva (su cui Conte ha ribadito che non è arrivata nessuna proposta italiana) e la visita di Di Maio a Shanghai dello scorso anno, durante la quale il ministro si fece sfuggire una frase sul tema. Sul tema dei porti è intervenuto anche Alberto Pagani del Pd. Mentre la Verità sostiene che per l’Italia saranno “guai” dopo che gli Usa hanno inserito in blacklist il colosso portuale Cccc “entrato in Italia al tempo dei prodiani”.
A proposito di Shanghai, Di Maio ha annunciato durante la visita di Wang che parteciperà al China International Import Expo del prossimo novembre.
Sempre a Shanghai, dal 15 al 19 settembre avrà luogo a Shanghai la 22ma edizione della China International Industry Fair. Alla CIIF l’Italia potrà contare su una partecipazione di elevato profilo, con 47 aziende italiane riunite in un Padiglione Nazionale, coordinato dalla Camera di Commercio Italiana in Cina: nasce la Settimana della meccanica italiana in Cina.
Il campus Huawei di Dongguan, nella provincia del Guangdong, è una sorta di piccola città suddivisa in 12 quartieri e al suo interno riproduce alcuni angoli di diverse località europee. E tra queste ce ne sono due italiane: Bologna e Verona.
Huawei e Voicewise, spin-off dell’Università di Roma Tor Vergata, hanno avviato il progetto pilota di ricerca dei biomarcatori della voce per l’infezione da Covid-19 tramite l’intelligenza artificiale.
Sempre Huawei ha lanciato la nuova edizione “Seeds for the Future”, il programma annuale di formazione dedicato ai giovani talenti italiani. E il colosso del Dragone ha annunciato l’apertura di nuovi store in Italia.
L’applicazione Banca Mediolanum è diventata disponibile per il download su Huawei AppGallery, per tutti i dispositivi dotati dei Huawei Mobile Services.
Secondo Alessandro Bogliolo di Tiffany il lusso sta tornando a correre grazie alla ripresa cinese.
Confimi Industria si è felicitata per i dazi Ue sull’alluminio cinese.
Atac viene definita da La Verità “esterofila”, perché l’azienda dei trasporti di Roma, tra le altre cose, adotta divise made in China.
L’Inter è andata vicina a vincere il primo trofeo dell’era Suning, ma ha perso la finale di Europa League contro il Siviglia. Il presidente Steven Zhang è riuscito comunque a trattenere sulla panchina nerazzurra Antonio Conte, anche se le restrizioni del governo cinese sugli investimenti all’estero potrebbe avere ripercussioni sulla attuale sessione di calciomercato, passando dal sogno Messi alla nuova austerity, come racconta il Sole 24 Ore.
Il Cagliari calcio consolida i programmi di formazione di giovani e allenatori in Cina. Il club sardo ha infatti siglato un protocollo d’intesa con la città di Xiapu, nella provincia costiera del Fujian.
RELAZIONI CULTURALI
Come si può evincere anche solo dal numero di citazioni in questa rassegna, La Verità ha una linea molto dura nei confronti della Cina. Eppure, racconta Giulia Pompili in un articolo sull’influenza mediatica di Pechino in Italia, ospita online dei video della tv di stato di Pechino.
Il cognome Hu è il più diffuso in assoluto a Milano, sia tra gli uomini sia tra le donne. Secondo quanto comunica l’Anagrafe milanese Hu ha superato Rossi nella graduatoria femminile, 2.210 contro 2.133, mentre tra i maschi il sorpasso era avvenuto da tempo. Il conto totale è di 4.664 Hu e 4.006 Rossi.
Forse da questo ha tratto (infelice) ispirazione Francesco Torselli, candidato di Fratelli d’Italia in Toscana, con un manifesto elettorale in cui campeggia “Lorenzo Hu il Magnifico” e si parla di “invasione cinese”.
Una giovane italiana è riuscita a ottenere il via libera per portare dalla Finlandia in Italia il suo cane adottato in Cina.
Restano invece ancora bloccati in Italia numerosi studenti italiani. “Una trentina di studenti di master e dottorato bloccati fuori dal Dragone ha scritto una lettera alle istituzioni, lamentando la disparità di trattamento: ai ragazzi cinesi è concesso rientrare in Italia per l’inizio dell’anno accademico, mentre a loro la Cina nega il visto”, scrive Filippo Santelli. Tra di loro anche Camilla Fatticcioni, che ha raccontato la sua vicenda su China Files. Altri raccontano invece lo sblocco dei visti per gli expat.
Su youTube si può trovare una bella chiacchierata sulla genitorialità Italia-Cina alla quale ha partecipato anche Jada Bai di Fondazione Italia Cina.
China Files ha pubblicato un articolo di Sinosfere in cui si parla della morte della scrittrice Bamboo Hirst e del silenzio intorno all’espressione culturale sinoitaliana durante il Covid.
Rai Storia ha mandato in onda a inizio agosto il documentario in due episodi “Cina, l’impero del tempo“, che racconta la missione gesuita di Matteo Ricci e dei suoi confratelli in Cina, alla fine del Sedicesimo secolo.
Il sottosegretario Manlio Di Stefano ha parlato durante la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, auspicando collaborazioni in ambito cinematografico tra Italia e Cina.
VATICANO-CINA
Si avvicina la scadenza dell’accordo sulla nomina dei vescovi, sottoscritto nel 2018 tra Santa Sede e Repubblica Popolare Cinese. Repubblica collega anche a questo elemento la visita a Roma di Wang Yi, parlando di “prove di accordo”.
Proprio durante la visita del ministro cinese, un tweet dell’ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede ha denunciato il furto da parte di Pechino di “tecnologia americana e la sua proprietà intellettuale per costruire il suo potere militare ed economico”. Messaggio neanche troppo velato proprio al Vaticano.
Difficile, comunque, che l’accordo non venga rinnovato. Avvenire traccia un bilancio positivo dei primi due anni di un accordo che consente di superare “l’unilateralismo”, scrive Giovanni Battista Chang.
I cardinali Charles Maung Bo, arcivescovo birmano di Yangon e presidente della Federazione delle conferenze episcopali asiatiche, e Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, arcivescovo indonesiano di Giacarta, hanno firmato un appello sulla questione degli uiguri. Vicenda sulla quale, così come su quella di Hong Kong, il Vaticano ha adottato un silenzio che a qualcuno sembra strategico.
NON SOLO CINA
Taiwan
Su Formiche, Stefano Pelaggi racconta perché Taiwan “non sarà la prossima Hong Kong”.
A Genova sono state scoperte in un container piastrelle fatte a Taiwan e mascherate da made in Italy. Un italiano è stato arrestato a New Taipei per una tentata rapina.
Davide e Han hanno raccontato i loro sette mesi sull’isola durante l’emergenza pandemica.
Giappone
Il 6 agosto, in occasione del 75esimo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rilasciato una dichiarazione nel quale si parla di “un monito ancora attuale per garantire pace e sicurezza durature”.
La nazionale giapponese di rugby ha rinunciato a partecipare all’Otto Nazioni. Salta così la sfida contro l’Italia che era in programma il 14 novembre.
A Somma Vesuviana ritornano gli archeologi giapponesi, che insieme ai colleghi napoletani scaveranno un lato nuovo del sito archeologico della Villa Augustea.
Il LifeWear di UNIQLO festeggia il suo primo anno a Milano con una serie di eventi.
Corea
L’Ambasciatore a Seoul Federico Failla ha rilasciato un’intervista speciale sulla tradizione culinaria italiana e le differenze e le similitudini con quella coreana per il decimo anniversario della fondazione del “Korean Food Promotion Institute”.
Filippine
Il tribunale di Milano ha concesso lo status di rifugiata a una donna filippina, con la motivazione che a Manila la violenza di genere “è impunita”. Sempre a Milano ha aperto la gelateria filippina Sorbetero.
India
La vicenda dei marò non è ancora finita del tutto. La Corte Suprema indiana ha affermato che il caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri della Marina in servizio antipirateria sulla Enrica Lexie non verrà chiuso fino a quando l’Italia non avrà versato i risarcimenti alle famiglie dei due pescatori uccisi il 15 febbraio 2012.
AGENDA E SEGNALAZIONI
Il 10 settembre alle ore 21 in programma “Il ruolo della Cina nella ripresa economica mondiale” al circolo PD di Porta Romana, a Milano, e in diretta Fwcbook. Partecipano Emanuele Fiano, Andrea Goldstein, Marco Marazzi, Suping Huang. Modera Alberto Poli.
Venerdì 11 settembre Giada Messetti presenta il suo libro “Nella testa del Dragone” a Positano alle ore 21, nell’ambito della XXVIII edizione di Positano Sole, Mare e Cultura. Partecipano anche Gennaro Sangiuliano e Vincenzo Amendola. Sarà possibile seguire l’evento via streaming (qui).
Il 14 settembre scade il bando per l’Italian Innovation Day, organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Tokyo in collaborazione con altre istituzioni pubbliche italiane e giapponesi (ICE, Invitalia, Japan External Trade Organization JETRO), in programma il 5 e 6 novembre. Sedici startup e scaleup avranno la possibilità di presentarsi a Tokyo di fronte a un vasto pubblico di importanti aziende e investitori.
Fino al 15 settembre ci si può iscrivere ai corsi di cinese dell’Istituto Confucio di Milano in avvio a ottobre a prezzi agevolati.
Il 15 settembre verrà presentato in anteprima a Milano “Family Romance“, il film di Werner Herzog girato in Giappone. La proiezione si inserisce tra le iniziative in attesa del 30° Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, previsto a marzo 2020 e poi rimandato alla primavera 2021, a causa dell’incertezza dovuta all’emergenza COVID-19.
Dal 24 al 27 settembre, presso il Cinema Farnese a Roma si terrà “Flowers Of Taiwan II“, seconda edizione della rassegna cinematografica taiwanese a cura di Asiatica Film Festival – Incontri con il Cinema Asiatico.
È disponibile in versione ebook l’XI Rapporto annuale della Fondazione Italia Cina, “Cina 2020. Scenari e prospettive per le imprese”, la guida che raccoglie ricerche, analisi di rischio e previsioni nel breve-medio periodo sulla Cina.
Ad agosto è uscito in formato cartaceo e digitale “Semi di tè”, un libro di Lala Hu in cui si raccontano le esperienze dei sinoitaliani nell’affrontare l’emergenza pandemica. China Files ne ha pubblicato un estratto.
Sono disponibili anche due libri su Hong Kong, “Trenta giorni a Hong Kong” è il titolo del libro di Lisa Jucca, editorialista di Reuters e corrispondente dell’agenzia dall’ex colonia inglese tra il 2014 e il 2017. “Be water. Iconografia di una protesta” è il libro fotografico di Nicola Longobardi, fotoreporter che vive in Asia da un decennio. Ha parlato di entrambi Giulia Pompili.
L’Istituto Culturale Coreano e l’Ambasciata della Repubblica di Corea in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia apre il concorso “Corea in camera”. Si tratta di un concorso aperto a tutti coloro che vogliono presentare la Corea attraverso una serie di video.
Di Lorenzo Lamperti*
**Giornalista responsabile della sezione “Esteri” del quotidiano online Affaritaliani.it. Si occupa di politica internazionale, con particolare attenzione per le dinamiche geopolitiche di Cina e Asia orientale, anche in relazione all’Italia
Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.