Go East – Le idi di Maio

In Asia Orientale, Cina, Go East, Relazioni Internazionali by Lorenzo Lamperti

Vi ricordate il Luigi Di Maio dei gilet gialli e del presidente Ping? Ora sembra essercene uno completamente nuovo. Le telefonate con Mike Pompeo sul 5G, gli incontri con Mario Draghi e Gianni Letta, il rafforzamento dell’Unione europea. Una svolta che traspare dall’intervista a Il Foglio di lunedì scorso. Intervista nella quale, per i temi che qui ci interessano: chiede una normativa a livello europeo sul 5G, rivendica la legge continentale più stringente in materia, esprime “seria preoccupazione” sulla scelta cinese su Hong Kong, tema su cui chiede di “preservare la stabilità, la prosperità, l’autonomia e i diritti fondamentali” del modello un paese e due sistemi, parla di “difesa e rispetto dei diritti umani e tutela delle minoranze etniche, anche con particolare riferimento allo Xinjiang”. E poi ripete quello che dice da tempo: ”Gli Stati Uniti sono il nostro alleato principale e la nostra collocazione è questa”, ma ”le relazioni internazionali sul piano politico ed economico nel mondo globalizzato di oggi non si possano basare sul principio di esclusività o di alternatività, la nostra economia e soprattutto il nostro export hanno bisogno di tutti i mercati”. E aggiunge: ”Ricordiamoci sempre che questo non può mai mettere in dubbio la nostra collocazione internazionale, che è nella Nato e nell’Unione Europea di cui siamo un Paese fondatore”. Di Maio ha ribadito la posizione su Hong Kong durante un question time alla Camera: “L’adozione e l’applicazione della nuova legge rischiano di minare la tenuta del principio un paese, due sistemi’ che è alla base dell’elevato grado di autonomia, dell’indipendenza della magistratura, dello stato di diritto e del sistema di libertà e diritti fondamentali di Hong Kong”. A prima vista sembrerebbe quantomeno una parziale deroga al principio di non interferenza in materia di politica estera sempre applicato dal Movimento Cinque Stelle.

RELAZIONI POLITICHE E DIPLOMATICHE

Il dibattito politico inerente alla Cina è stato dominato ancora una volta dal tema del 5G, di cui abbiamo parlato diffusamente nella scorsa puntata di Go East.

Robert O’Brien, consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, e Matthew Pottinger, il suo vice con un background molto dentro alle questioni cinesi, sono arrivati negli scorsi giorni a Parigi per una missione diplomatica anti Huawei, dopo che Londra ha deciso di cedere al pressing della Casa Bianca. Su Affari & Finanza, Filippo Santelli sostiene che in Europa si giochi la partita chiave per il primato sul 5G, mentre Beniamino Pagliaro dice che Roma non ha ancora deciso da che parte stare, “ma il golden power allontana Huawei”. Secondo Il Foglio, il problema più grosso per l’influente coppia di Washington “è quello italiano: l’esecutivo di Roma è considerato a Washington il cavallo di troia del soft power cinese”. Ora però, sottolinea Giulia Pompili, il governo italiano, che fino a poche settimane fa era su una posizione un po’ ambigua tra America e Cina, ha iniziato a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di una esclusione dei colossi telco cinesi.

In ogni caso, a Parigi è andato in scena un incontro tra O’Brien e il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi Benassi. Incontro nel quale il diplomatico Usa ha ribadito la richiesta di mettere al bando i player del Dragone.

Ma l’Italia ha esercitato il golden power o no? Una messa al bando vera e propria non c’è stata, ma Formiche racconta che il governo ha inviato un documento alle aziende di telecomunicazioni italiane che stabilisce nuovi stringenti protocolli per i fornitori non europei. E il Sole 24 Ore racconta che nel 2020 ci sono state già 110 notifiche sul golden power (erano state 83 in tutto il 2019). Solo in 13 casi sono stati esercitati i poteri speciali, e sotto forma di prescrizioni e non blocchi totali. Ma in 11 dei 13 casi si trattava di tecnologie tlc di fornitori extra Ue. E’ chiaro che, anche in assenza di ban, esista un effetto indiretto sulle aziende italiane.

In ballo, scrive ancora Giulia Pompili, non c’è solo la sicurezza nazionale ma un’idea di mondo. E la posta in gioco del confronto non sarebbe stata ancora del tutto compresa da Palazzo Chigi. Giuseppe Conte ha citato la sfida Usa-Cina al suo arrivo al Consiglio Ue sul recovery fund:  “La posta in gioco e’ l’Europa, non una pronta ripresa per l’Italia soltanto, per la Spagna, l’Italia, il Portogallo, ma la competitività dell’Europa. Se discutiamo di qualche miliardo in più o in meno, di qualche condizionalità in più o in meno, perdiamo la sfida della competizione della sfida con la Cina, con gli Stati Uniti e con il mondo globale”.

La Camera di Commercio cinese definisce “inaccettabile” la presa di mira di Huawei e ZTE, e sottolinea i 300 mila posti di lavoro creati in Europa. Huawei si aspetta invece che il governo italiano prosegua il suo processo di digitalizzazione sulla base di criteri di sicurezza obiettivi, indipendenti e trasparenti per tutti i fornitori, preservando la diversità e la concorrenza nel mercato.

L’azienda di Shenzhen nel frattempo porta avanti i suoi progetti italiani: a Milano in arrivo un’area commerciale interamente dedicata all’ecosistema di prodotti e servizi Huawei.

Joshua Wong ha twittato che “il bando britannico a Huawei per lo sviluppo delle reti 5G è una sveglia per l’Italia”.

Tom Wheeler, ex presidente della Federal Communication Commission Usa, esulta per la decisione di Tim su Huawei e invita altri in Italia a seguire lo stesso esempio.

Secondo Eduard Luttwak “siamo dentro una guerra fredda che continuerà, come è successo con l’Urss in passato, fino alla caduta del regime cinese”. E “l’Italia dovrebbe fare i propri interessi e questi interessi, è evidente, non sono con la Cina”.

Marco Marazzi, avvocato internazionalista e membro dell’Advisory Board di Wall Street Cina, prova invece a prendere in esame il caso Huawei in maniera oggettiva e “senza tifoserie di parte”.

Il tutto in attesa che entri definitivamente nel mirino degli Usa anche Tik Tok.

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha ricevuto a Palazzo Strozzi Sacrati l’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese Li Junhua. Al centro dei colloqui i rapporti economici, culturali e di cooperazione sanitaria che da molti anni contraddistinguono le relazioni bilaterali.

Lorenzo Riccardi ha preso in esame i rapporti tra microstati e superpotenze, tra cui quello tra San Marino e Repubblica Popolare Cinese.

ANTENNE E MASCHERINE

Ma sul 5G non ci sono solo valutazioni politiche, geopolitiche e commerciali. C’è chi, in Italia, 5G e antenne non li vuole in assoluto. Il Fatto Quotidiano passa in rassegna i comuni e gli enti locali ostili alle nuove infrastrutture e le fake news in materia, anche se c’è da ricordare che c’è una componente M5s che negli scorsi mesi ha detto di temere “rischi sanitari”.

La Cina entra in qualche modo anche in alcune storie di cronaca. A Milano in una vicenda di false fatture e riciclaggio legata ai fondi anti Covid su cui aveva messo gli occhi la ‘ndrangheta. A Napoli sono state sequestrate centomila mascherine arrivate dalla Cina senza autorizzazione.

Su Il Fatto Quotidiano si polemizza invece sul fatto che l’Italia ha donato mascherine alla Cina nella prima fase della crisi, per poi restarne senza.

RELAZIONI ECONOMICHE E COMMERCIALI

Positivi sopra le attese i dati sul secondo trimestre dell’economia cinese. Non a caso, secondo l’XI Rapporto annuale della Fondazione Italia Cina la ripresa post Covid passa proprio dal Dragone.

L’ex sottosegretario al Mise Michele Geraci analizza i dati economici in arrivo da Cina (e da Corea): ” L’occidente scivola quindi verso il declino e l’Asia emerge, occorre cercare di capire come reagire. Nel mio ruolo di sottosegretario nel Governo Conte I, avevo sviluppato una strategia sui mercati esteri su due pilastri: Core e Satellite. La parte Core mira a tenere le quote di mercato dove siamo già ben presenti (Europa e USA), ma le opportunità di crescita sono limitate. La parte satellite (Asia e Resto del Mondo) è dove andiamo malissimo, ma i tassi di crescita sono elevati (Cina, Corea, Giappone, India, Asean e, vedremo, anche Africa)”. In riferimento alla Cina: “Va notato che del 3,2% di crescita, poco e’ dovuto ai consumi e molto a investimenti, quindi meglio spingere su industrial goods che consumer goods, almeno per questi mesi. Ricordo anche che la Cina serve da traino a tutto il sud-est asiatico ed altro. Litighiamo anche noi, senza avere la forza negoziale degli USA e facciamo pagare alle nostre aziende il prezzo di questa rinuncia? Credo non sia una buona idea”.

Si è parlato di Cina anche in riferimento al dossier Autostrade per l’Italia. Secondo il Sole 24 Ore, Berlino e Pechino sarebbero andate in pressing sul governo Conte contro la revoca per i rispettivi interessi a riguardo. Il Messaggero ha addirittura sostenuto che fosse stato convocato l’ambasciatore italiano Luca Ferrari. Indiscrezione smentita seccamente dalla Farnesina.

Crollano gli investimenti esteri, ma nel 2019 quelli in arrivo dall’Asia hanno retto. Secondo i dati del Sole 24 Ore, dalla Cina ne sono arrivati per 141 miliardi di dollari (dai 138 del 2018), ma con un corrispettivo calo da 104 a 68 miliardi di dollari da Hong Kong. Singapore è salita da 80 a 92 miliardi, l’India da 42 a 51.

Secondo uno report dell’Università di Genova, la Belt and Road (su cui Alessia Amighini e Giulia Sciorati tracciano una nuova mappa post Covid per ISPI) coinvolge l’Italia per ora in modo solo marginale, ma secondo alcuni studiosi il progetto si potrebbe presto rafforzare.

Il 14 luglio ha preso il via la Milano Digital Fashion Week, il primo appuntamento digitale nella storia di Camera Nazionale della Moda Italiana.  Gli appuntamenti vengono trasmessi con un segnale streaming e amplificati in tutto il mondo grazie a quattro partner internazionali, tra i quali Tencent Computer Systems Company Limited per la Cina continentale e The Asahi Shimbun per il Giappone.

Lusso e gioielleria: firmato un accordo per la costituzione di una nuova società di diritto cinese che vedrà soci il Gruppo Damiani e Yuyuan Inc., società chiave del Gruppo Fosun e si occuperà della distribuzione in Cina (compreso Macao).

Stefano Ricci, marchio da uomo di fascia alta rigorosamente made in Italy, forte soprattutto in Cina e Russia, per il post Covid punta forte sull’Asia. In ottobre due nuove aperture a Changsha (Cina) e a Bangkok (Thailandia). Un mese prima, apertura di un negozio diretto anche a Taipei.

L’app di Banca Sella e di Banca Patrimoni Sella & C. è diventata disponibile sugli smartphone Huawaei dopo essere salita a bordo di Huawei AppGallery.

Arriva in Italia il nuovo Xiaomi Mi Band 5. L’azienda cinese è in grande ascesa sul mercato internazionale e potrebbe prendersi spazi chiusi ai concorrenti più grandi.

Il Corriere della Sera ha raccontato l’ascesa di Steven Zhang, presidente dell’Inter e socio, non solo erede, “del puzzle Suning”.

VATICANO-CINA

Si avvicina la scadenza dell’accordo sulla nomina dei vescovi stipulato nel 2018 tra Santa Sede e Cina. Il dialogo prosegue per arrivare a un rinnovo. Nei prossimi giorni dovrebbe esserci un incontro proprio al Vaticano, dove si potrebbe prorogare la scadenza dell’attuale accordo o anche stipularne uno del tutto nuovo.

Per Li Ruohan, studioso del nord della Cina, gli “entusiasti” del dialogo fra Pechino e Santa Sede dovrebbero ricordare che “il Partito comunista cinese è successore del marx-leninismo e il suo scopo è distruggere le religioni”.

Il dialogo bilaterale è osservato con attenzione da Taiwan, che ha proprio nella Santa Sede l’ultimo alleato diplomatico ufficiale rimastole in Europa. Secondo il nuovo arcivescovo di Taipei, Chung An-chu, il dialogo tra Vaticano e Cina non avrà effetti su Taiwan, perché “lo scopo della Santa Sede è solo l’evangelizzazione nella Repubblica Popolare”.

NON SOLO CINA

Non solo Via della Seta. Il mondo imprenditoriale italiano punta molto sull’Asia e guarda anche all’India.  Organizzata la prima missione imprenditoriale su piattaforma digitale, dedicata al settore del food processing tra Italia e India, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Delhi, Agenzia ICE, la Confindustria indiana (CII), Invest India e il supporto di Federazione ANIMA e Ucima.

L’ambasciatore italiano in Giappone, Giorgio Starace, ha rilasciato un’intervista all’Ansa: “Lavoriamo incessantemente come ambasciata affinché il Giappone riapra le sue frontiere innanzitutto ai tanti cittadini italiani che sono residenti di lungo termine in questo Paese e affinché ripartano i cruciali flussi business e turistici. L’importanza strategica del turismo giapponese per il nostro Paese è confermata dai dati”. E sul commercio: “Siamo stati il Paese Ue che in termini di valore ha usufruito maggiormente delle liberalizzazioni tariffarie dell’Epa. Circa tre miliardi di merci sono entrate in Giappone attraverso le preferenze Epa”.

L’Ambasciatore d’Italia a Seoul, Federico Failla, ha visitato la scuola elementare di Usin, dove è collocato il cippo commemorativo dell’aiuto medico italiano nella guerra di Corea.

Il Veneto sta valutando il tampone rapido dalla Corea, 12 euro di costo e risultato in circa sette minuti. La Corea del sud è uno dei paesi in cui il numero di test per il Covid è stato in proporzione il più diffuso al mondo.

A proposito di Corea, accordo di collaborazione tra Agenzia Ice e Gmarket per promuovere le imprese italiane sul mercato dell’e-commerce coreano. Gmarket infatti è la piattaforma digitale utilizzata, ogni giorno, da oltre 32 milioni di utenti in Corea. L’accordo è finalizzato ad incrementare il numero di aziende e di prodotti italiani presenti sulla piattaforma. I prodotti ammessi dall’accordo spaziano dall’alimentare alla moda e pelletteria, dalla gioielleria al design, dall’occhialeria ai prodotti di bellezza.

Bangladesh: è morto mons. Moses Costa, arcivescovo di Chittagong, allo Square Hospital della capitale dove era stato ricoverato un mese fa a causa del coronavirus.

Tra i nuovi contagiati da Covid in Italia ce ne sono diversi provenienti dal Bangladesh, mentre ora si temono gli arrivi dal Pakistan.

Proprio il Pakistan è stato messo nel mirino della Lega, che protesta per il mancato inserimento di Islamabad nella lista dei paesi dai quali non si può arrivare in Italia. La cosa viene anche collegata al fatto che il Pakistan è uno stretto alleato della Cina.

Qualche giorno prima, invece, Matteo Salvini aveva condiviso una foto su un pakistano che molesta una donna a Gallipoli. Era una bufala.

AGENDA E SUGGERIMENTI

Il 22 luglio si conclude il secondo workshop organizzato dal Centro di giornalismo permanente, “Scrivere di esteri: raccontare l’Asia”. Il corso è riservato a 20 partecipanti ed è tenuto dai giornalisti Simone Pieranni, Matteo Miavaldi, Giulia Pompili, Ilaria Maria Sala e dalla ricercatrice Giulia Sciorati.

Giada Messetti presenta il suo libro “Nella testa del Dragone” il 29 luglio a Udine (Giardini Ricasoli) e il 1° agosto a Codrongianos, in provincia di Sassari (Festival Letteratura Giornalistica “Liquida”).

Inaugurata al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato la mostra “Nudi” di Ren Hang, fotografo scomparso nel 2017 quando aveva meno di 30 anni. L’esposizione resterà allestita fino al 23 agosto. Qui una recensione.

Di Lorenzo Lamperti*

**Giornalista responsabile della sezione “Esteri” del quotidiano online Affaritaliani.it. Si occupa di politica internazionale, con particolare attenzione per le dinamiche geopolitiche di Cina e Asia orientale, anche in relazione all’Italia