La rassegna a cura di Lorenzo Lamperti sui rapporti politici, commerciali e culturali tra Italia e Cina
Ci eravamo lasciati a settembre con la telefonata fra Mario Draghi e Xi Jinping. Come previsto, non è bastata quella chiamata per convincere il presidente cinese a presentarsi a Roma per il G20. Il premier italiano si è affrettato a garantire che l’assenza di Xi, così come quella di Vladimir Putin, non era motivata da ragioni politiche. D’altronde Xi non esce dalla Cina da quasi due anni. Qui ho provato a raccontare come mai il presidente cinese non ha partecipato di persona a G20 e Cop26. Al suo posto si è invece presentato il ministro degli Esteri Wang Yi, che ha incontrato l’omologo Luigi Di Maio alla vigilia del summit. Di Maio ha parlato dell’importanza di ripristinare i voli diretti tra Italia e Cina (che il governo Conte bis aveva interrotto per primo dopo i primissimi casi di Covid in Italia) e ha sottolineato i dati positivi sull’interscambio commerciale. Con riferimento alle relazioni Ue-Cina, Di Maio ha ribadito il sostegno italiano alla ripresa nel dialogo di alto livello tra Bruxelles e Pechino, auspicando che esso includa anche un ritorno cinese al dialogo sui diritti umani. La necessità del dialogo con la Cina è stata ribadita anche in riferimento alla Cop26.
Durante gli ultimi mesi, comunque, Di Maio ha proseguito sulla linea atlantista intrapresa da ormai oltre un anno. Il 26 settembre ha dichiarato che l‘Italia “deve migliorare l’interscambio commerciale verso la Cina, ma non può abdicare sul campo dei valori” e subordinare al commercio il tema delle violazioni dei diritti umani. Pochi giorni prima, intervistato da Repubblica, aveva dichiarato in merito ai rapporti con Pechino: “Vale sempre il concetto del ‘selective engagement”: su temi come la lotta al terrorismo, cambiamenti climatici e sulle crisi regionali dovremo portare avanti una linea di collaborazione profonda. Tuttavia per l’Italia non esiste una alleanza alternativa a quella con gli Stati Uniti”.
D’altronde, il G20 di Roma è stato un’ulteriore occasione di riassestamento e riaffermazione del posizionamento euroatlantico dell’Italia, puntellato durante il governo Draghi. Anche se, secondo il Corriere della Sera, Draghi avrebbe “convinto Russia e Cina” al compromesso sul clima. Anche il premier italiano ha incontrato il ministro Wang Yi. Secondo la versione cinese, Wang avrebbe specificato che la Cina è pronta a importare un maggior numero di prodotti di alta qualità dall’Italia e si augura che quest’ultima fornisca un ambiente commerciale aperto, equo e non discriminatorio per le aziende del suo Stato, svolgendo un ruolo positivo per uno sviluppo sano dei legami Cina-Ue”. La versione di Palazzo Chigi pone invece l’accento su altri aspetti, in un comunicato come sempre più scarno rispetto a quello di Pechino: “Il colloquio si è concentrato sulle prospettive della collaborazione bilaterale, sui rapporti tra UE e Cina, sull’opportunità di riavviare il dialogo in materia di diritti umani. Sono state affrontate anche le principali questioni multilaterali e regionali, in particolare la stabilità e la sicurezza nell’area dell’Indo-Pacifico e la crisi in Afghanistan”, si legge nella nota.
Giulia Pompili racconta su Il Foglio che la stampa cinese non ha apprezzato la mancata possibilità per i giornalisti asiatici di porre domande a Draghi durante la conferenza stampa finale. Sempre Pompili ha partecipato all’evento organizzato dall’Alleanza Interparlamentare sulla Cina alla vigilia del G20, intervistando il parlamentare inglese Duncan Smith. A tal proposito, per giorni si è diffusa con insistenza la voce che Wu sarebbe arrivato a Roma per l’incontro organizzato dall’Alleanza Interparlamentare sulla Cina. L’ipotesi è stata sostenuta da Politico e a seguire anche da altri media, taiwanesi compresi. Gli stessi che fino a qualche giorno prima avevano sempre chiarito che Wu si sarebbe collegato solo in videoconferenza con l’evento organizzato nella capitale italiana alla vigilia del G20. Sentite più fonti, l’opzione in realtà non sarebbe mai esistita, tanto che il ministero non avrebbe fatto nessuna comunicazione o richiesta in tal senso, come solitamente fa per prassi in casi simili. Anche Finbarr Bermingham del South China Morning Post si era mostrato sorpreso della possibilità che Wu arrivasse fisicamente a Roma, anche perché tra le altre cose nello stesso giorno era presente nella stessa città il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. E alla fine, in effetti, Wu ha parlato in videoconferenza (qui il video dell’evento).
A proposito di Taiwan, oltre all’Europa (come raccontato già su Taiwan Files), sembra maggiormente coinvolta anche l’Italia. Durante l’incontro con Wang, Di Maio ha menzionato in maniera piuttosto inedita Taiwan. Nella nota post incontro rilasciata dalla Farnesina, si legge che Di Maio ha espresso a Wang le preoccupazioni italiane per le tensioni nello Stretto di Taiwan, auspicando che “possano prevalere dialogo e distensione”. Tema, quello dei rapporti con Taipei, su cui Xi Jinping è intervenuto anche durante il suo discorso virtuale al G20.
Qualche settimana fa, peraltro, il sottosegretario all’Agricoltura Gian Marco Centinaio ha annunciato in un’intervista a Il Foglio la sua intenzione di ritornare a Taiwan, dove era già stato in una missione 100% leghista nel novembre 2019, che era avvenuta a distanza di pochi mesi dalla firma del memorandum of understanding sulla Belt and Road da parte del governo gialloverde (con Centinaio che aveva accolto Xi a Fiumicino nelle vesti di ministro dell’Agricoltura).
Centinaio è stato però anticipato da Marco Dreosto, europarlamentare della Lega che fa parte delle delegazione del parlamento europeo che si trova a Taipei proprio in questi giorni (ne ho scritto qui). Dreosto è stato intervistato prima da Gabriele Carrer (qui) e poi anche da me (qui). Un’altra europarlamentare della Lega è stata ancora più decisa, entrando in considerazioni diplomatiche e geopolitiche. Si tratta di Anna Cinzia Bonfrisco, che ha chiesto il riconoscimento della Repubblica di Cina-Taiwan da parte dell’Ue.
Per restare a Taiwan, ma lato commerciale: Enel X e Gogoro favoriranno l’integrazione di energia rinnovabile nelle reti elettriche a Taiwan, utilizzando la piattaforma VPP di Enel X e la piattaforma di scambio delle batterie della Rete Gogoro.
RELAZIONI POLITICHE E DIPLOMATICHE
Secondo Repubblica, il governo italiano starebbe cercando soluzioni per limitare l’influenza dei soci cinesi in Cdp Reti. State Grid ha acquistato nel 2014 il 35% della società a monte di Snam, Terna e Italgas. Segnale del crescente screening nei confronti degli investimenti cinesi operato dal governo Draghi.
Atteggiamento reso in modo plastico da alcune dichiarazioni con le quali il ministro Giancarlo Giorgetti ha autorizzato l’accordo di sviluppo industriale presentato dalla società Midsummer Italia per la realizzazione in Puglia a Modugno (Bari) di attività di ricerca e produzione di impianti e moduli fotovoltaici tecnologicamente innovativi. “L’investimento in Puglia nel settore del fotovoltaico presenta tutte le caratteristiche di una opportunità da cogliere e valorizzare anche perché punta a realizzare prodotti innovativi e di qualità, a differenza di quelli provenienti dalla Cina che finora hanno invaso il mercato delle rinnovabili. La sfida della transizione green si vince anche puntando su questi progetti validi”. Lo stesso Giorgetti ha dichiarato a Mezz’ora in più su Rai Tre: “Come coniugare la lealtà dovuta all’Alleanza Atlantica e i rapporti commerciali con la Cina? “A livello globale va ripensato il funzionamento del Wto, l’organizzazione mondiale del commercio. Il suo funzionamento ha permesso forme di concorrenza non troppo ferree e non troppo leali”. Secondo una recente intervista dell’ambasciatore Li Junhua, Italia e Cina restano comunque “partner strategici globali”.
Edward Luttwak, noto per la sua linea fortemente anticinese, ha attaccato esponenti italiani che a suo dire avrebbero rapporti “speciali” con la Cina: “L’unico posto in Occidente dove i cinesi hanno una grande influenza sociale è l’Italia” ha detto intervenendo ad un seminario organizzato dalla Luiss Business School. “Gente come Prodi, che in Cina vende milioni di libri, D’Alema, Tria, Giancarlo Elia Valori: tutti vanno in televisione a inneggiare alla Cina”.
A proposito di Romano Prodi, secondo il presidente di Associazione Italia-ASEAN “l’Italia ha le capacità per contribuire alla stabilizzazione delle relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti e migliorare la comunicazione bilaterale”.
A settembre si è svolta a Jinan, capitale dello Shandong, la conferenza internazionale sullo spreco alimentare ospitata dalla Cina, cui partecipano i paesi G20, l’Unione Europea e le Nazioni Unite. L’Ambasciatore d’Italia a Pechino, Luca Ferrari, ha letto un discorso inviato dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli.
Xi Jinping non è andato nemmeno a Glasgow per la Cop26. Secondo la climatologa Claudia Tebaldi, senza la Cina è “utopia abbattere le emissioni”.
Qualche settimana fa, Simone Pieranni ha intervistato Federico Masini, professore di lingua e letteratura cinese, che ha fatto una panoramica delle ultime tendenze in arrivo dalla Cina di Xi.
RELAZIONI ECONOMICHE E COMMERCIALI
Anche in Italia si è discusso parecchio della vicenda Evergrande. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, è stato chiamato a intervenire sulla vicenda dal Copasir. “Evergrande è un esempio del gigantismo economico cinese”, ha detto il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova durante la trasmissione “Nessun luogo è lontano” su Radio 24 (in onda dal lunedì al venerdì poco dopo le 16, da seguire). “Credo che la Cina vada contenuta nel suo espansionismo, e nella sua indifferenza se non ostilità ai diritti umani e alla democrazia. Non possiamo però certo augurarci una crisi drammatica dell’economia cinese, perché sarebbe terribile per tutti. Mi auguro quindi che le autorità di Pechino, a partire dalla banca centrale, sappiano trovare i modi per un atterraggio morbido del crac di Evergrande“. Carlo Cottarelli ha invece spiegato che “una ripetizione di quello che è successo a Lehman Brothers mi sembra difficile anche perché per una crisi di quel tipo bisogna assicurare una grande liquidità, che è quello che la banca centrale cinese sta facendo”. Più prudente l’ex ministro Giulio Tremonti: “Sappiamo di non sapere, chi è prudente dovrebbe applicare l’ignoranza scientifica” perché rispetto alla crisi del 2008 “quella di Evergrande avviene in un contesto e in una geografia diversi, con quantità misteriose. Non è una crisi che riguarda l’occidente e Wall Street, ma riguarda un’altra parte del mondo fortemente influenzata e costituita dalla politica”. Qui un’opinione di Lorenzo Riccardi. Della vicenda me ne sono occupato parecchio anche io, qui un articolo che racconta chi è il fondatore di Evergrande Xu Jiayin e perché la sua vicenda è simbolica della parabola cinese degli ultimi decenni.
A proposito di Evergrande, dopo diversi anni Fabio Cannavaro lascia la Cina dopo aver risolto il contratto con il Guangzhou, squadra di proprietà del colosso immobiliare in crisi.
Le esportazioni italiane in Cina sono destinate a crescere per il terzo anno consecutivo, scrive Ansa/Xinhua, con i prodotti made in Italy che giocano un ruolo crescente nella partnership commerciale. Il 27 settembre si è tenuta invece la prima tavola rotonda tra la municipalità di Shanghai e le imprese italiane.
Per sostenere ulteriormente l’export italiano, Di Maio ha annunciato l’apertura di un nuovo Ufficio Ice a Chengdu ed ha avviato con il Ministro del Commercio della Repubblica Popolare Cinese, Wang Wentao la costituzione di gruppi di lavoro ad hoc per i prodotti agroalimentari e per la promozione dell’e-commerce. Il tutto durante la XIV sessione della Commissione Economica Mista Italia-Cina. Evento durante il quale Di Maio ha espresso soddisfazione per l’andamento positivo dell’interscambio bilaterale e delle esportazioni italiane verso la Cina, cresciuti nel primo semestre di quest’anno rispettivamente del 20,3 per cento e del 48,3 per cento su base annua (+2,6 miliardi di euro da gennaio a giugno 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).
Per quanto riguarda le importazioni, invece, Irpimedia ha raccontato che decine di migliaia di tonnellate di pomodori arrivano in Italia dallo Xinjiang.
Interessante l’iniziativa lanciata da Luca Zorloni su Wired Italia, che mappa le startup europee finanziate dalla Cina. Sono almeno 36 le società innovative che hanno ricevuto fondi dal Dragone. L’investitore più attivo è il colosso tech Tencent, fintech e gaming i settori più finanziati. “Nel 2021 il campione cinese del digitale ha premuto il piede sull’acceleratore: quindici investimenti da gennaio ad agosto”, si legge.
A proposito di innovazione, a Pavia ha aperto l’Innovation Lab. Huawei ha investito 1,7 milioni di dollari.
Per D&G le vendite in Cina sono rimbalzate del 20 per cento rispetto all’anno scorso, ma rimangono più basse di prima del celeberrimo passo falso compiuto dalla maison italiana sul mercato cinese.
Cresce in Cina il vino italiano, anche se ci sono ancora immensi spazi di crescita, visto che rappresenta solo il 10% del vino importato. E se Sangiovese e Nebbiolo sono i vitigni più amati, per i cinesi il vino italiano ha un tannino troppo marcato ed è astringente in bocca: un problema per consumatori che preferiscono la morbidezza e la dolcezza dei vini americani e cileni e l’eleganza di quelli francesi. A dirlo è una analisi di Vinehoo.
Franchi Umberto Marmi ha registrato un rialzo del 33% del fatturato al 30 settembre a 47,7 milioni di euro (contro i 35,9 milioni di euro al 30 settembre 2020) con un significativo recupero delle vendite in Cina e in Italia.
L’Inter, di proprietà di Suning, ha registrato un rosso record da 245 milioni di euro.
RELAZIONI CULTURALI
Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha incontrato nelle scorse settimane in videoconferenza con il ministro della Cultura e del Turismo cinese, Hu Heping. Al centro del colloquio la collaborazione culturale tra Italia e Cina nel post pandemia. Sul piano dei rapporti bilaterali avanza l’organizzazione del 2022 Anno della Cultura e del Turismo Italia – Cina che deve adattarsi alle limitazioni ancora in vigore per contrastare il Covid-19. Il 2022 Anno della cultura e del turismo Italia-Cina includerà l’allestimento della mostra sulle origini della nazione italiana Tota Italia, iniziative di gemellaggio tra i siti Patrimonio dell’Umanità Unesco di Italia e Cina e, quale evento inaugurale, due grandi concerti che verranno eseguiti in contemporanea e in collegamento audio-video nei due paesi. Ad arricchire il programma di iniziative congiunte anche la mostra Spazio Parallelo, dedicata al celebre esercito di terracotta dello Xi’an. Al digitale sarà dedicato un tavolo di lavoro che mira a definire le opportunità per la condivisione e l’accesso a contenuti da entrambe le parti.
Dal 13 novembre è in programma a Brescia una mostra delle opere di Badiucao, artista cinese dissidente. L’ambasciata di Pechino ha inviato una lettera chiedendo di cancellarla, ma l’evento si svolgerà comunque, racconta Giulia Pompili. Qui un suo ritratto a cura di Camilla Fatticcioni.
Nelle scorse settimane ha avuto luogo, nel salone sansoviniano della Biblioteca Nazionale Marciana la cerimonia di donazione virtuale da parte di Venezia di un fac simile del testamento del grande esploratore veneziano Marco Polo alla Wta, la World Tourism Alliance, organizzazione turistica internazionale con sede in Cina.
Design Society porta al Sea World Culture and Arts Center (Swcac) di Shenzhen la mostra “Gaetano Pesce: Nobody’s Perfect“, prima personale in Asia del leggendario architetto, designer e artista italiano.
Prosegue la serie di commenti aspri nei confronti della Cina a firma di Massimo Gramellini. Questo l’ultimo, in riferimento alla Cop26.
Quando mancano meno di cento giorni alle Olimpiadi invernali di Pechino, Cina in Italia e l’Ufficio Nazionale del Turismo Cinese hanno organizzato a Roma, lo scorso 25 ottobre, presso l’Hotel The Hive, la Notte delle Olimpiadi invernali Beijing 2022. Qui un resoconto.
RELAZIONI PANDEMICHE
Finanziamenti Usa per i test del laboratorio di Wuhan. “Pur negando ancora una volta di aver contribuito a creare il virus che ha scatenato la pandemia di Covid, i National Institutes of Health (Nih) degli Stati Uniti hanno rivelato in una lettera inviata ai repubblicani al Congresso Usa che gli esperimenti che l’ente ha finanziato attraverso un’organizzazione no profit con sede negli States nel 2018 e 2019 presso l’Istituto di virologia di Wuhan (Wiv) in Cina, hanno avuto il ‘risultato inaspettato’ di creare un coronavirus più infettivo nei topi”, si legge in un articolo di Science. Della vicenda si è occupato Presa Diretta.
La comunità cinese in Italia si sente penalizzata dalle regole sul green pass, scrive il South China Morning Post.
Giorgia Meloni ha tirato in ballo la Cina per criticare le misure prese contro le proteste anti green pass: “Sono rimasta oggettivamente molto colpita dal provvedimento di daspo che è stato comminato al sindacalista Stefano Puzzer. Credo che queste non siano reazioni degne di una democrazia. Non siamo la Corea, non siamo la Cina, non siamo i Talebani, non siamo la Turchia, noi siamo l’Italia e in questa nazione c’è il diritto a manifestare il proprio dissenso”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia dopo un incontro con Mario Draghi.
A Parma una società petrolifera ha fatto causa alla Cina per le perdite subite a causa della pandemia e il Tribunale di Parma dichiara la contumacia del Ministero della sanità cinese superando il principio dell’immunità giurisdizionale degli Stati esteri
VATICANO-CINA-ASIA
Poco prima del G20, Massimo Franco ha raccontato sul Corriere della Sera che il Vaticano e il Papa sarebbero oggetto di pressioni da parte della Cina per interrompere le relazioni diplomatiche con Taiwan. Indiscrezione che ha trovato eco anche sui media taiwanesi, ma il governo di Taipei ha dichiarato che nulla è cambiato nei rapporti bilaterali.
A margine del G20, Papa Francesco ha incontrato alcuni leader mondiali, con particolare attenzione all’Asia. Il presidente sudcoreano Moon Jae-in lo ha invitato nella penisola coreana. Anche il primo ministro indiano Narendra Modi ha invitato Bergoglio, a conferma della proiezione asiatica del papato. Da Bombay il cardinale Oswald Gracias, presidente della Conferenza dei vescovi indiani, dà l’invito praticamente per accettato, scrive il Manifesto.
Intanto, proseguono le nomine sulla scia dell’accordo sui vescovi tra Santa Sede e Repubblica Popolare, raggiunto inizialmente nel 2018 e prorogato nel 2020. La diocesi cattolica di Wuhan ha un nuovo vescovo: si tratta di Francesco Cui Qingqi, un francescano, ed è il sesto vescovo nominato e consacrato secondo l’accordo del 2018.
Per approfondire i temi legati al papato di Bergoglio, compresi i rapporti con la Cina e coi paesi asiatici, è uscito un libro di Matteo Matzuzzi.
AGENDA
Giovedì 4 novembre in programma l’ultimo appuntamento del seminario di studio “La Cina nella stampa italiana” con Desirée Marianini, Simone Pieranni, Lorenzo Lamperti e Chen Zhanjie.
Qualche settimana fa è uscito il nuovo libro di Simone Pieranni, “La Cina nuova“. Qui un estratto e qui una recensione.
Sono aperte le iscrizioni per il secondo ciclo della China Files School. Dieci lezioni (più una) per capire la Cina e l’Asia. Qui programma e modalità di partecipazione.
Di Lorenzo Lamperti
La puntata precedente di Go East: Draghi, Xi e il telefono senza fili
Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.