La Cina pare decisa a vietare gli investimenti esteri nella sua industria – fiorente- dei giochi on line. Secondo il Financial Times la decisione di Pechino andrebbe incontro a due esigenze: da un lato rafforzare la censura, dall’altro proteggere le imprese locali di gioco.
La decisione, pubblicata sul sito della Direzione Generale della Stampa e Pubblicazione, è l’ultimo dei passi di Pechino per rafforzare il controllo della Cina all’interno del boom dei mondi virtuali. Il settore – cui è attesa una crescita anche in questo periodo – è dominato da società nazionali, come Tencent, Changyou, Shanda – quotato al Nasdaq da settembre – Netease e The9.
Tuttavia, molti di loro ottengono gran parte dei loro ricavi da giochi sviluppati da stranieri, per i quali sono tenuti a pagare royalties, come ad esempio nel caso di World of Warcraft, il gioco più popolare della Cina sul web. Edward Yu, a capo di Analysys, società di ricerche con sede a Pechino ha specificato che “questa nuova politica è un tentativo di proteggere le società di giochi on line locali".
In altri termini la Cina potrebbe permettersi anche un maggio controllo su quanto prodotto, evitando così che le proprie aziende finiscano per localizzare giochi on line dall’estero che potrebbero risultare nocivi alle politiche cinesi.
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