Giappone – Hayao Miyazaki contro le basi Usa a Okinawa

In by Gabriele Battaglia

Dopo aver dato l’addio lo scorso anno al mondo dei lun­go­me­traggi ani­mati, il regi­sta Hayao Miya­zaki ritorna alla ribalta. E non per una crea­zione della sua matita; bensì per il suo impe­gno a favore della causa di Okinawa. Il creatore de La città incantata e altri capolavori dell’animazione giapponese è diventato presidente di un fondo a favore della lotta contro una base Usa nell’isola.Il regista Hayao Miya­zaki – crea­tore di alcuni dei capi­saldi dell’animazione giap­po­nese come Totoro, Nau­si­caa della Valle del vento o La Città incan­tata e fon­da­tore del plu­ri­pre­miato Stu­dio Ghi­bli – è stato nomi­nato pre­si­dente della Fon­da­zione Henoko (in giap­po­nese: Henoko kikin), un fondo desti­nato al soste­gno eco­no­mico delle pro­te­ste con­tro l’ampliamento di Camp Sch­wab, una base mili­tare Usa sulla costa centro-orientale dell’isola di Oki­nawa, a oltre 1500 km a sud di Tokyo.

Il fondo è stato creato con le dona­zioni di impren­di­tori, poli­tici locali e cele­brità di por­tata inter­na­zio­nale come Miya­zaki e nazio­nale come il co-presidente della fon­da­zione, Shun­taro Tori­goe, volto noto della tv e del giornalismo.

«La smi­li­ta­riz­za­zione di Oki­nawa — ha scritto Miya­zaki in un mes­sag­gio pub­blico dif­fuso dopo la sua nomina — è di vitale impor­tanza per la pace di tutta l’Asia orien­tale». La nomina del mae­stro degli anime alla pre­si­denza dell’ente è un segno dell’ambizione del movi­mento ad allar­gare la pro­pria rete e ad eser­ci­tare pres­sione sugli organi che con­tano.

Miya­zaki non è tuttavia nuovo all’impegno poli­tico. Nel 2003 rifiutò di riti­rare l’Oscar vinto con La città incan­tata in segno di pro­te­sta con­tro l’intervento Usa in Iraq. Nel 2013 era stato poi tra i fir­ma­tari di un Libro bianco per lo spo­sta­mento delle strut­ture mili­tari ame­ri­cane fuori da Oki­nawa.

Al quo­ti­diano locale Oki­nawa Times, Miya­zaki ha spie­gato: «Dal momento che la popo­la­zione locale è deter­mi­nata nella lotta con­tro le basi Usa, da parte mia non posso che dare il mio soste­gno». Nei piani del governo giap­po­nese, Henoko dovrà ospi­tare strut­ture, mezzi e per­so­nale della base aerea di Futenma, una strut­tura con­tro­versa situata in pieno cen­tro abi­tato a Gino­wan, a pochi chi­lo­me­tri da Naha, capi­tale dell’isola.

La base salì agli onori delle cro­na­che nel 1995 quando tre mili­tari ame­ri­cani lì di stanza rapi­rono e stu­pra­rono una dodi­cenne giap­po­nese. Camp Sch­wab si trova invece in una loca­lità rela­ti­va­mente poco abi­tata ma affac­ciata sulla baia di Oura, un’area impor­tante — spie­gano gli ambien­ta­li­sti — dal punto di vista natu­ra­li­stico: la sua bar­riera coral­lina ospita decine di spe­cie di crostacei, pesci e mam­mi­feri marini come i sem­pre più rari dugonghi.

Con l’inizio dei lavori di espan­sione della strut­tura mili­tare a gen­naio del 2014 — accu­sano gli atti­vi­sti locali — alcune zone della bar­riera coral­lina sono state defi­ni­ti­va­mente com­pro­messe. Take­shi Onaga, gover­na­tore pro­vin­ciale eletto a novem­bre scorso con una piat­ta­forma elet­to­rale anti­basi, aveva per­ciò ordi­nato a marzo scorso lo stop a tutti i lavori nell’area.

La voce del gover­na­tore non è però mai arri­vata a Tokyo e tan­to­meno a Washing­ton. E sulla que­stione pio­vono nuove cri­ti­che su Abe: come spiega il costi­tu­zio­na­li­sta Sota Kimura dalle colonne del set­ti­ma­nale Shu­kan Kinyobi, il governo sta­rebbe vio­lando la costi­tu­zione. In casi come quello di Henoko, spiega Kimura, il governo non può pre­scin­dere dal giu­di­zio della popo­la­zione locale via referendum.

[Scritto per il manifesto; foto credit: amazonaws.com]