Un piccolo cambiamento che promette di essere rivoluzionario. Il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato che i funzionari pubblici non saranno più valutati in base a esclusivi criteri economici, come è successo negli ultimi trent’anni, bensì analizzando in termini più complessivi e qualitativi il loro operato. “Non dovremmo mai giudicare un quadro semplicemente dalla crescita del prodotto interno lordo”, ha detto Xi in un’occasione altamente evocativa: le celebrazioni per il 92esimo anniversario della nascita del Partito comunista.
Da oggi, bisogna prendere in considerazione diversi aspetti, tra cui “il miglioramento della vita delle persone, lo sviluppo della società locale e la qualità dell’ambiente”, recita l’agenzia di stampa ufficiale, Xinhua. Il presidente, che è anche leader del Partito, ha inoltre sottolineato che l’integrità morale dei funzionari verrà prima della “capacità”, nella loro valutazione in prospettiva di carriera.
È il totale ribaltamento della “dottrina Deng”, il criterio economicista introdotto all’inizio dell’epoca delle “riforme e aperture” dall’allora leader Deng Xiaoping.
All’epoca, per riconvertire una massa di funzionari puramente politici – messi sul piedestallo in epoca maoista in base alla pura correttezza ideologica – in manager funzionali all’economia di mercato, il “piccolo Timoniere” lasciò intendere che costoro avrebbero potuto utilizzare la propria carica per muovere leve economiche ed entrare felicemente nella dimensione del benessere: “arricchirsi è glorioso” ma “qualcuno si arricchirà prima di altri”, furono le pietre miliari in forma di slogan per questa riconversione culturale, prima ancora che economica.
Oggi, la situazione è palesemente sfuggita di mano e l’odio popolare nei confronti dei funzionari cresce di pari passo con le loro ricchezze e con l’indice Gini (il coefficiente che misura la diseguaglianza in un dato Paese, che in Cina è ormai superiore a quello statunitense ed europeo).
“Corruzione” è la parola passe-partout con cui la stessa leadership tende a spiegare qualsiasi stortura del modello Cina, ma cambiare il corso degli eventi in un Paese dove il potere è formalmente centralizzato (il partito unico), ma di fatto disseminato in una miriade di istituzioni locali – cioè nicchie di discrezionalità e privilegio – è più difficile che smuovere le montagne.
Il problema non è solo “morale”. La vera questione è che oggi la Cina sta cercando di riconvertire la propria economia ormai insostenibile, rendendola meno veloce/energivora e più qualitativa/egualitaria.
Per farlo, ha bisogno di destinare risorse economiche a tutti quegli investimenti che le permettano di scalare la catena del valore: istruzione, tecnologie, innovazione. Purtroppo le risorse sono invece fagocitate dal buco nero dei bad loans (crediti tossici) che finiscono inevitabilmente nelle varie bolle speculative, di cui quella immobiliare è la più nota.
Chi è il responsabile principale di questa deviazione di soldi pubblici? Il funzionario locale, che per fare bella figura (e carriera) con le performance in termini di Pil della propria amministrazione e intascarsi qualche mazzetta, vende terreni ai palazzinari locali e sceglie la via del mattone e della colata di cemento come puntata sicura.
Il Pil è infatti quel criterio di misurazione che mette alla voce “crescita” sia il fatturato della fabbrica chimica che inquina un lago, sia quello della azienda di disinfestazione chiamata poi a ripulire il lago stesso: un gioco a somma zero (se va bene) che invece, nella logica economicista diventa somma di ricchezza.
Purtroppo, di laghi irrimediabilmente inquinati la Cina ne ha un po’ troppi. Ed ecco i nuovi criteri di valutazione per i funzionari.
Dietro ai consueti richiami agli “ideali comunisti”, al “marxismo” e al “socialismo con caratteristiche cinesi”, Xi lascia di fatto intravedere un ruolo sempre più importante per la commissione centrale di Disciplina e Ispezione – guidata dall’efficiente “fustigatore” Wang Qishan – che presumibilmente rafforzerà le proprie strutture a livello locale.
Come tutte le nuove norme che in questo enorme Paese piovono dall’alto, bisognerà poi capire se i nuovi criteri di valutazione dei funzionari avranno vita facile a livello locale, dove l’inerzia impressa da Deng continua a costruire ricchezze e carriere.
[Scritto per Lettera43; foto credits: csmonitor.com]