Grande partecipazione da parte della comunità digitale nel seguire i funerali di Shinzo Abe. Oltre a cordoglio e condoglianze anche opposizione e sufficienza da parte degli utenti, per una cerimonia di stato circondata da polemiche e curiosità virtuali.
Oltre 4,100 persone si sono riunite al Nippon Budokan a Tokyo il 27 settembre per il funerale di stato di Shinzo Abe, il premier giapponese ucciso durante un comizio elettorale lo scorso luglio. Conosciuto come il premier che è stato più a lungo in carica nel periodo del dopoguerra, Abe si è negli anni guadagnato fama e infamia da parte dei suoi colleghi nazionali e internazionali.
Al funerale erano presenti per porgere un ultimo saluto all’ex premier giapponese oltre 700 funzionari e diversi capi di stato da tutto il mondo. Tra loro anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi, l’ex-premier britannica Theresa May e la vice presidente statunitense Kamala Harris.
Grande partecipazione anche da parte dei cittadini giapponesi, che hanno atteso per ore in ordinata fila per ricordare Abe. Erano circa 23mila. Lasciavano un mazzo di fiori. Omaggiavano con una preghiera l’ex premier. Osservavano il lutto di un omicidio inaspettato.
Ma mentre solo una piccola folla di persone si riuniva al Budokan, sono state centinaia di migliaia le persone che hanno trovato modi nuovi e originali di esprimere il proprio cordoglio. E lo hanno fatto online. A partire da Twitter, dove l’hashtag “Arigatou Abe-san” (Grazie Abe) ha in pochissime ore raggiunto più di 70 mila tweet da account geolocalizzati in giappone. “Menomale che alla fine l’hanno fatto il funerale di Abe, ho l’impressione che sia finalmente un elemento unificante per il popolo giapponese,” ha commentato un utente. Per tutto il pomeriggio, temi come l’offerta dei fiori o il discorso commemorativo da parte del primo ministro Fumio Kishida sono rimasti tra i trend della piattaforma statunitense, continuando ad alimentare una discussione cara alla comunità internazionale quanto alla sfera digitale giapponese.
Una venture privata ha inoltre dato vita al sito Arigatou Abe Souri (Grazie Primo Ministro Abe). Si tratta di un indirizzo dedicato che dà opportunità agli utenti di lasciare un fiore di loro scelta per l’ex-premier nipponico, allegando un messaggio virtuale. Tutto online. Tutto gratuitamente. Tutto per riunirsi nella comunità digitale e commemorare insieme l’ex premier. I messaggi sono stati dei più disparati, dai lunghi paragrafi articolati che ringraziano Abe per “avere restituito l’orgoglio di essere giapponesi” a chi si trova più critico nei confronti del defunto Abe. A prevalere però è un senso di nostalgia positiva mista a tenera compassione. Sulla piattaforma dell’uccellino blu uno, per esempio, uno dei tweet maggiormente condivisi è quello di un tredicenne, che commenta: “Non sono interamente sicuro di cosa Abe abbia fatto di concreto, ma so che hai cercato di dare energia a questo paese. Quando sarò grande, voglio anche io essere d’ispirazione alle persone, come Abe-san.”
La sera del 27 settembre il sito dedicato al lutto virtuale ha raccolto ben 405 mila persone che hanno voluto lasciato un fiore. Visto il grande successo di questa bizzarra ma efficace modalità di condivisione del dolore nazionale collettivo, i creatori del sito hanno deciso di lasciare la piattaforma aperta per ulteriori “donazioni floreali” per altri due giorni.
Non è stato però tutto rose e fiori.
L’annuncio di un funerale di stato con tutti i crismi a seguito del decesso di Abe era stato annunciato da tempo dal premier Kishida, ma non tutti hanno approvato questa decisione. Molte le polemiche da parte della componente politica così come dalla popolazione, con qualche timida protesta cittadina proprio nel giorno della cerimonia funebre. E anche in questo senso i social si sono mostrati teatro perfetto per riversare lo scontento di alcuni. Diversi utenti hanno infatti considerato eccessivamente oneroso il dispendio necessario per il funerale (stiamo parlando di 11.5 milioni di euro) e sulle piattaforme social sono diventati virali anche foto, articoli e commenti che dipingevano in chiave negativa l’ultimo saluto all’ex premier. L’hashtag “contro il funerale di stato di Abe” ha per esempio registrato oltre 180 mila tweet in un solo giorno. “E’ come se al primo ministro importasse più di un funerale rispetto alle alluvioni a Shizuoka,” lamenta un utente. Convinti dell’ingiustizia di questo dispendio di denaro pubblico, decine di migliaia di manifestanti hanno concluso la giornata di proteste sempre online, considerando la giornata trascorsa come un “momento storico in cui ricordare al governo che il 60% della popolazione era contro il funerale”.
Di Arielle Busetto, Tokyo.