Giovedì 7 aprile la Corte d’appello di Milano ha ribaltato la sentenza in primo grado di Busto Arsizio, condannando l’ex presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi e l’ex ad di AgustaWestland Bruno Spagnolini per i reati di false fatture e corruzione internazionale relativi al presunto giro di mazzette legato alla fornitura di elicotteri «di lusso» al governo indiano. Una sentenza che da New Delhi osservano di certo con attenzione.Il giudice della Corte d’appello ha stabilito pene pari a 4 anni e mezzo (Orsi) e 4 anni (Spagnolini) per i due ex dirigenti, in aggiunta alla confisca di 7,5 milioni di euro e al versamento di 300mila euro all’Agenzia delle entrate.
I reati contestati fanno riferimento al giro di tangenti che avrebbe avvantaggiato AgustaWestland (controllata da Finmeccanica) nella trattativa per la fornitura di 12 elicotteri «di lusso» al governo indiano. Una commessa pari a 556 milioni di euro che la compagnia italiana aveva vinto nel 2010, secondo gli inquirenti, dopo aver pagato sottobanco funzionari del governo o dell’esercito indiano.
Al primo grado di giudizio, nell’ottobre del 2014, Orsi e Spagnolini erano stato assolti dal reato di corruzione internazionale poiché «il fatto non sussiste». La sentenza in Appello – di cui verranno pubblicate le motivazioni entro 15 giorni – dice esattamente il contrario, confermando l’esistenza di un flusso di denaro illegale che ha toccato Mauritius e Singapore, fino ad arrivare «a destinazione».
Il terminale di queste mazzette è il tassello che più interessa New Delhi, dove c’è un processo ancora aperto per la medesima vicenda. Se la sentenza indica che Orsi e Spagnolini avrebbero corrotto qualcuno, al momento non è ancora chiaro chi fosse il destinatario indiano delle tangenti. In passato i sospetti si sono concentrati sull’ex maresciallo dell’aeronautica indiana Tyagi, che avrebbe fatto da facilitatore per Finmeccanica modificando i parametri per la partecipazione alla gara d’appalto del governo indiano. Ipotesi che le difese di Orsi e Spagnolini escludono, considerando Tyagi troppo poco influente.
Gli avvocati di Orsi e Spagnolini, annunciando un ricorso in Cassazione, hanno descritto la sentenza in Appello come «inspiegabile», paventando anche gli estremi di violazione di una sentenza della Corte europea dei diritti umani che indica come una sentenza in secondo grado non possa ribaltare il verdetto del primo grado senza riascoltare i testimoni del grado precedente.
Persone informate dei fatti come Guido Haschke, il consulente italoamericano che, nel medesimo procedimento penale, aveva patteggiato a un anno e 10 mesi di reclusione ammettendo il reato di corruzione internazionale.
Il caso, in Italia, al momento coinvolge solo le persone giuridiche di Orsi e Spagnolini, non le rispettive aziende (dalle quali si erano entrambi licenziati, Orsi in particolare con una lettera inviata dal carcere): le accuse a Finmeccanica erano state archiviate, mentre AgustaWestland aveva patteggiato coi pm il pagamento di «sanzioni amministrative di natura pecuniaria di limitata entità».
Altro personaggio centrale nel processo è il faccendiere Christian Michel, di cui avevamo parlato qualche tempo fa in relazione a una lettera che lo stesso Michel – da Dubai – aveva inviato al Tribunale del mare di Amburgo (Itlos) e alla Corte permanente di arbitrato dell’Aja, divulgando i contenuti di un colloquio segreto tra il premier italiano Matteo Renzi e il premier indiano Narendra Modi: Modi avrebbe chiesto a Renzi informazioni sui contatti tra Michel e Sonia Gandhi in cambio di un rilassamento della posizione indiana nel caso Enrica Lexie.
Le autorità indiane, all’epoca, dichiararono che le lettere di Michel fossero «troppo ridicole per meritare una risposta».
Al momento Michel è ricercato dal Central bureau of investigation indiano (Cbi, l’Fbi di New Delhi).
[Scritto per Eastonline]