Ke Na Ko: "è tempo", di fare business con il Sudafrica. Uno dei padiglioni più attesi, non solo per il prossimo campionato del mondo di calcio, ma anche per consolidare rapporti commerciali ed economici con la Cina. Una doppia vetrina in cui mostrare i propri tesori, anche innovativi e tecnologici.
I responsabili del padiglione sudafricano però ci tengono ad una informazione che mi ripetono costantemente, appollaiati accanto alla mascotte di Sudafrica 2010: il padiglione grazie ad un maxi schermo trasmetterà in HD tutti i mondiali di calcio, per la gioia di appassionati e curiosi (e molti dei vari staff africani ed europei lì vicino).
E’ tempo di fare business, si diceva, ma un business sostenibile, ecologico e improntato ad un uso intelligente e solidale della tecnologia. Partendo dalle necessità pratiche: il governo nel 1994 ha lanciato un massiccio programma di elettrificazione nazionale per le aree svantaggiate. “Abbiamo portato la cifra della fornitura di energia elettrica dal 36% al 90% delle famiglie urbane, e dal 12% al 52% delle famiglie rurali. In cinque anni, abbiamo fatto più un milione e mezzo di connessioni”.
A quel punto si è puntato su energia solare ed eolica: dal 2009, il Sudafrica e la statunitense Clinton Climate Initiative (CCI) hanno firmato un accordo per la creazione di un parco di 5 mila megawatt solari, utilizzando specchi per concentrare la luce solare in un fascio concentrato, che a sua volta viene utilizzato come sorgente di calore per una centrale elettrica convenzionale. Per la prima volta in Sud Africa un progetto di energia eolica viene svolto un progetto pilota di fornitura di 13,2 gigawattora di elettricità all’anno per la città di Cape Town. Si tratta di una partnership innovativa tra investitori locali e stranieri, sudafricani e danesi già a buon punto. “La città di Cape Town si propone di trovare 10% della propria energia da fonti rinnovabili entro il 2020”.
Nel padiglione non è mostrata, per ora, la macchina solare in grado di fare 200 chilometri senza ricarica, mentre in bella mostra c’è un satellite, il SumbalandiaSAT, tecnologia sudafricana, in grado di permettere di visualizzare dati di osservazione geologici e non solo, sull’intero continente africano. Il Sudafrica ha deciso di distribuire questi dati a tutte le altre nazioni senza alcun costo.
[Anche su wired.it ] [Foto da http://www.nussli.com]