Elp. Una questione di budget

In by Simone

Prima è stata chiamata la “crescita pacifica” poi “sviluppo pacifico”. In ogni caso il Pcc tiene le redini del corpo militare più grande del mondo: l’Esercito di liberazione popolare, 2 milioni e 300 mila unità, che dal 1989 gode di un costante incremento costante della spesa militare. E nel 2014 crescerà ancora del 12,2 per cento.
Ogni marzo all’interno della legge finanziaria complessiva, il governo cinese pubblica i dati sulle spese militari. E negli ultimi vent’anni sono sempre cresciuti di percentuali a due cifre. Così dai 14,6 miliardi di dollari del 2000, siamo arrivati ai 114,3 del 2013. Attualmente la sua spesa militare è seconda solo a quella degli Stati Uniti.

A gennaio di quest’anno IHS Jane’s – un’agenzia di analisi e consulenza statunitense – ha previsto una crescita di 148 miliardi di dollari, ovvero il 6,3 per cento in più rispetto all’anno precedente. Ma all’apertura dell’Assemblea nazionale queste stime si sono rivelate moderate. Il budget destinato alla difesa nel 2014 salirà ancora del 12,2 per cento.

Secondo la stessa agenzia gli Stati Uniti spenderanno invece 574,9 miliardi contro i 664,3 dell’anno scorso (-1,3%). In ogni caso entro l’anno prossimo la Cina spenderà per la difesa più di Gran Bretagna, Germania e Francia messe insieme, e si prevede che nel 2024 la cifra destinata al budget militare supererà quella dell’intera Europa occidentale.

Inoltre, è importante notare, che i dati ufficiali cinesi sollevano molti dubbi e che molte voci riconducibili alla difesa non sono inserite nel budget (le stesse voci sono invece inserite nelle stime pubblicate oltre muraglia). Una situazione informativa difficile da sbrogliare. La ricerca tecnologica finalizzata alla modernizzazione degli armamenti, ad esempio, è inserita nel bilancio del ministero della scienza e della tecnologia; i costi di mantenimento delle guarnigioni di stanza nelle province, secondo alcuni, sono a carico dei governi locali; l’importazione di armi tecnologicamente avanzate, sostengono altri, potrebbe non essere contabilizzata nel budget della Difesa.

Per questo motivo, l’International institute for strategic studies di Londra ritiene che le spese cinesi per la Difesa siano in realtà di circa il 40 per cento superiori a quanto dichiarato. Il che, per altro, significa meno del 2 per cento del Pil, molto meno di quanto spendono gli Usa. Secondo Tom Holland, analista economico del quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, se si utilizzano la teoria della parità dei poteri d’acquisto e i tassi di cambio calcolati dal Fondo Monetario Internazionale, il budget cinese per la Difesa per il 2013 dovrebbe essere rivalutato del 50 per cento.

E se si considera la “spesa nascosta” di Pechino – aggiunge – il valore reale del budget arriverebbe a circa il doppio di quanto dichiarato ufficialmente. Una cifra che comunque sarebbe seconda solo ai soldi investiti dagli Usa nella difesa.

L’aumento del budget destinato alle spese militari ha permesso alla Cina di acquistare la sua prima portaerei (la Liaoning, ristrutturata da una nave sovietica nel 2012) e di dotarsi dei cosiddetti “aerei invisibili” (test di volo nel 2011). Questo crea ulteriori tensioni nei complessi rapporti delle nazioni della cosiddetta regione Asia-Pacifico. Ma secondo diversi analisti un esercito più forte, non aumenterà le probabilità di conflitto regionale. La priorità del paese è ancora di affrontare le preoccupazioni nazionali.