Il mondo intero in queste ore presta un occhio di riguardo al testa a testa presidenziale. Da fido alleato degli Usa in Asia, Il Giappone è in cima alla lista di priorità del "secolo americano del Pacifico." Qui, più di tutti una città e una comunità aspettano un nuovo successo di Obama: la città di Obama.A quattro anni dalla storica vittoria di Barack Obama, anche quest’anno c’è chi dall’arcipelago del Sol Levante guarda all’altra sponda del Pacifico con impazienza, in attesa di una riconferma del presidente uscente o della vittoria del repubblicano Mitt Romney.
"Obama-shi", in Giappone, è il termine usato dalla carta stampata per riferirsi all’inquilino uscente della Casa Bianca. Sei anni fa, il "signor Obama" in visita in Giappone era diventato protagonista di un simpatico siparietto. Mentre gli timbrava il passaporto l’impiegato dell’ufficio d’immigrazione dell’aeroporto Narita a Tokyo aveva fatto sapere all’allora senatore democratico dell’Illinois, con visibile emozione, di essere originario di una città chiamata Obama. Obama-shi, appunto.
Del fortunato impiegato della dogana giapponese non si sa più nulla. Su Obama, il primo presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti, non è necessario aggiungere altro. Obama, la città, invece ha subito attirato la curiosità dei principali media internazionali, ritrovandosi a condividere in parte il successo dell’attuale inquilino della Casa Bianca.
Domani, appena prima che il Giappone venga a conoscenza dei risultati delle elezioni americane, a Obama si terrà una speciale cerimonia per la sperata rielezione del presidente Obama. Anche se nessuno a Obama potrà votare per Obama, tutti sono pronti. L’organizzazione ruota intorno a un gruppo di entusiasti del 44esimo Presidente degli Stati Uniti e al loro capo spirituale-businessman Fujiwara Seiji. L’associazione "Obama per Obama" per domani non ha lasciato nulla al caso.
Il programma della giornata in "supporto alla vittoria di Obama" prevede musica dal vivo, balli e un costante update in diretta sul testa a testa Obama-Romney. Poi una cena leggera a base di pollo, uno dei piatti preferiti dell’ex senatore democratico dell’Illinois e, a conclusione del "Super martedì" americano (tecnicamente "Super mercoledì" in Giappone) una sessione di preghiera propiziatoria. Manco a dirlo, per la vittoria del Presidente uscente.
La cittadina della prefettura di Fukui – poco più di un paesino di campagna per gli standard giapponesi – nel Giappone centro-occidentale conta poco più di 30mila anime. Fino all’esplosione dell’"Obamania" nel 2008 qui si viveva soprattutto di pesca e artigianato tradizionale.
Oggi una delle principali attrazioni turistiche locali è l’area di sosta sulla provinciale 24 della prefettura di Fukui, dove una sagoma cartonata del presidente Obama accoglie gli avventori. All’interno, sugli scaffali è disposto il kit del vero Obamaniaco: T-shirt, orologi Citizen da tasca, custodie per smartphone e cappellini con il ritratto del presidente Usa. E lo slogan "I love Obama" in bella mostra.
Le magliette, in particolare, rivelava ad agosto scorso al Wall Street Journal Yamamoto Shinobu, manager del punto vendita,"sono popolari tra i più giovani"."Qualunque sia l’esito delle elezioni di novembre, rimarranno in vendita".
Con Barack Obama alla Casa Bianca, l ‘amministrazione cittadina di Obama ha tentato di avviare un boom del turismo, sfruttando l’omonimia con l’uomo più potente della Terra. Come riferisce il sito internet della città, si sono moltiplicati locali e sale da Pachinko (uno dei passatempi preferiti dai giapponesi, a metà tra le slot machine e il flipper) dal nome evocativo: "Presidente"; pasticcerie locali hanno iniziato a sfornare "Obama manju" (dolci ripieni di pasta di fagioli rossi dolci) e nei ristoranti hanno iniziato a essere serviti hamburger chiamati Obama.
Anche se le campagne per favorire il turismo non hanno avuto i risultati sperati, il signor Fujiwara rimane speranzoso. "Nel 2008 sono arrivati più turisti del solito e anche molti americani". Tuttavia, aggiunge, la città di Obama aspetta ancora un turista.
"Un giorno spero che lui venga a trovarci. Che sia il presidente Obama o l’ex-presidente Obama, non ci interessa". Il presidente Usa uscente nelle sue due precedenti visite in Giappone nel 2009 e nel 2010, infatti, non si era spinto fino alla costa occidentale dell’arcipelago.
Nonostante tutto, il Giappone, o almeno Obama, è con Obama.
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[foto credits: seetell.jp]