L’indagine mostra che alla fine dell’anno scorso le L.I.C. create in Cina erano più di 6500. “Il management di alcune delle piattaforme finanziarie dei governi locali è irregolare, e la loro profittabilità e la loro capacità di ripagare i debiti è da considerarsi scarsa- ha dichiarato il direttore generale dei revisori dei conti Liu Jiayi secondo quanto riporta la trascrizione del suo discorso-, alcuni governi locali hanno offerto garanzie non adatte oppure hanno direttamente emesso dei bond, mentre altri fanno eccessivo affidamento sulla terra per onorare i crediti ottenuti”. Secondo i dati raccolti dai revisori dei conti del governo centrale, ben 148 L.I.C. hanno già accumulato più di 8 miliardi di yuan di debito complessivo (pari a 872 milioni di euro), mentre più del 5% di queste agenzie hanno impiegato nuovi prestiti per ripagare vecchi debiti.
Il rapporto mostra inoltre che i governi di 12 province, 307 città e 1131 cittadine si sono impegnate a utilizzare come unica fonte per ripianare i debiti contratti con le banche i profitti ricavati dalla vendita dei terreni, che in Cina sono di proprietà dello stato: la cifra complessiva di questa voce ammonta a 2550 miliardi di yuan (pari a 278 miliardi di euro). Più di 35 miliardi di yuan (3.8 miliardi di euro) inoltre, sarebbero stati investiti nel mercato azionario, in quello immobiliare o in progetti non autorizzati. “Suggeriamo che il governo autorizzi i governi provinciali e alcune municipalità a piazzare sul mercato una somma appropriata di debito- ha detto ancora Liu nel suo discorso-, un piano che dovrebbe prima ottenere l’approvazione del Consiglio di Stato”.
I primi allarmi sull’enorme quantità di debiti accumulati dalle L.I.C. con le banche si erano diffusi già lo scorso anno: un rapporto della China Banking Regulatory Commission pubblicato dal settimanale Caixin a luglio riportava una cifra differente e sosteneva che fino ad allora le Local Investment Companies avessero ottenuto prestiti per 7660 miliardi di yuan (835 miliardi di euro, al cambio attuale), dei quali il 23% andrebbe ormai classificato come credito in sofferenza e il 50% avrebbe un esito “incerto”. Secondo una stima indipendente del gruppo di ricercatori della Northwestern University of Illinois sotto la guida del professor Victor Shih, i prestiti concessi alle LIC ammonterebbero invece a più di 11mila miliardi di yuan (quasi 1200 miliardi di euro).
Da tempo la Banca centrale cinese emette comunicati e regolamenti per impedire agli istituti di credito di incrementare ulteriormente il credito accordato alle amministrazioni locali. Oggi, con la comunicazione delle statistiche ufficiali, il governo centrale di Pechino ha preso definitivamente posizione su una situazione che rischia di mettere a repentaglio la salute delle principali banche cinesi.
[Pubblicato su AGICHINA24 il 27 giugno 2011]