“Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica curata in collaborazione tra China Files e Istituto Confucio di Milano. Lo Zhejiang apre la strada alla digitalizzazione del futuro. Ma cosa significa sviluppo high tech in Cina?
A Ningbo, città costiera nella provincia dello Zhejiang, si è svolta dal 15 al 17 ottobre l’undicesima edizione della Smart City and Intelligent Economy Expo, un convegno incentrato quest’anno sul tema “Digital Drive Intelligent Development”. Lo Zhejiang sta investendo enormi risorse per una versione 2.0 dell’economia digitale, che segue le linee guida del “No. 1 Project”. Ma di cosa si tratta? Il No.1 project è un ambizioso piano di sviluppo dell’economia digitale per rimodellare industria, servizi e settore primario grazie all’uso delle tecnologie avanzate e dell’informazione digitale.
Si tratta di un progetto complesso, che vede coinvolte dimensioni diverse ma complementari del sistema economico locale, con l’obiettivo di puntare allo sviluppo digitale avanzato della provincia. Le ramificazioni dell’economia digitale definite nel piano sono le più disparate: si parte dalla rivoluzione nel mondo automotive per arrivare ai progressi nell’uso dei big data per i servizi finanziari. A fare da capofila alla nuova rivoluzione economica è la cosiddetta industria 4.0, fatta di mezzi automatizzati intelligenti e complessi software di programmazione della produzione, ma non solo.
Economia digitale: un percorso, più che un obiettivo
Migliorare l’ecosistema dell’economia digitale è un processo complesso e multisettoriale, che comprende capacità di approvvigionamento, condizioni di mercato e ambiente istituzionale predisposti all’innovazione e dotati dei mezzi necessari per implementarla. La Repubblica Popolare non manca di queste capacità, ed è stata indicata spesso dagli analisti come un’economia digitale in rapida crescita. Un’economia “emergente”, che sta vivendo un momento di forte sviluppo grazie all’ambiente favorevole agli investimenti e ai ridotti costi dell’innovazione sostenuta dai capitali statali. Un esempio di questo processo è la creazione di zone economiche speciali, luoghi dove la tassazione è ridotta come incentivo all’investimento sul territorio nei settori sostenuti da Pechino. Un modello che è diventato con il tempo un’ispirazione anche fuori dai confini nazionali.
La Cina è inoltre posizionata tra le cosiddette economie del “boom digitale”, ovvero tutti quei paesi che hanno saputo creare le basi per espandere la digitalizzazione in tempi relativamente brevi. Esempi di questo adattamento in Cina sono stati la spinta verso l’accesso ai servizi tramite la connessione internet da cellulare e le campagne di deviazione del capitale umano verso il settore tech.
Insieme alle tecnologie industriali, la stagione migliore è quella vissuta dal commercio online, che a partire dal 2009 è cresciuto del 94%. Nel 2020 le vendite sulle piattaforme eCommerce hanno raggiunto i 710 milioni di utenti attivi, oltre il 70% degli abitanti totali. La maggioranza degli acquirenti è ancora composta da piccole-medie aziende, ma crescono anche le vendite al dettaglio grazie al boom dello streaming come forma di promozione dei prodotti. Gli store digitali come cassa di risonanza delle imprese cinesi hanno presto attirato l’attenzione del governo centrale, che li ha inclusi nella strategia per promuovere lo sviluppo economico dei villaggi rurali.
I numeri dell’economia digitale nello Zhejiang
La provincia dello Zhejiang è una delle aree più proficue nel settore dello sviluppo economico high tech. Come annunciava la relazione annuale del governo locale dello scorso giugno 2021, il valore aggiunto delle industrie dell’economia digitale nell’area è aumentato del 15% rispetto all’anno precedente, contribuendo al 34,9% del Pil provinciale. Ciò ha permesso alla provincia orientale di posizionarsi al primo posto dell’indice di avanzamento industriale nel settore digitale dell’intero paese, con cifre che crescono anno per anno. Parlando di classifiche, sono cinque le big tech con sede nello Zhejiang inserite tra le migliori 500 a livello globale. Alibaba (63), Geely, Commodities, Qingshan e Hailiang sono infatti promosse tra le più promettenti realtà high tech, aprendo la strada alle più disparate applicazioni dei sistemi digitali nell’economia reale.
Tra le città più promettenti emerge Ningbo, dove si è tenuta l’ultima fiera internazionale dedicata allo sviluppo digitale 2.0. La città metropolitana conta più di un milione di imprese, per un valore aggiunto di circa 78,7 miliardi di dollari. Tra queste c’è una forte tendenza al miglioramento dell’infrastruttura digitale e all’industrializzazione 4.0. Per permettere questi progressi il governo regionale ha investito nella rete 5G, passando dalle 15,770 stazioni base del 2020 alle attuali 62,200. Inoltre, per sostenere l’elaborazione dei dati necessari allo sviluppo digitale, negli ultimi anni sono stati costruiti 193 nuovi data center. Crescono di anno in anno anche i nuovi brevetti nel campo dell’economia digitale, arrivati a 65 durante l’anno in corso.
Un problema dello slancio verso la nuova economia digitale è, però, quello dell’adattamento della popolazione e dei lavoratori a una struttura in continua ridefinizione. Questo comprende sia la rivoluzione dei servizi di base, sia la problematica dello spostamento delle risorse umane in nuovi settori. Alla fine del 2020, nello Zhejiang, c’erano più di 17 mila locali dedicati alla transizione digitale, luoghi dove i cittadini possono informarsi e ricevere assistenza per collegarsi ai servizi amministrativi online. A oggi il 91,3% dei villaggi dello Zhejiang possiede questi hub per i servizi pubblici digitali, che vanno dalla registrazione dei documenti alla prenotazione di un appuntamento dal medico. Per quanto riguarda la ridefinizione del mercato del lavoro, anche Pechino dovrà fare i conti con un’economia più stagnante e con settori avidi di capitale umano che deve essere creato: una sfida in cui la Cina non è sola al mondo, ma che ancora necessita di soluzioni innovative.
Formazione in Lingua e letteratura cinese e specializzazione in scienze internazionali, scrive di temi ambientali per China Files con la rubrica “Sustainalytics”. Collabora con diverse testate ed emittenti radio, occupandosi soprattutto di energia e sostenibilità ambientale.