Foto erotiche e dati sensibili chiesti a ragazze in cambio di prestiti. È la nuova frontiera dello «shadow banking» cinese, messa in luce da un’inchiesta giornalistica. Il fenomeno è legato al proliferare di piattaforme peer-to-peer e contribuisce a far crescere la montagna del debito. Luotiao fangkuan, alla lettera «prestiti nudi». Di nudo, qui, ci sono ragazze che offrono come collaterale per ottenere prestiti online a tasso di strozzinaggio le proprie foto discinte, tant’è che la stampa in lingua inglese ha già ribattezzato il modello creditizio «loan-for-porn». È il nuovo scandalo legato all’opaco mondo del credito cinese, messo in luce da un’inchiesta del Nanfang Dushibao – un quotidiano di Guanzhou noto per i suoi scoop – e poi ripresa dai maggiori media e dai social network.
Il fenomeno avrebbe avuto origine su una piattaforma di credito peer-to-peer – Jiedaibao, che significa «tesoro del credito». È un sito di grande successo, che mette in contatto creditori e debitori e che nell’agosto dell’anno scorso annunciò di avere raccolto fino a 2 miliardi di yuan in finanziamenti, cioè circa 270 milioni di euro. Oggi, i responsabili di Jiedaibao si chiamano fuori, spiegando in un comunicato che il loro servizio offre semplicemente una piattaforma dove domanda e offerta si incontrano, mentre il pre-accordo scandaloso – o adescamento che dir si voglia – avverrebbe in realtà su social generalisti e alla portata di tutti, come i servizi di messaggistica WeChat e QQ.
In pratica, le giovani vittime incontrano i propri creditori sui più comuni social media, poi accedono ai prestiti attraverso il sito peer-to-peer. A questo punto, si rendono conto di non poter corrispondere interessi usurai che raggiungono anche il 30 per cento, entrano quindi in un circolo vizioso che impone loro di cercare nuovi prestiti per ripagare quelli vecchi, finché non si imbattono in qualcuno che chiede loro di inviare foto di se stesse nude mentre mettono in mostra, insieme alle proprie grazie, la carta d’identità. Altri dati richiesti dallo strozzino: telefono, indirizzo di casa, nomi dei genitori, contatti di amici e matricola universitaria, tutte informazioni che si minaccia di rendere pubbliche se il debito non venisse saldato; ma in alcuni casi, le foto delle ragazze sono state messe in rete comunque.
Il meccanismo si basa chiaramente sull’inesperienza delle vittime, ma sullo sfondo c’è il diffusissimo fenomeno del «credito ombra», a cui in Cina si accede per fare di tutto. Lo usano i maschi che devono sposarsi e corrispondere quindi alle famiglie delle fidanzate il cosiddetto «prezzo della sposa» (una dote al contrario). Lo usano gli studenti che vogliono aprire una piccola attività o anche solo acquistare l’iPhone per se stessi o per la morosa. Lo usano i piccoli imprenditori in crisi. Così, i siti peer-to-peer sono proliferati a fianco delle attività di credito tradizionali appannaggio delle banche di Stato, che però difficilmente concedono prestiti ala gente comune. Questo sistema finanziario opaco e parallelo avrebbe già creato una bolla di cui non si conosce la dimensione, ma che preoccupa non poco le autorità cinesi.
[Scritto per "Il Venerdì" di Repubblica. Foto: South China Morning Post]