Dissidenti – Yang Maodong esce di prigione

In by Simone

Yang Maodong, attivista per i diritti umani è uscito dal carcere dopo cinque anni. Ha dichiarato di essere stato imprigionato ingiustamente e di non essere mai stato interrogato a proposito dei supposti affari illegali per cui era finito dentro. Gli avrebbero chiesto solo delle sue attività a favore dei diritti umani e lo avrebbero sottoposto a pratiche che "superano l’immaginazione umana".
Esce di prigione l’attivista per i diritti umani Yang Maodong, in arte Guo Feixiong, dopo cinque anni di carcere per “attività economica illegale”.
Il signor Yang, classe ’66, aveva lavorato come consulente legale per lo studio Shengzhi di Pechino e aveva fornito assistenza legale in diversi casi spinosi. Tra tutti, quello in cui gli abitanti del villaggio Taishi, nella provincia meridionale del Guangdong, volevano che venisse rimosso il capo del villaggio perché accusato di corruzione. Era il 2005 e Yang Maodong fu subito arrestato perché “sospettato di  disturbare l’ordine costituito”. Ma Yang era uno duro: nei tre mesi in cui fu detenuto portò avanti uno sciopero della fame di 59 giorni.
Poco dopo, lo studio per cui lavorava fu chiuso perché il suo fondatore, l’avvocato Gao Zhisheng, aveva rappresentato alcuni rappresentanti del Falun Gong e aveva criticato online il Governo cinese per come stava reprimendo quel movimento. A febbraio del 2006, Gao organizzò uno sciopero della fame per protestare contro il modo in cui il governo trattava gli attivisti per i diritti umani. Yang Maodong non solo partecipò, ma difese Gao Zhisheng quando fu arrestato nell’agosto dello stesso anno.
Fu arrestato anche lui poco dopo e accusato di “attività economica illegale” per aver curato (nel 2001!) un libro,  沈阳政坛地震 (Shenyang Zhengtan Dizhen, Terremoto politico a Shenyang), in cui si descriveva la corruzione dilagante della città del Liaoning, una provincia nordorientale.
A novembre del 2007 fu dunque condannato a una multa di 40mila yuan (circa 4mila euro) e a cinque anni di prigione.
È uscito ieri e, in un’intervista rilasciata all’Ap, ha dichiarato di essere stato imprigionato ingiustamente e di non essere mai stato interrogato a proposito dei supposti affari illegali per cui era finito dentro. Gli hanno chiesto solo delle sue attività a favore dei diritti umani e lo hanno sottoposto a pratiche che "superano l’immaginazione umana".

Yang non ha aggiunto altro, ma oggi Human Rights ha diffuso un comunicato ufficiale agghiacciante in cui si afferma che l’avvocato è stato interrogato per tredici giorni consecutivi senza che gli fosse concesso di dormire, che è stato legato a un letto di legno per quarantadue giorni e che è stato appeso al soffitto mentre ufficiali della polizia indirizzavano scariche elettriche sui suoi genitali.
Il comunicato non è stato smentito né confermato. “Sono la stessa persona che ero cinque anni fa. Nessun tipo di trattamento speciale può farmi diventare più radicale o cattivo. Il mio impegno nel difendere i diritti umani non è cambiato di una virgola”. È tutto quello che l’avvocato ha aggiunto.

Gao Zhisheng, invece, dopo una serie di disavventure legali, è scomparso il 21 aprile del 2010: doveva prendere un volo da Urumqi per tornare a Pechino.  [CAg] [Foto credits: chinalawandpolicy.com]