zhiguai

Dialoghi – Zhiguai di ieri e oggi

In Cina, Cultura, Dialoghi: Confucio e China Files by Sabrina Moles

Pur venendo rigettati dalle opere letterarie “alte”, i racconti del fantastico in Cina hanno sempre appassionato gli abitanti dell’Impero, prima, e della Repubblica popolare, poi. Oggi i temi e gli archetipi di questo genere tornano nell’animazione e nei videogiochi, riconquistando l’attenzione dei più giovani.“Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica in collaborazione tra China Files e l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano. Clicca qui per le altre puntate

Guai 怪, yi 异, qi 奇. Il soprannaturale, l’innaturale, l’estraneo. Sono tanti i termini che la lingua cinese utilizza per raccontare storie straordinarie, che superano i confini della ragione umana. Eppure, dall’antichità ai giorni nostri, in Cina il soprannaturale è sempre esistito nel limbo tra folklore e letteratura considerata degna di questo titolo. Prima rigettato dalla cultura “alta” delle corti imperiali, poi condannato dai primi movimenti rivoluzionari e infine scavalcato dal realismo di maoista memoria, ad oggi il genere del fantastico ha ritrovato un posto nel dibattito culturale mainstream grazie all’animazione. Le immagini delle brevi puntate animate di Zhongguo Qitan (conosciuto in inglese come Yao – Chinese Folktales, prodotto da Shanghai Animation Film Studio) hanno fatto il giro dei social e delle testate cinesi, incuriosendo anche appassionati di animazione da tutto il mondo. 

La serie, composta da otto episodi autoconclusivi della durata di circa 20 minuti l’uno, è costruita con tecniche narrative e stilistiche molto diverse tra loro. Il richiamo più immediato è quello all’ormai nota produzione Netflix “Love, Death and Robots”, ma con un tocco in più: l’evidente legame con i racconti e le figure della tradizione zhiguai.

Dove i miti diventano letteratura

Il genere zhiguai (志怪, letteralmente “racconti del soprannaturale/anomalo”) nasce in epoca Han (206- aC.-220 dC.), un periodo caratterizzato da tentativi di espansione dell’impero cinese e da contatti con il mondo esterno. Soprattutto all’inizio, durante la dinastia degli Han Occidentali, quando si registra un aumento dei commerci e una maggiore vivacità culturale

Il Buddhismo, che inizia a diffondersi nel regno in quel periodo, diventa una vera e propria fonte di ispirazione per la tradizione popolare. Una delle modalità per veicolare nozioni e valori di questa dottrina è, appunto, l’utilizzo di racconti ricchi di immagini e metafore. I nuovi concetti di karma e reincarnazione diventano ben presto spunti per storie di personaggi e luoghi “straordinari”, dai confini non sempre netti: le ambientazioni, spesso, vengono contestualizzate in un preciso momento storico, mentre altre volte i protagonisti si trovano a vivere situazioni fuori dal tempo e dallo spazio. 

Se lo zhiguai è un racconto breve e semplice, in epoca Tang questo tema viene incluso in un altro genere letterario molto più articolato nel linguaggio e nella trama, chiamato chuanqi (傳奇). Pur venendo considerato un tipo di letteratura “inferiore” rispetto alla poesia, la nascita del chuanqi ha permesso a immagini e archetipi dell’immaginario cinese di sopravvivere fino ai giorni nostri, anche grazie alla loro accettazione agli esami imperiali. 

Raccolte come le “Annotazioni sulla ricerca del soprannaturale” (Sou Shen ji) del IV secolo e i “Resoconti completi del periodo cronologico Taiping Xinguo” (Taiping guangji) del 978 sono alcuni dei più noti tentativi di sistematizzazione del racconto fantastico, mentre in epoca Qing (1644-1912) sarà il volume “I racconti fantastici dello studio di Liao” (Liaozhai Zhiyi) di Pu Songling a rappresentare la massima espressione della nuova diffusione del genere.

Animazione e rinascita dello zhiguai “pop”

Un ragazzo cammina da solo su un sentiero di montagna. Improvvisamente incontra una volpe dalle sembianze umane. La volpe è ferita e chiede al giovane di trasportarla fino a casa nella gabbia che porta in spalla. Una volta raggiunta la cima della montagna, la volpe estrae dalla sua bocca una concubina dalle sembianze di un coniglio e invita il ragazzo a mangiare e bere.

Quando la volpe si addormenta, ubriaca, il coniglio tira fuori dalla sua bocca un altro essere dalle fattezze di un maiale che, a sua volta, “vomita” la sua amante, un’oca. Rimasta sola con il ragazzo, l’oca gli chiede di fuggire assieme. Ma prima ancora che possa realizzare la sua richiesta, il risveglio dello spirito-volpe fa sobbalzare tutti i presenti, che “rientrano” ciascuno al suo posto, nella bocca dello spirito-animale che lo ha preceduto. 

L’episodio “Goose mountain” della serie animata Yao – Chinese Folktales è in molti aspetti fedele al racconto “Lo studioso di Yangxian”. Anche qui, come in diversi racconti zhiguai, gli uomini si trovano catapultati in un mondo fantastico, abitato da figure di animali con tratti umani, o da uomini e donne con poteri soprannaturali. Tra le figure più ricorrenti emerge quella della donna-volpe, un personaggio spesso ambiguo che può contemporaneamente portare alla dannazione o vivere il dramma di un amore impossibile. Anche il maiale, o il cinghiale, è spesso presente in queste narrazioni.

Non è lontano da questo immaginario uno dei più noti classici della letteratura cinese, il “Viaggio a Occidente” (Xi you ji), dove la compagnia che è in missione assieme al monaco Xuanzang per recuperare gli scritti del Buddha è composta dal re scimmia Sun Wukong, dal maiale Zhu Bajie e dal demone di fiume Sha Wujing. 

Il primo episodio della serie dello Shanghai Animation Film Studio inizia proprio con un episodio del “Viaggio a Occidente”, ma vissuto dal punto di vista di un piccolo demone-cinghiale che deve preparare una trappola seguendo gli ordini del suo re-demone. La figura di Sun Wukong viene invece celebrata in una serie (piuttosto lunga) di film e lungometraggi animati. E anche lo stesso Goku, il protagonista di Dragon Ball, richiama la personalità giocosa dello “scimmiotto”.

Animazione e modernità

La (ri)comparsa del soprannaturale ampiamente ispirato allo zhiguai nella cultura cinese contemporanea è un fenomeno che rappresenta la capacità di adattamento del racconto popolare del fantastico. In questo contesto l’animazione emerge come un mezzo per garantire una maggiore libertà creativa in un panorama culturale complesso. Le storie rappresentate si fanno più contemporanee, affrontando temi universali pur riuscendo a veicolare messaggi che si riferiscono alle difficoltà dell’attualità.

È quanto accade in episodi come “Fool and God” e “Old Man Yang”, dove le ambientazioni contemporanee sono solo uno dei livelli del reale. Allo spettatore appare un mondo densamente popolato dagli spiriti, i quali abitano nelle statue di un vecchio quartiere di hutong a Pechino, a ricordare la progressiva scomparsa dei quartieri “autentici” della Cina antica. I continui passaggi dall’essere umano allo spirito-animale, invece, fungono da monito al pubblico sulle conseguenze del progresso umano ai danni degli ecosistemi, raccontando storie di fiducia – talvolta tradita – tra i due mondi.