In Cina aumentano le cliniche di medicina cinese e cresce la popolarità tra i giovani. Il boom è da imputare ai social, ma anche a un sistema sanitario sotto pressione. “Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica in collaborazione tra China Files e l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano
Se si cerca “中医” ( zhongyi, letteralmente “medicina cinese”) su una qualsiasi piattaforma social cinese ci si troverà di fronte a una infinita serie di clip di docenti che mostrano come effettuare l’agopuntura o che spiegano le proprietà di un certo mix di erbe officinali. La maggior parte di loro indossa un camice bianco, come accade per il farmacista di quartiere o il personale sanitario di una clinica.
Nella Repubblica popolare la medicina tradizionale cinese (MTC) rimane una valida alternativa ai farmaci, ai trattamenti con macchinari e alle siringhe. Ma soprattutto si combina a quella “occidentale” nella cura del paziente. Non solo. Negli ultimi anni alcune pratiche finite nel dimenticatoio stanno tornando a far parte del patrimonio conoscitivo delle nuove generazioni.
In tal senso i social hanno un ruolo importante: da pochi anni cliniche e medici sono sbarcati sulle piattaforme di intrattenimento e chi sa farne buon uso viene premiato dall’algoritmo. Ecco quindi che tra un hashtag e una diretta streaming si può trovare la ricetta per una tisana che allevia il mal di testa, oppure una dettagliata spiegazione sulle possibili cause della cattiva digestione. Molti account precisano la necessità di non affidarsi solo ai video divulgativi ma di approfondire il problema con un esperto, evitando di “autodiagnosticarsi” problemi di salute.
La medicina tradizionale può infatti apparire più semplice e gestibile, ma non è così. Si tratta di un patrimonio molto ampio di nozioni, dove la “personalizzazione” dei rimedi è la base. Non è solo necessario conoscere rimedi e pratiche per alleviare un sintomo, ma serve anche saper “leggere” l’energia vitale che scorre all’interno della persona – il qi, 气. Non solo decotti e agopuntura, ma anche digitopressione, moxibustione ed esercizio fisico (per esempio la pratica del qi gong 功气).
Un fenomeno in crescita
I dati sulle cliniche di medicina tradizionale cinese rivelano una solida crescita. Il numero di ospedali che offrono la MTC è passato da circa 2.500 nel 2003 a 4 mila alla fine del 2015. Nel 2023, l’Amministrazione nazionale della medicina tradizionale cinese ha dichiarato che il 99% degli ambulatori a livello regionale e municipale offre un qualche tipo di servizio sanitario legato alle pratiche della MTC. Dal 2011, segnala l’Economist, il numero di praticanti autorizzati è aumentato di quasi il 50%, arrivando a 452 mila.
Nel frattempo, circa 60 mila medicinali della MTC sono stati approvati dall’ente governativo per la regolamentazione degli alimenti e dei farmaci. Si tratta di un numero imponente: un terzo del mercato farmaceutico cinese, il secondo più grande al mondo. Secondo gli analisti l’esistenza stessa della MTC è uno dei fattori che permette alla sanità cinese di resistere alla pressione demografica e all’invecchiamento della popolazione, offrendo servizi e cure laddove gli ospedali sono carenti o incapaci di stare al passo con la domanda.
La crescente popolarità della MTC è evidente anche negli ospedali del Paese. Nei primi due mesi del 2023, riporta un articolo pubblicato dall’agenzia stampa statale Xinhua, il Guang’anmen Hospital di Pechino – clinica della China Academy of Chinese Medical Sciences – ha registrato una media di 10 mila pazienti ambulatoriali al giorno. Il 36% dei quali, evidenzia l’articolo, hanno meno di 40 anni. “Da quello che ho visto, la percentuale di pazienti giovani è passata gradualmente da meno del 20% al 40%”, ha detto a Xinhua uno dei medici intervistati. Un trend ascendente confermato anche dalle stime nazionali.
L’aumento delle richieste di cure tradizionali sembra legato anche a un fattore economico. I un white paper pubblicato nel 2017 si afferma infatti che “nel 2015, le spese ambulatoriali per visita e le spese ospedaliere pro capite negli ospedali pubblici di MTC sono state rispettivamente dell’11,5% e del 24% inferiori rispetto a quelli degli ospedali pubblici di medicina generale”. La Cina ha un problema non indifferente con i mercati dei farmaci e più volte le autorità hanno preso parte a round di negoziati per chiedere una riduzione dei prezzi ai fornitori esteri. Per rendere la propria sanità sostenibile, negli ultimi dieci anni il governo ha ridotto, o addirittura eliminato in alcuni casi, i dazi su diverse tipologie di farmaci e prodotti sanitari importati.
Nuove regole e standard, ma anche tanta promozione
Per quanto la medicina cinese faccia parte del patrimonio culturale e sanitario del paese, la prima vera norma in materia è stata promulgata solo pochi anni fa, a luglio 2015. La legge è stata varata allo scopo di regolamentare in modo chiaro e onnicomprensivo l’intero settore in un momento in cui Pechino ha iniziato a comprenderne la ripresa. Oltre a stabilire gli standard di sicurezza per i farmaci della MTC e gli ingredienti che li compongono, il documento introduce anche dei controlli specifici sulle aziende che coltivano erbe medicinali (vietando, ad esempio, alcuni fertilizzanti).
Diversa, invece, la questione delle licenze per gli operatori del settore. Al fine di promuovere sempre di più le pratiche della medicina tradizionale, Pechino ha introdotto delle facilitazioni non indifferenti per coloro che desiderano lavorare in questo ambito. In passato, i medici di MTC dovevano qualificarsi prima di tutto come medici convenzionali e poi ottenere la licenza per la medicina tradizionale. Con la nuova legge è invece concesso diventare un medico di MTC con licenza superando esami locali di abilità pratica e ottenendo raccomandazioni da altri due operatori di confermata esperienza. Un fattore che ha scatenato non poche critiche e alimentato timori che potesse passare un disegno di legge volto proprio a penalizzare tali accuse.
Fuori dai confini cinesi il fenomeno è stato accolto da nuove misure contenitive. Nel 2019 ben otto scuole MTC sono state rimosse dalla World Directory of Medical Schools. La Federazione Mondiale per l’Educazione Medica (WFME) ha dichiarato che le scuole sono state escluse perché non offrivano programmi che portavano a qualifiche riconosciute come titolo medico per la pratica clinica al di fuori della Cina. Una decisione che ha suscitato preoccupazione tra i praticanti e gli studenti, soprattutto coloro che lavorano o desiderano praticare anche all’estero.
Formazione in Lingua e letteratura cinese e specializzazione in scienze internazionali, scrive di temi ambientali per China Files con la rubrica “Sustainalytics”. Collabora con diverse testate ed emittenti radio, occupandosi soprattutto di energia e sostenibilità ambientale.