“Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica in collaborazione tra China Files e l’Istituto Confucio di Milano.
Due parti di prosecco. Una di Aperol. E una spruzzata di acqua frizzante. Per gli italiani è l’abc dell’aperitivo, ma in Cina la cultura dello Spritz ha fatto presa sui consumatori solo in tempi recenti. A portarla è stata, come facile intuire, l’azienda milanese Campari, presente sul territorio cinese dal 2008. Dopo anni di crescita stabile, il brand ha trovato nuova linfa grazie a collaborazioni strategiche con colossi locali, ma le tensioni commerciali tra Repubblica popolare cinese ed Europa potrebbero presto spegnere la sete di affari appena rinata.
Campari in Cina: una storia lunga un decennio – Campari è operativa in Cina dal 2008. La svolta però c’è stata nel 2018, quando il brand milanese ha lanciato sulle piattaforme di e-commerce digitali cinesi come Tmall alcuni dei suoi prodotti di punta. Per meglio introdursi nel mercato cinese e conquistare il palato di quello che oggi conta come l’8% del ricavato totale dell’azienda (intesa tuta l’area Asia Pacifico), Campari ha spinto sull’Aperol, il bitter aperitivo dal sapore più dolce e quindi considerato più indicato per il gusto asiatico, specie quello cinese.
Nel Paese sono disponibile anche altri prodotti del marchio italiano come Cinzano, Campari e la SKYY Vodka. La strategia del marchio è stata quella di portare la cultura italiana (e soprattutto il lifestyle milanese) al servizio della classe media cinese e di quei millennials che in Italia avevano v iaggiato, rimanendone folgorati.
Spritz mania social – Ne è testamento lo sciame di video che negli ultimi tempi ha preso d’assalto le principali piattaforme social in Cina, da Douyin (versione originale in lingua cinese di Tik Tok) a Xiaohongshu (Little Red Book, molto simile a Instagram). Qui le foto di viaggio di diversi utenti sono affiancate da video di ricette per replicare il sapore del classico aperitivo, con qualche variante bizzarra.
Il Wugroni – Lo scorso novembre Campari ha avviato una collaborazione con il colosso statale Sichuan Yibin Wuliangye (in Cina dagli anni Ottanta la vendita di alcool non è più monopolio statale ma la maggior parte delle aziende in questo settore è affiliata al governo) per dare nuovo slancio al brand nel Paese. Le due aziende hanno firmato un memorandum of understanding per creare nuovi prodotti adatti al gusto cinese, consolidare i canali di distribuzioni e supportarsi nelle operazioni di marketing.Il signature cocktail di questa collaborazione sarà il Wugroni, un Negroni con una variante di baijiu (la grappa cinese, di cui vi abbiamo parlato qui) della Wuliang.
L’indagine cinese sul commercio di superalcolici frena Campari – La scorsa settimana il ministro del Commercio cinese Wang Wentao ha aperto un’indagine su alcuni superalcolici e liquori di provenienza europea. Il catalogo Campari non è direttamente nel mirino del governo cinese, che sta invece controllando i commerci di brandy e cognac francesi, ma a seguito dell’annuncio sulle restrizioni il titolo ha perso slancio in Borsa. Secondo diversi analisti si tratta di una mossa una risposta all’indagine lanciata dai vertici europei sulla concorrenza sleale della Cina in ambito di auto elettriche, ma che finirà inevitabilmente per coinvolgere anche il colosso italiano. Nello specifico, si tratta di un’indagine per dumping relativa al periodo 2022-2023 e che riguarda “gli alcolici importati a base di vino distillato in contenitori inferiori a 200 litri originari dell’Ue”.
Giornalista praticante, laureata in Chinese Studies alla Leiden University. Scrive per il FattoQuotidiano.it, Fanpage e Il Manifesto. Si occupa di nazionalismo popolare e cyber governance si interessa anche di cinema e identità culturale. Nel 2017 è stata assistente alla ricerca per il progetto “Chinamen: un secolo di cinesi a Milano”. Dopo aver trascorso gli ultimi tre anni tra Repubblica Popolare Cinese e Paesi Bassi, ora scrive di Cina e cura per China Files la rubrica “Weibo Leaks: storie dal web cinese”.