Agli Europei 2024 oltre un terzo degli sponsor di alto profilo è cinese. Ecco quali sono le aziende presenti nel campionato. “Dialoghi, Confucio e China Files” è la rubrica di China Files in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano.
Anche la Cina partecipa agli Europei 2024. Mentre la nazionale di calcio cinese continua a lottare per guadagnarsi un posto ai Mondiali 2026 che si disputeranno fra Canada, Messico e Stati Uniti, in questi giorni a Euro 2024 in Germania c’è anche un pezzo di Repubblica popolare difficile da ignorare: gli sponsor. Sono cinque le aziende cinesi che quest’anno partecipano al campionato di calcio europeo in qualità di partner, oltre un terzo del totale delle aziende contribuenti e un nuovo record per Pechino, che agli UEFA Euro 2020 contava 4 marchi orgogliosamente Made in China.
La presenza cinese all’evento calcistico più importante dell’estate non è passata inosservata. Il pubblico, che sta attivamente seguendo le squadre europee commentando il loro andamento online o partecipando in prima persona (a questo proposito l’emittente statale cinese CGTN segnala un incremento del turismo verso la Germania) alle partite, ha particolarmente apprezzato l’esposizione ricevuta dal Paese tramite le aziende sponsor, interpretandolo come un segnale di progresso. Dal lato europeo invece, diversi analisti hanno fatto notare come l’espansione di queste aziende sul piano internazionale sia utile per sopravvivere a un contesto economico domestico che rallenta, oltre che a consolidare la reputazione dei marchi cinesi.
Non a caso c’è un elemento chiave che accomuna gli sponsor cinesi a questa edizione degli Europei: sono tutte espressioni del settore tecnologico, nelle sue diverse sfaccettature. Ecco quali sono.
Gli sponsor cinesi agli Europei 2024
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- Hisense – La multinazionale cinese specializzata nella produzione di elettrodomestici ed elettronica di consumo leader in casa nella vendita di televisori è stata la prima a lanciarsi nelle sponsorizzazioni nei campionati di calcio, diventando partner del torneo europeo della UEFA nel 2016. È stato quello l’anno in cui la cosiddetta brand awareness, vale a dire la conoscenza a livello popolare di un marchio è più che raddoppiata nel Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna secondo un rapporto di Ipsos Group. Nel 2018 invece, l’azienda era tra gli sponsor della coppa del Mondo in Russia. Agli Euro’24, Hisense è anche partner tecnico, in qualità di fornitore ufficiale degli schermi per il Video Assistant Referee (VAR).
- BYD – È proprio vero che l’Europa non riesce a smettere di parlare di BYD, il gigante cinese del settore veicoli elettrici (EV) che all’inizio di quest’anno ha temporaneamente sorpassato Tesla diventando il più grande produttore di EV e che negli scorsi giorni è stato tra gli obiettivi dei dazi annunciati da Bruxelles (al 17%, da implementare a partire dal 4 luglio). Mentre l’Ue decide il da farsi è proprio BYD il partner di mobilità ufficiale dell’evento sportivo in Germania, scavalcando il gigante domestico Volkswagen.
- AntGroup – Dopo il ridimensionamento dell’ormai ex braccio finanziario di Alibaba e il profilo basso mantenuto fino allo scorso anno dal suo fondatore, Jack Ma, il gigante della tech finance AntGroup è tornato protagonista. Il segmento di pagamenti di Alibaba ha raggiunto un accordo per otto anni con la UEFA nel 2018. La prima partecipazione nel 2020 con un accordo siglato per 200 milioni di euro. Quest’anno, invece, nelle principali città tedesche l’azienda ha messo a disposizione la versione internazionale di AliPay, il sistema di pagamento che dal 2023 è stato esteso anche alle transazioni transnazionali e che ora consente di collegare una carta occidentale per pagamenti interni alla Rpc.
- AliExpress – Stesso discorso per AliExpress, l’ecommerce di Alibaba operativo anche sul piano internazionale. Nonostante le accuse di sfruttamento che circondano il settore dell’e-commerce, la presenza di AliExpress agli eventi sportivi è ormai pratica consolidata per sostenere all’estero la conoscenza del marchio e provare a migliorarne la reputazione. Emblematico in questo senso era stato il caso di Temu, azienda del fast fashion cinese che lo scorso anno ha pagato milioni per degli slot al Super Bowl statunitense (dove un segmento di 30 secondi di pubblicità costa circa 7 milioni di dollari.
- Vivo – Rinnovata partecipazione infine per Vivo, rappresentante del segmento smartphone nel panorama tecnologico cinese.
Assenze e presenze strategiche
Grande assente rispetto all’edizione 2020 (svolta però nel 2021 causa pandemia) è TikTok, ramo internazionale del social della cinese ByteDance. In quell’occasione era stata la prima piattaforma di intrattenimento digitale a sponsorizzare il campionato europeo. Da allora però il posizionamento internazionale nei confronti di TikTok è cambiato, complice la recente legge del Congresso degli Stati Uniti che ha imposto a ByteDance la vendita del ramo Usa pena il ban dell’app dal Paese. Situazione simile anche in Europa, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che lo scorso aprile ha detto di “non escludere” una messa al bando dell’app per ragioni di sicurezza. Attualmente in Europa sono 16 i Paesi che hanno vietato l’installazione dell’app ai funzionari governativi (Francia, Austria, Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio, Norvegia, Danimarca, Lettonia ed Estonia).
Di significativo c’è però che le 5 aziende cinesi che quest’anno sponsorizzano il campionato facciano tutte parte di quelle “quattro grandi vie” (四大赛道) indicate dai vertici cinesi come motore dello sviluppo industriale ed economico del Paese per il futuro: auto elettriche, smartphone, e-commerce transfrontaliero e nuove tecnologie di pagamento. L’obiettivo di Pechino rimane quindi sempre quello dello sviluppo tecnologico e della proiezione del Paese come potenza innovativa, nelle industrie domestiche, così come sui campi da calcio all’estero.
Giornalista praticante, laureata in Chinese Studies alla Leiden University. Scrive per il FattoQuotidiano.it, Fanpage e Il Manifesto. Si occupa di nazionalismo popolare e cyber governance si interessa anche di cinema e identità culturale. Nel 2017 è stata assistente alla ricerca per il progetto “Chinamen: un secolo di cinesi a Milano”. Dopo aver trascorso gli ultimi tre anni tra Repubblica Popolare Cinese e Paesi Bassi, ora scrive di Cina e cura per China Files la rubrica “Weibo Leaks: storie dal web cinese”.