La mia India – Di chi è comunque quest’acqua?

In by Gabriele Battaglia

Da 5 anni a questa parte Delhi ha svenduto terra e fiumi a investitori privati. In India si continuano a costruire dighe e impianti termoelettrici. Non sono gli indiani a trarne beneficio, ma le aziende private. E in molte zone, dice Zaidi, l’acqua potabile non arriva e i campi continuano a essere secchi. Ve li ricordate, mentre sono stati per 17 giorni nell’acqua alta fino al collo? Avete capito cosa stavano cercando di dire allo Stato e agli altri cittadini che possono trarre beneficio dal loro spostamento forzato?

Stavano dicendo che non era solo per la terra. Le loro stesse vite erano in gioco. Il governo del Madhya Pradesh aveva accolto alcune loro richieste, come abbassare l’altezza della diga di Omkareshwar sul Narmada (ma non appena un altro gruppo ha protestato, chiedendo che l’altezza della diga di Indira Sagar fosse abbasata, la polizia li ha portati via a forza dall’acqua).

Nelle ultime settimane, mentre ad Allahabad si celebrava il Kumbh Mela, una manifestazione popolare era in corso sulle sponde del fiume, con un discussione sulla crisi dell’area che circonda il fiume Yamuna. Gli organizzatori credono che oltre 1 milione di persone sarà interessato dalla costruzione di tre centrali elettriche a carbone. In estate, questo potrebbe significare che il fiume Yamuna sarà secco. Il che porterà a fermare le cave di sabbia, la coltivazione nel letto del fiume, la pesca, il trasporto su barca, senza citare il massiccio inquinamento dovuto alla combustione di carbone.

Inoltre nelle ultime settimane, un gruppo che si occupa di strategie mediatiche, il Vikas Samvad (per cui ho preparato un rapporto nel 2010 come giornalista indipendente) ha organizzato un workshop sui progetti di sviluppo. Il rapporto del workshop rivela che tra il 2007 e il 2010 sarebbero stati firmati circa 395 memorandum d’intesa tra Stato e investitori, di cui 21 non hanno fornito indirizzo. 22 aziende non hanno dichiarato quanti soldi investiranno. Per quanto riguarda altre 87 imprese, o hanno cambiato idea, o il governo ha cancellato i loro progetti. In ogni caso, lo Stato si è impegnato a fornire terreni a queste imprese, senza preoccuparsi di quante vite si sarebbero guadagnate o perse. Una ricerca del gruppo Rti (Right to Information) ha rivelato che oltre 243 mila ettari di terra sono stati acquisiti a favore di 130 aziende.

Altri attivisti si sono concetrati sulle modalità di convocazione dei consigli di villaggio – indispensabili nel processo di consultazione della comunità. In un villaggio del Chhattisgarh, la riunione si è tenuta in presenza di 1500 poliziotti.

Per l’acqua, la battaglia è più estesa, perché una volta che un fiume viene bloccato da una diga, è inevitabile che ci sia un cambiamento nel clima locale. Il prezzo è sempre pagato da quelli che vivono nelle vicinanze del fiume. Un partecipante al workshop ha detto che non ci sono grandi industrie chimiche vicino al suo villaggio, eppure l’acqua del Narmada puzzava. La malaria era rara nella valle del Tawa; ora imperversa liberamente.

Quando viene proposta la costruzione di una diga, lo scopo dichiarato è spesso di fornire acqua potabile alle aree urbane e ai campi irrigati. Ma nonostante le dighe, parti del Madhya Pradesh rimangono assetati. I campi lì vicino rimangono secchi in estate mentra la diga Bargi alimenta le fabbriche di cemento.

Dal 1992, c’è stata una piccola crescita nel netto delle aree irrigate, a causa di progetti d’irrigazione medi e grandi. Eppure, il nuovo Comitato di valutazione specialistica (Cvs) istituito dal Ministero dell’Ambiente e delle Foreste ha preso in esame 262 progetti per impianti idroelettrici e progetti di irrigazione a partire dal 2007 e non ne ha respinto nessuno.

Gli attivisti sostengono anche che il Cvs fa affidamento su rapporti di valutazione di impatto ambientale falsi, e qualche volta viola la legge. L’Alta Corte di Himachal ha nonminato un comitato che ha raccomandato almeno 5 km di corso regolare del fiume tra due progetti. Tuttavia, gli attivisti dicono che il Cvs ha seguito una norma di 1 km e a volte zero.

Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno "decommissionato" alcune dighe per salvare alcune specie di pesci. Gli indiani che vivono vicino ai fiumi, che dai fiumi traggono sostentamento, si staranno chiedendo se le loro vite hanno meno valore di quelle del salmone americano o dell’anguilla.

*Annie Zaidi scrive poesie, reportage, racconti e sceneggiature, non necessariamente in quest’ordine.Il suo libro; I miei luoghi: a spasso con i banditi ed altre storie vere è stato pubblicato in Italia da Metropoli d’Asia.

[Articolo originale pubblicato su Daily News and Analysis]