Update: è di stamattina la notizia della legge marziale imposta su aree della Mongolia Interna (fonte: Reuters)
Vogliono giustizia per la morte di un allevatore nomade schiacciato da un camion le migliaia di studenti e pastori scesi in piazza a Xilinhot, nella provincia cinese della Mongolia Interna, per chiedere più diritti per la minoranza mongola.
La protesta continua da oltre quindici giorni documentata con foto e video dall’organizzazione statunitense Southern Mongolian Human Rights Information Center (Smhric). A scatenare la rabbia dei mongoli è stata l’apparente mancanza di solerzia dei funzionari cinesi nel giudicare un autotrasportatore di etnia han, il gruppo maggioritario in Cina, che il 10 marzo ha investito e trascinato per oltre 150 metri un attivista per i diritti degli allevatori chiamato Mergen (i mongoli solitamente usano un solo nome).
Assieme ad altri pastori l’uomo aveva sbarrato la strada a un convoglio di camion che trasportavano carbone, perché il rumore e la guida spericolata degli autisti spaventavano le greggi, da cui dipende il sostentamento dei nomadi, e distruggevano i pascoli. La Mongolia Interna, che copre oltre il 10 per cento delle territorio cinese, è il principale produttore di carbone della Cina e centinaia di nuove miniere sono state aperte negli ultimi anni, mentre, denunciano gli attivisti, oltre 250mila allevatori sono stati sgombrati dai loro pascoli. “Ci stanno cacciando dalla nostra terra, distruggono l’ambiente e saccheggiano le risorse minerarie”, ha detto al Smhric un attivista di nome Bayaguurt.
Decenni di immigrazione han nella regione hanno trasformato i mongoli in minoranza, attualmente sono il 20 per cento degli oltre 24 milioni di abitanti della regione autonoma. Anche per questo i manifestanti chiedono al governo cinese che siano tutelati il loro stile di vita tradizionale e la loro terra. A differenza di tibetani e uiguri che si sollevarono in massa rispettivamente nel 2008 e nel 2009, la minoranza mongola è stata raramente protagonista di rivolte popolari. “La distruzione dei pascoli, la desertificazione e la siccità stanno tuttavia facendo cambiare atteggiamento alla gente.
La situazione sta diventando intollerabile”, ha detto un anonimo alla ‘Bbc’. I funzionari governativi hanno garantito che il processo contro gli assassini di Mergen sarà severo e sarà celebrato il prima possibile. E hanno promesso una commissione d’inchiesta per rispondere alle rimostranze degli allevatori. Nonostante le rassicurazioni, in rete gira già un appello che chiama alla mobilitazione per il 30 maggio. Una grande manifestazione popolare nel capoluogo della Mogolia Interna, Hohhot.
[Anche su NTNN] [Foto tratta da http://www.smhric.org]