Con il vecchio Lee Kun-hee fuori dalla terapia intensiva dopo l’ultimo intervento, inizia dentro Samsung il processo di ricambio generazionale alla guida. In questa ottica è letta l’intenzione di quotare in borsa la Samsung Everland, società che di fatto rappresenta la capogruppo del colosso. Grandi mosse all’interno di Samsung. Gli annunci di offerte pubbliche iniziali dell’ultimo mese e dell’ultima settimana hanno scaldato i motori in vista dell’avvicendamento, sempre più probabile, al vertice del conglomerato principe dell’economia sudcoreana, guidato dalla famiglia Lee. Entro il prossimo anno dovrebbe arrivare la quotazione in borsa di Samsung Everland, la società specializzata in intrattenimento, attiva in settori che spaziano dalla moda ai parchi divertimento e che, di fatto, attraverso una complessa rete di partecipazioni incrociate, rappresenta la capogruppo informale di famiglia. L’operazione, secondo gli analisti, dovrebbe garantire una capitalizzazione di 7.000 miliardi di won, pari a oltre 5 miliardi di euro.
“Everland intende massimizzare la competitività e lavorare per stabilire la tecnologia, le risorse umane e la gestione delle infrastrutture necessari all’espansione all’estero, sostenendosi nello sviluppo nel settore globale dei servizi e della moda”, ha spiegato la dirigenza della società.
Sullo sfondo c’è tuttavia il processo di successione al 72enne Lee Kun-hee, reduce da un intervento per problemi cardiaci. Dopo il fondatore della dinastia Lee Byung-chul e l’attuale decano costretto in ospedale, la terza generazione dentro Samsung è rappresentata dall’unico figlio di Lee Kun-hee, Lee Jae-yong, e dalla due sorelle, la presidente di Hotel Shilla, Lee Boo-jin, e Lee Seo-hyun, oggi alla guida di Everland.
Secondo diversi analisti citati dalla stampa sudcoreana, la quotazione di Samsung Everland garantirebbe un rafforzamento del capitale tale da sostenere una transizione senza intoppi. Le azioni, spiega lo Joong Ang Ilbo, servirebbero come collaterale per i fondi necessari alla tassa di successione, stimata in circa 5mila miliardi di won, pari a circa 4,9 miliardi di dollari.
Con la quotazione Samsung Everland diventerebbe non soltanto di fatto, ma anche effettivamente la holding del gruppo. In totale la famiglia Lee detiene circa il 46 per cento delle quote. Il 25,1 per cento è in mano a Lee Jae-yong, le sorelle hanno ognuna l’8,37 per cento, mentre il padre, presidente del gruppo Samsung, detiene il 3,72 per cento. Per capire l’intricato sistema che regola il principale tra i chaebol sudcoreani basti pensare che attualmente Samsung Everland è secondo maggiore azionista con il 19,34 per cento (il primo è il chairman di Samsung Electronics Lee Kun-hee con il 20,76 per cento) di Samsung Life Insurance, che a sua volta possiede una partecipazione del 7,56 per cento in Samsung Electronics.
In vista della successione, trasformare la società nella capogruppo è considerato un modo efficace affinché la famiglia mantenga il controllo sul conglomerato, dividendo a loro volta le società affiliate tra i tre figli del decano. Come nel caso della quotazione di Samsung SDS, ramo tecnologico del gruppo, annunciata a inizio marzo, ci si è affrettati a smentire i legami tra le operazioni e l’assetto post Lee Kun-hee.
Una maggiore trasparenza nell’organizzazione dei conglomerati, riformando le strutture incrociate, cui ad esempio è imputata parte della crisi alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, è una delle richieste che da più parti arrivano al sistema sudcoreano affinché diventi più trasparente. Samsung potrebbe quindi porsi sulla scia di quanto già fatto da un altro colosso, Lg, con l’istituzione di una holding.
Il processo di ristrutturazione va avanti da almeno un anno. A settembre con la fusione tra Samsung Sds e Samsung Sns, seguita dal passaggio della divisione fashion di Cheil Industrie a Everland. E ancora ad aprile dal trasferimento di Samsung Petrochemical a Samsung Total Petrochemical. Negli ultimi nove mesi, ci sono stati almeno otto processi di ristrutturazione.
Come sottolinea il quotidiano Hankyoreh, quasi mai tenero con il gruppo Samsung e più in generale con il sistema dei conglomerati che dominano l’economia sudcoreana, alla fine della successione Lee Jae-yong dovrebbe prendere il timone delle operazioni finanziarie e dell’elettronica; alla primogenita Lee Boo-jin spetteranno gli alberghi e la logistica, Lee Seo-hyun diventerebbe invece la numero uno del settore moda.
La crescente influenza del gruppo nel mercato azionario sudcoreano rischia tuttavia di legare i destini dei listini a quelli del conglomerato. Secondo alcuni analisti, rileva il Korea Times, le società Samsung, nel caso di quotazione di Sds e Everland, potrebbero pesare per il 30 per cento della capitalizzazione di mercato di tutte le società quotate. “I problemi di una società diventerebbero i problemi dell’intera economia”, spiega Chung Sung-yoon analista per Hyundai Futures.
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