Corea del Sud – Il re di Gangnam

In by Simone

E’ la star del momento in Corea del Sud come nel mondo. Psy è tornato a casa in trionfo dopo un tour statunitense. Ha conquistato gli Usa, obbiettivo fallito da altri artisti dell’onda K-pop raggiunto in modo scanzonato e con un pizzico di critica sociale.
Psy è tornato in Corea del Sud in trionfo. Lo ha fatto davanti a 200 giornalisti assiepati nel hotel Ramanda di Seul, a Gangnam distretto della capitale cui il rapper trentacinquenne deve la sua notorietà. Perché è facendosi gioco dello stile di vita esclusivo di questa parte di Seul che Psy, nome d’arte -abbreviazione di Pysicho- di Park Jae-sang, è diventato un fenomeno globale con il video Gangnam Style.

Oltre 200 milioni di visualizzazioni su Youtube e 2,5 milioni di like che gli sono valsi un Guinness dei primati. Gangnam style è ora prima canzone su iTunes in almeno 30 Paesi. Un successo personale che lo ha portato negli Stati Uniti, ospite di Saturday Night Live, di Today e dell’The Ellen DeGeneres Show, oltre a fruttare un contratto con la Island Records -che tra gli altri produce il fenomeno musicale adolescenziale Justin Bieber e in passato Bob Marley, i Jethro Tull- e che ora attende dal rapper sudcoreano un singolo in inglese. E Il tocco magico di Psy porta benefici anche chi gli sta intorno. È di oggi la notizia del boom in borsa della società paterna di prodotti tecnologici.

A certificare la popolarità del video sono le decine di imitazioni e versioni pubblicate in giro per la rete. Anche la Corea del Nord ha usato il video a fini propagandistici per attaccare Park Geun-hye, figlia dell’ex dittatore sudcoreano Park Chun-hee e candidata del partito conservatore alle presidenziali di dicembre. Il video si fa gioco del passato sostegno di Park verso le politiche del padre tra gli anni Sessante e Settanta del secolo scorso, per cui recentemente ha chiesto scusa denunciando le violazioni dei diritti umani compiute in nome della modernizzazione e della sicurezza.

Psy notano in molti è riuscito dove altri gruppi e artisti dell’onda musicale coreana, il K-pop, hanno fallito: conquistare gli Stati Uniti. Ma rispetto agli altri Psy in un certo senso è un outsider. “Quando incontro i discografici mi ripetono che non più grande di tutti gli altri artisti K-pop che hanno visto”, ha detto in conferenza stampa citato dal quotidiano progressista Hankyoreh.

Per loro era strano che uno con la mia faccia e il mio corpo potesse diventare un cantante. Mi era capitato qualcosa del genere al mio debutto in Corea del sud”. Nonostante questo Psy si augura che il suo successo non offuschi gli altri esponenti del K-pop che cercano di sfondare oltreoceano.

Tra le frasi di una lingua, il coreano, poco diffusa nell’Occidente dove spopola il video, Gangnam style nasconde inoltre una critica sociale allo stile di vita dei nuovi ricchi del Paese che nel quartiere che dà il nome alla canzone ha il proprio simbolo.

Il boom immobiliare degli anni Duemila ha fatto volare i prezzi della case alle stelle, ricorda l’Associated Press, così proprietari e speculatori sono diventati ricchi dall’oggi al domani. E le ricche famiglie del quartiere sono diventate sempre più ricche. Al solito corollario di negozi alla moda, chirurgia estetica e locali gli abitanti hanno aggiunto anche un fattore fondamentale per la società coreana, la possibilità di avere una educazione di alto livello. E l’impressione di molti coreani, sottolinea l’Ap, e che i residenti si siano guadagnati tutto ciò non con il duro lavoro e il sacrificio, ma semplicemente perché vivono lì, creando un misto di invidia e odio per il distretto.

Psy come outsider dunque che infiamma la nazione. Tanto che in un commento il posato Joongang Ilbo, uno dei più diffusi quotidiani Paese, lo paragona all’altro personaggio in vista dell’arte sudcoreana, il vincitore del Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, Kim Ki-duk, che di sé ebbe da dire “sono un mostro con il complesso di inferiorità”.

[Foto credit: billboard.com]