Corea del Nord – Crimini contro l’umanità

In by Simone

Le Nazioni Unite accusano il regime nordcoreano di crimini contro l’umanità. La leadership di Pyongyang, compreso il giovane dittatore Kim Jong-un, rischia di essere portata davanti al Tribunale penale internazionale. Ma la Cina non sostiene il rapporto. Un rap­porto di 372 pagine degli ispet­tori per i diritti umani dell’Onu accusa la Corea del Nord e il suo lea­der Kim Jong-un di cri­mini con­tro l’umanità, puni­bili dalla Corte di giu­sti­zia inter­na­zio­nale. In par­ti­co­lare Pyon­gyang è accu­sata di ster­mi­nio, ridu­zione in schia­vitù, tor­tura, vio­lenza ses­suale e per­se­cu­zione. Una let­tera dell’Onu inviata al lea­der del paese, è stata dura­mente cri­ti­cata dal regime, che ha accu­sato l’organizzazione  inter­nazionale di "uso stru­men­tale e poli­tico del tema dei diritti umani", accu­sando Onu, Giap­pone e Stati uniti.

La Cina, tra­di­zio­nale alleato della Corea del nord ha dichia­rato di non appog­giare il rap­porto Onu: "Sul pro­blema dei diritti umani, ha sot­to­li­neato Hua Chu­ny­ing, por­ta­voce del mini­stero degli esteri di Pechino,  abbiamo sem­pre soste­nuto che i pro­blemi rela­tivi dovreb­bero essere risolti con un dia­logo costrut­tivo con­dotto sulla base della pari dignità".

Le noti­zie che pro­ven­gono dalla Corea del nord, si pre­stano spesso a cla­mo­rosi sci­vo­loni media­tici, come ha dimo­strato la bufala dei cani che avreb­bero divo­rato l’epurato zio di Kim, ma allo stesso tempo sono tante le testi­mo­nianze di nordcoreani fug­giti in Corea del Sud o altrove, che rac­con­tano, o hanno rac­con­tato, dei campi di lavoro e dei metodi vio­lenti con cui ven­gono «gestiti» quelli che fini­scono per essere con­si­de­rati oppo­si­tori del regime.

Che in Corea del Nord non viga lo stato di diritto è chiaro a tutti, così come il fatto che ci siano delle vio­lenze ter­ri­bili, ope­rate da una cricca al potere, cui sem­bra impor­tare poco la vita dei pro­pri con­cit­ta­dini. Come emerso dai rac­conti – l’opera migliore a que­sto pro­po­sito è sicu­ra­mente Per mano nel buio della gior­na­li­sta Bar­bara Demick — Pyon­gyang sarebbe pro­ta­go­ni­sta di "ripe­tute e siste­ma­ti­che vio­la­zioni dei diritti umani nei gulag, nei quali si ritiene siano rin­chiuse circa 200mila per­sone".

"La gra­vità, la scala e la natura di que­ste vio­la­zioni, è scritto nel rap­porto, "rive­lano uno stato che non ha alcun paral­lelo nel mondo con­tem­po­ra­neo".

Il docu­mento descrive il mondo infer­nale dei campi di pri­gio­nia e le scom­parse for­zate anche all’estero, non­ché le poli­ti­che di indot­tri­na­mento e di mono­po­lio del cibo da parte del regime. Pyon­gyang non ha con­cesso l’accesso al paese alla com­mis­sione di inchie­sta, isti­tuita da una riso­lu­zione appro­vata il 21 marzo 2013 dal Con­si­glio Onu dei diritti umani. Com­po­sta da tre prin­ci­pali esperti, la com­mis­sione ha con­dotto le inda­gini tra­mite inter­vi­ste a vit­time e testi­moni all’estero in con­di­zioni di estrema riser­va­tezza per non met­tere nes­suno degli inter­vi­stati, fami­liari com­presi, in peri­colo.

C’è una rifles­sione a mar­gine di que­sto rap­porto: la Cina ha difeso la sua posi­zione, pur senza toni par­ti­co­lar­mente forti, anzi è parso che Pechino abbia fatto una sorta di "com­pi­tino" in difesa di un alleato sem­pre meno cre­di­bile, ma è pur vero che secondo esperti e ana­li­sti, dalla Corea del Nord, nono­stante le pur­ghe, sem­bre­reb­bero arri­vare voci di aper­ture eco­no­mi­che. Que­sto rap­porto con­tro Kim potrebbe essere un mes­sag­gio a chi, all’interno del regime, sta tes­sendo trame "rifor­mi­ste". Trat­tan­dosi di Corea del nord, però, nulla può con­si­de­rarsi certo.

[Scritto per il manifesto. Foto credit: asiasociety.org]