Convegno noir a Pechino: gli autori si presentano

In by Simone

Tanti autori al convegno sulla letteratura noir di Pechino, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura. E come nei casi più classici di trama gialla, gli scrittori si sono trovati tutti nello stesso luogo: ognuno si è presentato esponendo in breve le proprie caratteristiche narrative e di approccio al genere. Ne è seguita una carrellata di opinioni che offriamo al pubblico, per entrare nel pieno clima intimo e famigliare di un convegno tutto da scoprire.

Ha aperto la sessione lo scrittore cinese con il maggior successo all’estero, Qiu Xiaolong, che attraverso le sue storie ha “rinverdito” gli antichi fasti della decadente oppiacea Shanghai degli anni 30 in una contemporanea terra torbida di prostituzione, corruzione, intrighi e ostentazione di ricchezza. Il suo investigatore capo Chen ne indaga i misteri ispirandosi anche al passato fra manicaretti e poesia tradizionale cinese. Al pubblico è sembrato piacevole immaginare Chen celebrare lo svelamento dei misteri con lo stesso sorriso sincero e divertito che e’ emerso dal volto dello scrittore per l’intera mattinata. Grazie alla sintonia magica che si respira in eventi di riserve indiane come quelle degli scrittori e lettori si e’ facilmente viaggiato da un porto all’altro. A Pechino, la distanza tra Shanghai e Genova, è solo di una poltrona: Morchio (il cui celebre ispettore, a proprio agio nei carruggi genovesi, si chiama Bacci Pagano) ha potuto così rivendicare con orgoglio l’apertura della sua Genova e la generosa capacita’ di accoglienza a cittadini stranieri. Orgoglio e gratitudine poiché tale multi etnicità alimenta le trame dei suoi romanzi.

Citazione d’autore per Lucarelli che ha esordito con le sagge parole dello svizzero Glauser, "scrivere noir e’ un ottimo mezzo per dire cose sensate", per illustrare quindi il suo personale approccio: utilizzare il noir per raccontare le trasformazioni e le contraddizioni della società. Una società come quella italiana per la cui storia recente “il lato oscuro” ha avuto un ruolo centrale. Ironizzando: e’ un mestieraccio ma qualcun lo deve pur fare (ed è pur sempre meglio che andare in ufficio, ça va sans dire). Stimolato in seguito dal pubblico sulle motivazioni del suo scrivere, ha sottolineato come la sua scrittura sia frutto anche di una vocazione civile e politica. Il fulcro della sua narrativa – ha spiegato – e’ mettere in scena le dinamiche tra individui e potere e raccontare “storiacce” perché non accadano più.
E’ stata poi la volta di Fois, appassionato per le differenze, per sua stessa ammissione: essere sardo influisce sulla centralità che concede nella sua scrittura alla dicotomia distanza/vicinanza.

La Oggero ha saputo incuriosire la platea con il suo placido aspetto e la sua presentazione: 33 anni di insegnamento e solo dopo essere andata in pensione il suo primo libro noir. Ha quindi reso omaggio al presente Qiu Xiaolong apprezzandone pubblicamente il ruolo centrale che attribuisce nelle sue opere a donne forti ed intraprendenti emblematiche della realtà contemporanea cinese. Interessante notare come la centralità del ruolo femminile e la descrizione di cibi costituiscano i due punti di contatto maggiore tra i due autori.

L’atmosfera già intima – nonostante la nutrita partecipazione –  è diventata famigliare quando è toccato al poliedrico Faletti: dopo aver sottolineato il suo approccio olistico alle forme artistiche, ha dimostrato di trovarsi pienamente a suo agio con la platea e ancora capace di gestire i tempi comici. In pochi minuti è stato in grado di: definirsi il sex simbol degli scrittori italiani, ironizzare con la traduttrice sul cinese, invitare la platea a non prendere sul serio un paese in cui lui è lo scrittore più venduto e chiudere con una frase ad effetto “le due culture, quella italiana e quella cinese hanno un passato millenario ma sono capaci di avere uno sguardo al futuro”.

Sagge riflessioni hanno aperto anche l’intervento successivo: “Non sappiamo nulla di Cina, o meglio sappiamo ciò che ci filtra l’informazione occidentale”. Sono le parole i presentazione di De Cataldo. Entrando nel merito, l’autore di Romanzo Criminale ha specificato i termini secondo cui il grande male di oggi è la battaglia in corso fra chi percepisce il momento storico che si sta vivendo come una possibilità di condivisione planetaria di usi e culture come una opportunità e chi invece vive ciò con chiusura e paura. La conoscenza e lo scambio di cultura sono le medicine per i lati oscuri che descrive nei suoi libri.

Ed e’ proprio la scambio di conoscenze il tema centrale dell’unico romanzo del sinologo e chimico Iannacone, scritto affinché storie avventurose capitate nella realtà possano raggiungere platee più ampie dei ricercatori del settore. Ambientato nel ‘600 il suo romanzo narra della clandestinità a cui dovevano ricorrere gli intelletti dell’epoca per poter far scienza a causa dell’ingombrante Inquisizione. La loro sete di conoscenza li aveva difatti resi nemici della Chiesa. Il più temerario del gruppo, avendo saputo che in Cina erano gli intellettuali a detenere il potere, decise di partire…

Un salto ancor più lungo nel passato lo offrono i romanzi della Montanari ambientati 2000 anni fa nella Roma imperiale e debitori, secondo ammissione della stessa Montanari, dei racconti del celebre Giudice Dee, figura leggendaria del giallo cinese. Il ponte ideale fra porti iniziato in precedenza si e’ infine concluso con una tappa che la platea cinese attendeva:Venezia. Toso Fei scrive di fantasmi e misteri per non far perdere la memoria di leggende veneziane che stanno scomparendo dai racconti familiari, e così facendo si è reso conto dell’importanza del recupero della tradizione.

La stimolante carrellata di presentazioni si e’ chiusa con due giovani cinesi che negli ultimi anni hanno riscosso enorme successo in Cina: Feng Hua il cui intento è quello di offrire finalmente anche una scrittura femminile in un genere che in Cina vede tante donne appassionate lettrici. Il suo protagonista ha un approccio non solo fenomenologico ma soprattutto ontologico alla risoluzione dei casi: più interessato alla dinamica degli accadimenti, più che alla motivazione.

Una storia singolare infine, è quella del giovane ventisettenne Zhang Muye: laureato in belle arti ed impiegato in una società finanziaria, ha iniziato a pubblicare i propri racconti su internet per passione fino a divenire un vero e proprio caso letterario cinese. Ricorre alla suspense come modalità narrativa dominante nelle sue storie, dipanandola però con spiegazioni fisiche o chimiche che sottostanno a fenomeni solo apparentemente sovrannaturali. Continua a scrivere e leggere romanzi on line.

E al termine delle presentazioni, via libera ai confronti.

Links:

La sezione dedicata al convegno di China Files

Istituto Italiano di Cultura a Pechino