Lunedì 9 maggio le autorità cinesi hanno rilasciato i dati sugli scambi commerciali con l’estero. Iniziano a emergere le prime conseguenze della politica “Zero Covid” e della guerra in Ucraina
Nei primi quattro mesi del 2022 la Cina ha aumentato le importazioni dalla Russia (+38 per cento), dall’Indonesia (+34 per cento) e dalla Malesia (+16 per cento) e ha ridotto l’import da India (-37 per cento), Australia (-13 per cento) e Italia (-12 per cento).
Le autorità doganali cinesi hanno rilasciato il 9 maggio i dati relativi all’interscambio commerciale del Paese nei primi quattro mesi del 2022. Questi dati riflettono l’impatto delle misure di lockdown implementate a Shanghai e in molte città cinesi per contenere la diffusione della variante Omicron. Ad aprile, il totale dell’interscambio tra la Cina e il resto del mondo è stato pari a 494 miliardi di dollari, in contrazione del 1.7 per cento rispetto a marzo 2022, ed in aumento del 2.1 per cento rispetto all’aprile del 2021. Su base cumulata, il volume totale del commercio è stato pari a 1.976 miliardi di dollari, con un incremento del 10 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Effetti sull’economia
Il blocco della mobilità domestica e le misure di contenimento hanno rallentato la crescita del commercio cinese, tuttavia, la Cina è riuscita a limitarne gli effetti mantenendo aperti i principali hub logistici e il porto di Shanghai, anche a fronte delle difficoltà operative.
Le esportazioni hanno raggiunto 1.094 miliardi di dollari, con una crescita del 12.5 rispetto al 2021. Nel solo mese di aprile 2022, il dato sull’export è pari a 274 miliardi di dollari in declino rispetto al 14.7 per cento rilevato il mese scorso.
Il blocco dei Paesi del Sud-est asiatico rappresenta il principale partner della Cina con 289 miliardi di dollari di scambi, pari a quasi il 15 per cento del commercio estero cinese mentre l’Unione Europea e Stati Uniti costituiscono il principale mercato per le esportazioni cinesi.
Cause e conseguenze
La politica zero – Covid, fortemente voluta dalle autorità centrali ha imposto misure restrittive alla movimentazione di persone e merci, e limitato la capacità produttiva e la logistica. Numerosi gruppi industriali con impianti produttivi nelle aree coinvolte hanno subito un blocco alle proprie attività riuscendo a riprendere verso la fine di aprile in base ai principi del close-loop management dei propri dipendenti.
L’eventuale prolungamento dei lockdown unito alla guerra ed alle interruzioni nella catena di approvvigionamento potrebbe condurre a conseguenze negative per Pechino. Le ultime proiezioni del Fondo Monetario Internazionale hanno ridotto le stime di crescita relative alla Cina per l’anno 2022, dal 4.8 per cento di gennaio al 4.4 per cento in aprile.
Di Lorenzo Riccardi