Codice penale. Sei mesi di sorveglianza residenziale

In by Simone

L’Assemblea del popolo ha votato la legge che consentirà il fermo fino a sei mesi sotto "sorveglianza residenziale". La pena è prevista solo per gravi reati. Ma attivisti ed esperti esprimono dubbi: le stesse accuse sono spesso rivolte ai dissidenti. La Cina ha varato la nuova legge sulla detenzione preventiva dei sospetti criminali: la sessione finale dell’Assemblea del popolo ha votato il provvedimento con 2639 delegati a favore delle revisioni. Solo 160 legislatori hanno votato contro e 57 votanti si sono astenuti.

Come ha scritto stamattina, 14 marzo, il South China Morning Post, “la Cina usa tre metodi per trattenere sospetti: arresto formale, detenzione formale, e la sorveglianza residenziale che può essere svolta a casa o in altri luoghi, generalmente hotel e pensioni.

Nei primi due casi, i sospetti sono trattenuti in luoghi ufficiali di detenzione, come stazioni di polizia e prigioni. La controversia riguarda principalmente il terzo metodo, per cui c’è scarso controllo e dove i critici ritengono che la polizia possa sentirsi più libera a ricorrere a mezzi di tortura”.

Per la prima volta, la nuova legge permette alla polizia di trattenere alcune persone sotto “sorveglianza residenziale” lontano da casa fino a sei mesi.

Questa forma di detenzione è riservata agli individui che sono sospettati di “mettere a rischio la nazione, di corruzione grave, di terrorismo: tutti casi in cui trattenerli nelle loro abitazioni intralcerebbe le indagini”.

La polizia sarebbe inoltre tenuta ad informare i familiari di coloro che vengono trattenuti al di fuori dei convenzionali centri di detenzione, entro 24 ore dal loro fermo, sebbene rimanga poco chiaro se anche il luogo di detenzione possa essere rivelato.

Nicholas Bequelin, senior researcher di Human Rights Watch Asia, sul New York Times di alcune settimane fa, aveva scritto a proposito: “l’articolo permetterebbe ufficialmente alla polizia di trattenere fino a sei mesi quei cittadini che potrebbero rappresentare un rischio alla sicurezza nazionale o accusati di terrorismo, due capi di accusa da tempo usati impropriamente dal governo per attaccare dissidenti, difensori di diritti umani e separatisti uiguri e tibetani.

Spaventa ancora di più il fatto che queste detenzioni segrete avverrebbero in luoghi sotto il controllo della polizia altri rispetto a quelli normalmente deputati alla detenzione, accrescendo così il rischio di abusi e tortura. In particolare, la comunità cinese impegnata per i diritti umani, espresse all’unisono un forte allarme per quella che Hu Jia – uno dei più noti attivisti cinesi, e un veterano della sorveglianza residenziale– ha definito la clausola Kgb.

La legislazione fornirebbe pericolose esenzioni da un dovuto processo per intere categorie di sospetti criminali, includendo anche chi vuole semplicemente esprimere le proprie opinioni in modo pacifico,” ha affermato Amnesty International in un comunicato.

Lo scorso anno, come segnala il South China Morning Post, le rettifiche proposte avevano acceso una serie di proteste da parte di gruppi per i diritti umani e riformatori giudiziari quando i dettagli della nuova legge erano venuti alla luce, ma le  rimostranze erano state rapidamente limitate.

Liu Xiaoyuan, avvocato e amico di Ai Weiwei, ha scritto sul suo blog che le modifiche dalla bozza originale sono un “ovvio progresso, ma la legge è solo scritta su carta, e il problema è vedere se gli organi che applicano tale legge la rispettano seriamente.”

[Scritto per Lettera 43; Foto credit: democraticunderground.com]