I titoli di oggi:
- Climate change: la Cina chiede ai paesi ricchi di pagare il conto
- Taiwan aumenta gli affari con la Lituania
- Stretta del governo cinese contro le molestie online e di genere
- In Cina si torna a parlare di cooperative alimentari
- Filippine, arrestato direttore carceri per l’omicidio del giornalista Mabasa
La Cina non vuole perdere terreno diplomatico nell’ambito della lotta al cambiamento ambientale. Xie Zhenhua, il principale inviato cinese per il cambiamento climatico alla Cop27 – il vertice Onu sul clima in corso in Egitto fino al 18 novembre – ha chiesto ai delegati di circa 200 paesi maggiori aiuti ai paesi in via di sviluppo e maggiormente colpiti dai danni causati dal cambiamento climatico, in ossequio al principio del “Loss and Damage”.
Nel giorno in cui si sono riuniti i capi di Stato e governo è stata portata avanti la linea di far ‘pagare’ il costo del cambiamento climatico ai paesi ricchi ‘non europei’. Il presidente francese Emmanuel Macron ha rivolto principalmente un appello agli Stati Uniti e alla Cina, affinché taglino le emissioni e paghino la loro “quota” per aiutare i Paesi poveri ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico. Pechino, a differenza di Washington, si era già attivata. Il presidente cinese Xi aveva annunciato nel 2015 la creazione di un fondo di 3,1 miliardi di dollari per aiutare i paesi in via di sviluppo a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Il viceministro degli Esteri cinese Xie Feng ha lanciato lo scorso aprile un ente con sede in Cina dedicato a rafforzare la capacità dei paesi insulari del Pacifico di adattarsi all’innalzamento del livello del mare.
Il tema del clima resta anche al centro dello scontro tra Cina e Usa: Xie si è rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti sulla possibilità di riprendere i colloqui bilaterali formali sui cambiamenti climatici tra Pechino e Washington: i negoziati sul clima e su molte altre questioni si sono interrotti ad agosto dopo la visita a Taiwan della presidente della Camera Usa Nancy Pelosi. La Cina, il più grande emettitore di carbonio al mondo, ha inviato in Egitto una delegazione di oltre 50 persone, guidata da Zhao Yingmin, vice ministro dell’Ambiente. Pesa l’assenza al summit del presidente cinese Xi.
Taiwan aumenta gli affari con la Lituania
I semiconduttori rafforzano i rapporti commerciali e diplomatici tra Taiwan e la Lituania. L’isola di Taiwan, che la Cina ritiene parte del suo territorio e che da anni subisce l’isolamento diplomatico di Pechino, ha dato il via libera a un investimento di 10 milioni di euro per la produzione di microchip nello stato baltico. L’Industrial Technology Research Institute di Taiwan (Itri) coopererà con il produttore di elettronica lituano Teltonika per sviluppare capacità tecnologiche dei semiconduttori nel paese europeo, che ha visto un declassamento delle relazioni diplomatiche con Pechino a seguito della decisione di Vilnius di concedere l’apertura di un’ambasciata de facto taiwanese nella capitale dello stato baltico. L’accordo prevede, inoltre, l’erogazione di oltre due dozzine di borse di studio per la formazione tecnica offerte ai lituani.
Proprio nella giornata di ieri, un anno dopo che Taipei ha inaugurato la sede diplomatica a Vilnius, la Lituania ha aperto un ufficio commerciale a Taiwan, che sarà guidato da Paulius Lukauskas, il primo rappresentante lituano sull’isola. Il nome ufficiale della sede è “Lithuania Trade Representative Office”, senza alcuna menzione a Taiwan o Taipei: una scelta che probabilmente nasconde la volontà lituana di abbassare la tensione con Pechino, alzatasi a causa del sostegno diplomatico e commerciale di Vilnius nei confronti di Taipei. Pechino ha un ulteriore grattacapo: il ministro per il Commercio della Gran Bretagna, il deputato Greg Hands, è arrivato ieri a Taiwan per colloqui finalizzati a rafforzare i rapporti commerciali bilaterali e per incontrare la presidente Tsai Ing-wen. La visita a Taipei di Hands ha irritato la Cina, che ribadisce la propria ferma opposizione a qualsiasi contatto ufficiale con l’isola.
Stretta del governo cinese contro le molestie online e di genere
Ulteriore stretta sulle piattaforme digitali. La Cyberspace Administration of China ha ordinato una supervisione più rigorosa contro la violenza informatica e il cyberbullismo, dopo che una donna è morta per un infarto a seguito di molestie online. La Cac ha chiesto a tutte le piattaforme web di lanciare una task force destinata a identificare e affrontare potenziali minacce di cyberbullismo sulla base di indicatori come l’aumento dei messaggi privati. Le app devono offrire anche un sistema di “protezione one-touch” che consente agli utenti di bloccare immediatamente chi compie molestie online. L’attenzione dell’organo regolatore è aumentata quando un’insegnante di scuola superiore nella provincia di Henan è morta il 28 ottobre scorso, dopo essere stata ripetutamente molestata e umiliata da hacker che hanno avuto accesso alle sue lezioni online. Sebbene non sia stata confermata una correlazione tra le molestie online e il decesso della donna, l’episodio ha scatenato un’ondata di polemiche.
Negli ultimi anni, la Cina ha introdotto una serie di misure per reprimere la violenza informatica, così come combattere la violenza contro le donne. L’ultimo sforzo del governo cinese in materia di politiche di genere arriva all’indomani del XX Congresso del Partito comunista cinese. Il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo ha approvato diversi emendamenti alla “Legge sulla protezione dei diritti e degli interessi delle donne”, una norma vecchia di 30 anni finalizzata a garantire alle donne maggiore protezione contro la discriminazione di genere e le molestie sessuali. La legge introduce nuove disposizioni per salvaguardare i diritti e gli interessi delle donne e disabili in merito alla proprietà, al congedo materno, nonché assicura ulteriore protezione contro le molestie sessuali in ambito lavorativo e la tratta di esseri umani. Prima del recente emendamento, la legge era stata modificata per la prima volta nel 2005 dopo essere stata promulgata nel 1992. Gli attivisti però si domandano se la norma aiuterà davvero le donne
In Cina si torna a parlare di cooperative alimentari
In Cina tornano a essere cruciali le cooperative alimentari e le mense solidali. E secondo gli analisti c’è una spiegazione. Ma facciamo un passo indietro: questi servizi statali, attivi a livello di comunità, sono strettamente associati all’economia pianificata cinese. Il loro ritorno non deve però far pensare a una reintroduzione della politica economica in vigore più di 40 anni fa per l’incertezza politica determinata dal XX Congresso.
Alcuni analisti infatti ritengono che la diffusione capillare delle mense solidali rifletta la crescente spinta della Cina a colmare il divario economico tra città e campagna, assicurando un welfare a tutta la popolazione, soprattutto quella anziana. Questi servizi sono diventati sempre più presenti da quando il presidente Xi Jinping è diventato segretario del Partito nel 2012, tanto da averne assicurato una diffusione capillare a livello nazionale. Già nel 2020, i dati ufficiali del governo contavano 37.652 cooperative in tutta la Cina, 5.187 in più rispetto al 2019. In quell’anno, infatti, Xi aveva sottolineato il ruolo fondamentale che le cooperative svolgono nell’aiutare gli agricoltori a vendere i loro prodotti, guidare lo sviluppo rurale e alleviare la povertà.
Filippine, arrestato direttore carceri per l’omicidio del giornalista Mabasa
Il direttore dell’Ufficio per le carceri delle Filippine, Gerald Bantag, e il suo braccio destro, il vice ufficiale del Bureau of Corrections (BuCor), Ricardo Zulueta, sono stati accusati di essere i mandanti dell’omicidio di Percival Mabasa, il giornalista radiofonico che li aveva accusato di aver trasformato il sistema penitenziario in “un’organizzazione criminale”. Mabasa, 63 anni, che nel suo programma si faceva chiamare “Percy Lapid”, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco in un sobborgo di Manila il 3 ottobre scorso mentre si dirigeva verso il suo studio in auto.
Bantag avrebbe ordinato l’omicidio di Mabasa in seguito alle “continue critiche e denunce da parte del giornalista nel suo show”, ha detto ai giornalisti Eugene Javier del National Bureau of Investigation. Per l’assassinio di Mabasa è stato arrestato anche Joel Escorial, che avrebbe confessato di essere stato assoldato da un detenuto di nome Jun Villamor. Quest’ultimo è stato successivamente ucciso in carcere su ordine di Bantag e di Zuluet. Settimane prima della sua morte, Mabasa aveva riportato accuse di corruzione contro Bantag e il nuovo governo Ferdinand Marcos Jr. Bantag è stato nominato direttore dell’Ufficio per le carceri filippine nel 2019 da Rodrigo Duterte, che è stato presidente dal 2016 fino allo scorso giugno.
A cura di Serena Console
Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.