I fiori di Prugno sono i primi a rifiorire dopo la stagione invernale. Per questo rappresentano la perseveranza. In questo brano intriso di malinconia, Cui Daorong ne descrive la bellezza e il profumo, ma anche il tragico destino: il vento del nord li farà cadere. Come nella vita, non resta che rassegnarsi. Fiori di Prugno è una poesia scritta dal poeta Cui Daorong al tempo della tarda dinastia Tang. In essa il poeta descrive i fiori di prugno, simbolo della Cina. Tali fiori sono i primi a sbocciare alla fine dell’inverno – sono quindi simbolo di perseveranza – e vengono raffigurati in innumerevoli dipinti classici.
Il flauto nel testo suona il Meihualuo, Cadono i fiori di prugno, una melodia classica molto triste.
Il poeta commosso ci comunica le sue sensazioni di fronte allo spettacolo dei fiori sbocciati sui rami spogli, ancora coperti dalla neve. Il profumo dei fiori domina incontrastato nel giardino dove non sono ancora finiti i rigori dell’inverno.
Non è dato sapere quale malinconia gravi sul cuore dell’autore, ma la melodia del flauto la porta allo scoperto, e lo induce a paragonare gli steli piegati a una espressione di sofferenza.
L’ultimo verso è espressione dell’inesorabilità degli eventi: il freddo vento del nord non ragiona, è insensibile alla bellezza dei fiori. Il poeta non offre però alternative, e non resta che rassegnarsi e accettare la realtà che si vive.
Sui fiori di prugno appena sbocciati indugia ancora la neve, cosìbelli ed alteri, impossibile rendergli giustizia in un dipinto.
Profumati e belli, raffinati ignorano i rigori del gelo.
Una triste melodia da un flauto, i rami sembrano piegarsi come in sofferenza.
Se il vento del Nord sapesse, non li farebbe cadere.
数萼初含雪,孤标画本难。
香中别有韵,清极不知寒。
横笛和愁听,斜枝倚病看。
朔风如解意,容易莫摧残。
* Davide Saccon è da sempre appassionato di lingue orientali. Affascinato dalla Cina ne ha studiato la lingua e la cultura e poi vi si è trasferito per lavoro con la famiglia. Oggi abita nello Zhejiang, dove è responsabile di una azienda italiana. Potete seguirlo anche sul suo blog.
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