Sorgerà nel Guizhou il più grande radiotelescopio al mondo, si chiama Aperture Spherical Radio Telescope ed è le testimonianza vivente delle enormi ambizioni del programma spaziale cinese. Mentre si cercano gli alieni, si spostano gli umani che vivono nell’area dove sorgerà l’installazione. Sono oltre novemila. La battuta che circola sulla rete cinese è: “Beh dai, per trovare gli alieni spostano gli umani”. Sono infatti oltre 9mila le persone che verranno trasferite per fare spazio al più grande radiotelescopio del mondo, naturalmente made in China. La notizia arriva dalla provincia del Guizhou, contee rurali di Pingtang e Luodian, dove verrà costruito l’Aperture Spherical Radio Telescope, cioè una installazione circolare con 500 metri di diametro che lancerà onde elettromagnetiche per intercettare eventuali segnali alieni. Il gigantismo è consueto quando la Cina si mette in testa di competere su qualcosa, e infatti il suo radiotelescopio costerà un miliardo e 200mila yuan – cioè circa 165 milioni di euro – e supererà in grandezza quello di Arecibo a Portorico, l’ex numero uno che ha un diametro di “soli” 300 metri.
Per costruire la grande opera, si parla di spostare altrove entro settembre 9.110 residenti, le cui abitazioni stanno nel raggio di 5 chilometri dall’installazione scientifica. Le autorità ritengono così di creare un “sano ambiente di onde elettromagnetiche” – ha detto a Xinhua un funzionario locale – e non si capisce se il “sano” si riferisca alla decisione di tutelare la salute dei concittadini che vengono trasferiti o alla salute delle onde elettromagnetiche che potrebbero essere “disturbate” dalla presenza umana.
Da sempre, il governo cinese sposta la propria popolazione per costruire grandi opere.
In epoca contemporanea, l’esempio più eclatante è senz’altro quello della diga delle Tre Gole. Nei diciassette anni che ci vollero per costruirla, un milione e trecentomila persone furono trasferite più o meno forzatamente, mentre i loro villaggi venivano gradualmente sommersi dall’acqua dello Yangtze che saliva di livello nel nuovo bacino idrico, ampio oltre mille chilometri quadrati (più di Singapore). Ma a causa dell’instabilità geologica causata proprio dalla diga, che provoca frane e smottamenti, tra le 20mila e le 100mila persone sono state o saranno nuovamente trasferite in questi ultimi anni.
Rimanendo dalle parti del Fiume Azzurro, 345mila furono un paio d’anni fa gli sfollati delle province dello Hubei e dello Hunan, sistemati poi in nuove cittadelle satellite. Lo richiedeva la costruzione della cosiddetta “diversione sud-nord”, cioè un canale che dal maggior fiume cinese porta acqua fino a Pechino, nell’arido nord.
Ma i trasferimenti forzati avvengono anche all’interno delle città. Nel 2008, per costruire il nuovissimo quartiere olimpico di Pechino – quello dove per intenderci c’è il famoso stadio del “nido” – i residenti che furono rimossi dalle proprie case a corte mentre si radevano al suolo i tradizionali hutong furono circa 8mila.
Se in passato si è trattato quasi sempre di opere idriche, grandi ristrutturazioni urbanistiche o mega progetti infrastrutturali, ora arriva il telescopio, segno della grande ambizione del programma spaziale di Pechino.
Tra i grandi piani previsti per il futuro ci sono anche una stazione orbitante permanente che la Cina vorrebbe lanciare entro il 2020 e una missione umana sulla luna.
Quasi sempre in questi casi, il problema per la gente non è tanto spostarsi quanto i bassi rimborsi ed è su questo problema che scoppiano di solito i conflitti. Spesso, le cifre di compensazione che vengono dichiarate ai media si riducono in proporzione alle molte burocratiche mani attraverso cui passano, oppure variano a seconda della maggiore o minore docilità del residente nel levare le tende.
Le persone che saranno trasferite dall’area rurale del Guizhou dove sorgerà il grande radiotelescopio riceveranno un compenso che si aggira sui 12mila yuan che al cambio attuale fanno circa 1650 euro. È molto poco nella Cina di oggi – anche se rurale – ma fonti ufficiali dicono che con il rimborso molti avranno anche un ulteriore aiuto economico per l’alloggio. Tuttavia, è motivata forse dal desiderio di evitare grossi problemi sociali la scelta di costruire l’Aperture Spherical Radio Telescope in un’area povera e scarsamente popolata. Xinhua sottolinea per esempio che non ci sono grandi città nelle vicinanze.