Cina Mundial: il cellulare segreto del Caro Leader

In by Simone

Questa era troppo bella per ometterla: Kim Jong-il (che per i nordcoreani è leader, padre, filosofo, politico, statista, scrittore, regista, opinionista, stratega, inventore, economista, illusionista, geisha e anche Gran Demiurgo in grado di plasmare la realtà) avrebbe dato precise direttive tattiche all’allenatore nordcoreano tramite cellulare invisibile all’occhio umano.

Lo riporta il Chosun Ilbo, quotidiano sudcoreano, citando l’allenatore stesso Kim Jong-un durante una conferenza stampa all’indomani della disfatta con il Portogallo. L’articolo prosegue dicendo che questo apparecchio degno dell’arsenale di 007 lo avrebbe progettato il Caro Leader in persona. Al di là dell’aspetto favolistico della notizia rimane il dubbio se Kim Jong-il abbia effettivamente dato istruzioni al proprio coach. Noi propendiamo per la correttezza di questa informazione.

Sulla disfatta: gli appassionati di calcio sanno che a volte il risultato sul campo di calcio è bugiardo e non rispecchia il vero andamento della gara. Quindi non vogliamo liquidare il tragico (in tutti i sensi) 7-0 del Portogallo sulla Corea del Nord solo come mero esercizio di stile da parte di Cristiano Ronaldo e compagni sui loro colleghi asiatici.

E’ stata partita vera più o meno fino al 60mo quando infine i portoghesi, complice la mancanza di un portiere e di una difesa decente tra i nordcoreani, hanno incominciato a segnare ogni volta che superavano la metà campo. Prima di questi eventi la Corea del Nord non aveva demeritato, tutt’altro. A metà primo tempo aveva avuto anche una ghiotta occasione per segnare e giocava con la stessa spavalderia mostrata contro il Brasile.

Non tragga quindi in inganno il punteggio del secondo set giocato in Sudafrica, per quasi un’ora la Corea del Nord aveva fatto la sua onesta partita.

Poche ore prima a Pyongyang la conduttrice della televisione di stato nordcoreana, con voce solenne e come se le avessero appena saccheggiato la casa, aveva annunciato così la notizia sportiva del secolo al proprio paese: “Adesso trasmetteremo la partita dei campionati mondiali di calcio Corea del Nord – Portogallo”. Tutto vero, per la prima volta nella storia di questo Stato è stata trasmessa una partita dei mondiali. Il tam tam generato dall’ottima prestazione contro i pentacampeoni del Brasile doveva aver ringalluzzito l’elite del Caro Leader che aveva così deciso di trasmettere live la seconda partita del Mondiale speranzosi forse di un altro risultato eccellente dei valenti e socialisti nordcoreani di fronte agli odiati capitalisti occidentali. Addirittura fabbriche chiuse prima (lo riporta sempre il Chosun Ilbo) per permettere ai propri operai di tornare a casa per vedere – finalmente – la partita.

Non sappiamo se dopo questa disfatta a Pyongyang decideranno di trasmettere anche l’ultima partita contro la Costa d’Avorio.

E adesso analizziamo i fatti: l’odiata capitalista Corea del Sud passa al turno successivo, la Corea del Nord invece viene umiliata sul campo da – orrore!- una nazione occidentale e deve dire addio ai mondiali. Queste notizie saranno state riportate sui media nordcoreani?

La sempre più affidabile e democratica KCNA, agenzia di stampa ufficiale nordcoreana, non concede nulla nelle notizie del 21 e 22 Giugno: nemmeno una singola riga di commenti sulla partita e sui Mondiali in generale. Abbondano invece gli articoli lunghi e noiosi sul socialismo e la propaganda politica.

Il Choson Sinbo (da non confondere con il sudcoreano Chosun Ilbo menzionato prima), quotidiano online nordcoreano, non aggiorna la propria pagina inglese dal 2005 mentre in quella coreana c’è solo un articolo su un fan che incontra Jong Tae-se e un resoconto della partita, senza riportare il risultato ufficiale e nomi dei marcatori.

In Cina invece continua la febbre Mundial: non avendo la propria nazionale in Sudafrica, i media e i cinesi in generale propendono come tifo per la Corea del Sud, presa ad autentico modello per sviluppare e migliorare la situazione calcistica del paese. Il Titan Sport, uno dei maggiori quotidiani sportivi nazionali, titolava in prima pagina “NigeriASIA”, riferimento al pareggio dei sudcoreani con la Nigeria che ha permesso agli asiatici di passare il turno dando così lustro al calcio asiatico. L’articolo poi fa un interessante prospetto sulle sfide tra nazionali asiatiche e africani ai Mondiali dal 1994 in poi: è in testa l’Asia con 3 vittorie, 3 pareggi e 1 sola sconfitta, “a testimonianza – prosegue l’articolo – dell’ulteriore allungo delle squadre asiatiche su quelle africane”. Forse che il calcio del futuro sarà in Estremo Oriente? Staremo a vedere.

Baidu intanto come di consueto ci aggiorna sui gusti dei cinesi in materia di calcio. Tra gli argomenti troviamo al primo posto “Portogallo–Corea del Nord 7-0”, seguito da “Svizzera, record dei mondiali di imbattibilità”e “Terry–Capello, diverbio”. Ancora una volta assente l’Italia come giocatori, nazionale e argomento.

Resistenza cinese ai mondiali

Le telecamere della regia sudafricana per un attimo ci avevano tratto in inganno. Il quarto uomo  a bordo campo in Spagna-Honduras sembrava tanto Mu Yuxin e il nostro cuore per un attimo aveva accelerato i battiti. Un’occhiata più attenta poi ci aveva rivelato l’amara verità: si trattava “solo”del normale e banale arbitro Gek Pheng, da Singapore.

Mu Yuxin comunque ogni tanto rilascia interviste ai quotidiani nazionali; in una di queste (riportata su chinadaily.com.cn) rispondendo ad una domanda molto cinese e cioè: ”Quanti soldi sta guadagnando ai Mondiali?”, ha risposto con un “Non a sufficienza per comprarmi un appartamento di 100mq a Tianjin (sua città natale, ndr)”.

Sull’altro fronte, panchina a vita per il maledetto sudcoreano Ahn e l’honduregno Sabillon, giocatori della Serie A cinese, ancora fermi a zero presenze in questo Mondiale.

[Foto da digitaljournal.com]