Cina – La politica dei due figli

In by Simone

Alcune indiscrezioni parlano della possibilità di avere due figli per tutte le coppie entro la fine dell’anno. Si vuole disinnescare quella che ormai gli esperti chiamano “una bomba demografica a orologeria”. Una legge che ha costretto milioni di cinesi a confrontarsi con aborti forzati, femminicidi in culla e figli illegittimi, ma che sicuramente ha permesso alla Cina la crescita economica che l’ha portata ad essere oggi la seconda economia del mondo.
Il rilassamento della politica del figlio unico non ha dato gli effetti sperati. Secondo alcuni media locali un ricercatore della Commissione per la sanità e per la pianificazione famigliare avrebbe dichiarato che la legge varata nel 2013 che permette alle coppie di figli unici di avere due figli sia stata solo “uno spreco di tempo”: entro la fine del 2015 questa possibilità verrà estesa a tutti. Il boom demografico sperato non c’è stato.

Se sulla carta si permetteva un secondo figlio a più di 11 milioni di coppie, a fine 2014 erano state presentate solo poco più di un milione di richieste. Oggi si vuole disinnescare quella che ormai gli esperti chiamano “una bomba demografica a orologeria”. Ma andiamo con ordine.

Ai tempi di Mao "l’uomo era il bene più prezioso della nazione", era impensabile ostacolare le nascite. Quello che verrà ricordato come il più grande esperimento di ingegneria umana portato avanti da uno stato, ha una data di inizio. Il 25 settembre 1980, in una lettera aperta, il Comitato centrale del Pcc individuava nella crescita demografica era il principale freno alla crescita economica. D’ora in poi il socialismo scientifico avrebbe seguito il modello matematico proposto dal programmatore elettronico Song Jian, specializzato in missili.

L’ingegnere era stato folgorato dalle simulazioni di Limits to Growth, un saggio che dimostrava inequivocabilmente il disastroso rapporto tra crescita demografica e finitezza di risorse del sistema mondo. Concludeva che la Terra, se avesse mantenuto gli stessi ritmi, avrebbe raggiunto il suo "olocausto ambientale" entro il 2000. Così Song aveva costruito un modello simile da applicare esclusivamente al sistema Cina e lo aveva proposto al Partito.

Sapere aude! Offrire soluzioni scientifiche a problemi sociali era l’utopia del socialismo di Deng. Così quello che in Occidente era solo un esercizio matematico divenne quella legge che ha costretto milioni di cinesi a confrontarsi con aborti forzati, femminicidi in culla e figli illegittimi. Può darsi che le 400 milioni di nascite evitate nell’ultimo trentennio abbiano permesso alla Cina di diventare la seconda economia mondiale, ma oggi, a 35 anni di distanza, è chiaro che quel modello non ha tenuto conto di troppe variabili.

Un recente rapporto dell’Onu mette in guardia contro l’invecchiamento della popolazione: nel 2050 la Repubblica popolare dovrà nutrire quasi 440 milioni di ultrasessantenni. Nel frattempo la popolazione in età da lavoro, quella tra i 15 e i 59 anni, diminuisce dal 2012. Solo quest’anno i lavoratori sono 3,7 milioni in meno. Oltretutto, a causa della preferenza verso l’erede maschio tipica della cultura contadina, la popolazione maschile ha già superato quella femminile di 33 milioni.

Aumentano le coppie dichiaratamente gay e quelle che scelgono di non sposarsi o non avere figli per mancanza di sicurezza economica. E il momento non è tra i più felici visto il rallentamento economico e la crescente disoccupazione. Un’altra legge non basterà a restituire alla Cina tutti i suoi figli non nati, ma può aiutare.

[Scritto per il Fatto quotidiano; foto credits: www.telegraph.co.uk]