La giunta militare della Guinea ha annunciato un accordo con la Cina circa l’utilizzo delle risorse minerarie del paese. Lo ha annunciato ieri alla stampa, nonostante le molte proteste che infuriano nel paese. Una ditta cinese investirà circa 7 miliardi di dollari in infrastrutture, in cambio si realizzerà la partnership strategica con la Guinea per quanto riguarda progetti di estrazione mineraria.
In Guinea sono attualmente in corsi molti scioperi per ricordare decine di manifestanti uccisi dai soldati durante un raduno di due settimane fa. Una sparatoria profondamente condannata dai leader internazionali e dai gruppi di opposizione all’interno di Guinea. Non solo, perché il ministro dell’agricoltura Abdourahmane Sano si è dimesso lunedì, sostenendo di non poter più essere solidale con il governo. Da più parti sono giunti inviti a dimettersi nei confronti di Moussa Dadis, leader della giunta autoritaria.
Gli accordi con la Guinea arrivano in un momento strategico importante per la Cina, dopo avere ricevuto due no da Libia e Angola circa lo sfruttamento delle risorse africane: c’è da chiedersi semmai quanto peserà questo accordo, fatto con un paese in cui la legittimità del governo è fortemente in dubbio.
C’è da stare certi, che la Cina non farà questioni politiche: la Guinea ha le maggiori riserve mondiali di alluminio e bauxite.