La Cina ha stravolto le aspettative dell’Occidente quando è riuscita ad assoggettare internet, rete libera e senza confini per antonomasia, al dominio statale. Inizialmente implementato da Pechino come un’infrastruttura tecnica al servizio della crescita economica, quello che si è venuto a creare negli ultimi trent’anni è un vero e proprio internet “con caratteristiche cinesi”. Un esempio tra i più singolari nella società cinese della tensione dinamica tra il sovranismo del partito, che controlla e supervisiona le meccaniche dell’ecosistema digitale entro i suoi confini, e il proliferare di innovazione e creatività nello spazio virtuale. Ma per le ambizioni di Pechino questo era solo l’inizio. Nella visione futura del Partito, l’internet della Repubblica Popolare Cinese è un apparato d’avanguardia senza precedenti, capace di sostenere la società digitale del domani e di presentarsi al mondo come un modello da riprodurre, fiero della sua diversità.
Un Internet del tutto, o Internet of Everything (Ioe), quello alla base delle innovazioni della quarta rivoluzione industriale, che creerà una fusione tra mondo fisico e reale. Pechino si figura un futuro non troppo lontano dove intelligenza artificiale, realtà aumentata, veicoli automatizzati e ologrammi sono all’ordine del giorno. Un ambiente che segue il principio del sovranismo digitale, dove sia i confini fisici che virtuali della Rpc sono gestiti da un’unica entità: il Partito Comunista. Con questo obiettivo la Cina profila quanto di più lontano c’è dal determinismo tecnologico: non è l’innovazione digitale a cambiare la società. Al contrario, è il Partito (e solo il Partito) che indica in che modo sfruttare i nuovi mezzi tecnologici per modellare la Cina del futuro. Ed è un successo da realizzare sotto gli occhi di tutti. In tempi ben precisi. È l’internet del 2035: sovrano, innovatore, centralizzato.
Che il mondo guardi a Oriente. Questa l’ambizione del Partito. E che la Cina del 2035 diventi una società a cui la comunità internazionale farà riferimento per l’innovazione digitale. Il messaggio è chiaro: se finora la Cina ha seguito, adesso è il momento di guidare. Seguire le regole del mercato internazionale a cui ha dovuto conformarsi e che ha sfruttato per arricchirsi. Guidare la quarta rivoluzione tecnologica che sarà alla base della società del futuro. Pechino è pronta per dettare le regole del gioco.
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Giornalista praticante, laureata in Chinese Studies alla Leiden University. Scrive per il FattoQuotidiano.it, Fanpage e Il Manifesto. Si occupa di nazionalismo popolare e cyber governance si interessa anche di cinema e identità culturale. Nel 2017 è stata assistente alla ricerca per il progetto “Chinamen: un secolo di cinesi a Milano”. Dopo aver trascorso gli ultimi tre anni tra Repubblica Popolare Cinese e Paesi Bassi, ora scrive di Cina e cura per China Files la rubrica “Weibo Leaks: storie dal web cinese”.