C’è una cosa che hanno in comune italiani e cinesi: entrambi si vantano di aver inventato la pasta. Da una parte si sostiene che siano stati i cinesi gli inventori, e la leggenda vuole che sia stato Marco Polo a riportare gli spaghetti in Italia dalla Cina; l’altra parte invece nega con forza questa tesi e colloca l’origine della pasta nelle civiltà antiche del Mediterraneo. Poco importa chi abbia ragione, è probabile che entrambi questi due popoli abbiano avuto la stessa idea geniale. A essere interessante è come questo alimento sia diventato parte integrante della cultura dei popoli toccati dalla Via della Seta, e ancora oggi sia parte dell’immaginario collettivo di quotidianità, con differenze sì, ma con ancora più somiglianze.
Nella straordinaria varietà della pasta cinese – sì, perché pasta in Cina vuol dire ben più che spaghetti di soia e ravioli – capita non di rado di ritrovare immagini e gesti che profumano di casa nostra. E la nonna, impegnata a impastare durante le festività, assume un ruolo nuovo, un’ambasciatrice di pace, un ponte tra le culture. Un viaggio di pasta in pasta, di nonna in nonna, di casa in casa, tra la Cina e l’Italia, può riservare numerose sorprese.
Si potrebbe partire dai ravioli (饺子jiaozi), forse il più celebre piatto cinese. Di varie forme e ripieni, vengono chiusi a mano con grande abilità dalle ayi (signore, “zie”) di tutta la Cina, e sono apprezzati soprattutto nel nord. È un pasto che sa di casa, visto che è tradizione riunirsi in famiglia durante le feste e farli tutti assieme, soprattutto in occasione del capodanno cinese o del solstizio d’inverno. Il pensiero va ai nostri ravioli, un grande piatto della domenica, ripieni di carne, o ricotta, poi ricoperti di salsa al pomodoro: irresistibili.
Poi ci sono gli spaghetti, amatissimi da entrambi i popoli. I cinesi adorano i noodles sin dai tempi della dinastia Song (960–1279), quando le strade delle città si riempirono di “spaghetterie”. Ne esistono un’infinità di tipi, ogni piccola città ha i suoi spaghetti tipici, e non puoi andar via senza provarli! Tra i più famosi ci sono sicuramente i 拉面 lamian di Lanzhou, capitale del Gansu, regione a forte componente musulmana. La ricetta originale prevede che siano “tirati” (拉 la) a mano e gustati in brodo, solitamente di manzo, con un succulento pezzo di carne stufata sopra. Anche in Italia siamo ossessionati dagli spaghetti, che siano aglio e olio o alla carbonara, ma non mancano anche le varianti tra le paste all’uovo fatte in casa, come ad esempio la pasta alla chitarra abruzzese, che prende il nome dal tipico strumento utilizzato per farla.
Tra le specialità delle nonne non si possono non citare anche gli gnocchi di patate, un tesoro che mette d’accordo tutta l’Italia. E in Cina? Ci sono quelli che vengono chiamati “gnocchi cinesi”, i 年糕 niangao, tipici di Ningbo ma facili da trovare anche in Corea del Sud. A base di riso glutinoso, vengono ammassati in strisce e poi tagliati a coltello, e dopo la cottura al vapore vengono saltati con condimenti saporiti come cipollotto, funghi e granchio.
Se vogliamo tirare in ballo la mia di nonna, non posso non pensare ai cavatelli, pigiati dalle sue dita rugose uno ad uno, e ai cannelloni. Avreste detto che anche in Cina li fanno? Nello Shanxi le ayi preparano da secoli le 猫耳朵 maoerduo, letteramente “orecchie di gatto”, il cui nome richiama le orecchiette, la tipica pasta preparata da quelle signore di Bari vecchia ormai famosissime su internet. Il condimento tipico è a base di uovo, funghi, sedano, carota, peperoni e macinato di maiale. Sempre nello Shanxi troviamo gli 莜面 youmian, sfoglia arrotolata intorno al dito e poi posta a nido d’ape su una vaporiera. Questi “cannelloni cinesi” al vapore vengono poi consumati con patate, peperone, e carote stufate, un vero piatto povero della tradizione dello Shanxi.
Come si potrebbe non menzionare le tagliatelle? Sono così chiamate perché vengono appunto tagliate con il coltello, parenti anche dei tagliolini, o dei maltagliati. Spostandoci all’altro capo della Via della Seta troviamo i 刀削面 daoxiaomian, letteralmente “spaghetti affettati al coltello”, ancora una volta dello Shanxi. Tra gli spaghetti più amati in Cina, si mangiano accompagnati da uno stufato di maiale.
I cinesi ci appaiono spesso strani, quasi alieni. Ma siamo in fondo così diversi? Un buon piatto di pasta ci mette d’accordo tutti.
Di Livio Di Salvatore
*Livio Di Salvatore, abruzzese, classe ’93, laureato in Lingue, economie e istituzioni dell’Asia e dell’Africa Mediterranea presso l’Università Ca’Foscari di Venezia, ha poi frequentato un master in Food&Wine Management alla 24 Ore Business School. Attualmente si occupa di export verso la Cina nel settore vinicolo, e nel tempo libero alterna musica e birrini.