China goes to Hollywood: le ombre del gruppo Dalian Wanda

In by Gabriele Battaglia

Il conglomerato guidato dall’uomo più ricco della Repubblica popolare, Wang Jianlin, si è comprato la Legendary Entertainment, casa di produzione statunitense specializzata in film d’azione e supereroi. Dalian Wanda, ora con un piede dentro Hollywood, deve ancora rispondere delle accuse di affari poco limipidi tra mr. Wang e i potenti del Partito di Pechino mosse dal New York Times.In una conferenza stampa congiunta tenutasi a Pechino la mattina del 12 gennaio, il conglomerato cinese Dalian Wanda e la casa di produzione cinematografica statunitense Legendary Entertainment hanno annunciato la finalizzazione di un affare da 3,5 miliardi di dollari – molto chiacchierato nei giorni precedenti – che formalizza l’entrata spettacolare del gruppo cinese nell’industria dell’intrattenimento di Hollywood.

Dalian Wanda diventerà azionista di maggioranza degli studi che hanno prodotto, tra gli altri, la triologia di Batman – «The Dark Knight», Jurassic World e il replug di Superman – «Man of Steel»; un’operazione descritta da Dalian Wanda come «la più grande acquisizione culturale oltreconfine ad oggi» da parte di un gruppo cinese.

Dalian Wanda – gruppo che in Cina controlla migliaia di sale cinematografiche, protagonista nel mercato immobiliare mondiale e azionista del club spagnolo Atletico Madrid – col controllo di Legendary Entertainment consolida la propria influenza nell’industria dell’intrattenimento statunitense, nella quale già agiva attraverso il controllo di AMC, altra casa di produzione cinematografica con propagazioni nella gestione di cinema in tutti gli Stati Uniti (producono e trasmettono via satellite, tra gli altri, la serie tv «The Walking Dead»).

Dal colosso cinese sono subito arrivate le dichiarazioni d’intenti di rito: la speranza di «aumentare le opportunità di mercato» facilitando l’entrata in Cina di grosse produzioni statunitensi, come ad esempio la prossima pellicola – già in produzione – che vedrà Dalian Wanda e Legendary Entertainment in joint venture. Secondo Bbc, si tratterà di un kolossal sulla Grande Muraglia diretto dal celebre regista cinese Zhang Yimou («Lanterne Rosse») col ruolo di protagonista affidato a Matt Damon. «The Great Wall» dovrebbe uscire nelle sale entro la fine dell’anno.

Il gruppo Dalian Wanda, caratterizzato da una crescita esponenziale in meno di 30 anni inserendosi nel boom del «real estate» della Repubblica popolare, è stato fondato da Wang Jianlin: ex soldato dell’Esercito popolare di liberazione e membro del Partito comunista cinese, a capo del Dalian Wanda dal 1989. Incidentalmente, le fortune della compagnia al di qua della Grande Muraglia sono coincise con quelle personali di mister Wang: con un patrimonio personale stimato a fine 2015 a 32,7 miliardi di dollari (dati Forbes), Wang Jianlin è oggi l’uomo più ricco di Cina.

Un’ascesa che, secondo il New York Times, si sarebbe concretizzata grazie agli ottimi rapporti che intercorrevano – e intercorrono – tra Wang Jianlin e i pezzi grossi dell’establishment politico cinese. O meglio, con le famiglie di.

Dopo un anno di ricerche, lo scorso aprile il New York Times ha pubblicato una corposa inchiesta firmata da Michael Forsythe nella quale, dati alla mano, si svela un intreccio di investimenti incrociati che legano Dalian Wanda a una serie di holding controllate da parenti degli uomini più potenti della Repubblica popolare. Nello scoop firmato da Forsythe – che per una simile inchiesta sugli affari della famiglia dell’ex premier Wen Jiabao si era visto sospeso dal ruolo di corrispondente in Cina per Bloomberg nel 2013 – sono saltati fuori i nomi di Hu Haifeng (figlio dell’ex presidente cinese Hu Jintao), Winston Wen (figlio di Wen Jiabao), Wen Ruchun (figlia di Wen Jiabao), Qi Qiaoqiao (sorellastra del presidente cinese Xi Jinping): tutti «figli di» seduti nei consigli d’amministrazione di holding poi acquistate da Dalian Wanda che, negli ultimi anni, hanno visto moltiplicarsi i propri investimenti iniziali fino al 1000 per cento. Tutto merito del «miracolo» di Dalian Wanda.

Le accuse di commistione sospetta tra fortune di mercato – Dalian Wanda, tecnicamente, non è una partecipata statale – e fortune personali dei potenti del Partito si sono infrante contro il muro di gomma del conglomerato, che si è rifiutato di rispondere nel dettaglio alle documentazioni fornite dal New York Times.

[Scritto per il Fatto quotidiano online; foto credit: chinabusinessnews.com]