Il «misterioso Oriente» è una creazione dell’Occidente, abituato a dipingerlo con i propri canoni interpretativi e, ancora peggio, abituato a resoconti che confermino la propria «immagine» dell’Asia. Il «misterioso Oriente» è frutto della nostra immaginazione: come tale non esiste.
China Files ha iniziato la sua produzione di contenuti sulla Cina nel 2008, a fronte di quella che appariva una evidente contraddizione a chi – all’epoca – viveva lì. Il paese per lo più, nella quasi totalità dei media mainstream – era ancora descritto come abitato dalle «formiche blu» di epoca maoista. Ma questa narrazione non poteva nascondere granché il proverbio cinese che recita, «Zappo il campo, ho da mangiare, scavo il pozzo, ho da bere, che mi importa dell’imperatore?».
I cambiamenti di cui sembrava essere protagonista la Cina, si scontravano con la nostra immagine stereotipata del paese, andavano a pescare in quel breve periodo – in confronto alla millenaria storia cinese – che è stato il maoismo (i «nipoti di Mao», «le nuove guardie rosse», «i comunisti capitalisti» e altri stereotipi erano sempre grandi protagonisti), su cui veniva innervata la consueta dose di luoghi comuni, orientalismi e letture occidentali, cercando costantemente di appiccicare concetti occidentali allo sviluppo cinese.
Nel 2008 China Files cominciò la sua produzione di contenuti perché si cominciasse a scrivere e discutere della Cina senza pregiudizi, trattando il paese alla stregua di altri, riconoscendone le sue specificità. Significava scrivere, ma soprattutto viverci, mischiarsi, immergersi in quella Cina. Analogamente si voleva che anche questo modo di raccontare la Cina fosse in grado di confrontarsi con altri: per questo CF di cominciare a inserirci in quelle narrazioni stereotipate, proponendone altre.
La «guida» editoriale di CF è rimasta la stessa, ancora oggi: raccontare la Cina nel modo più semplice possibile, senza sminuire la complessità del paese e mantenendo intatto il rigore e la precisione riguardo cultura e storia cinese. La stessa «guida» è stata utilizzata via via anche per altri paesi asiatici.
Dieci anni dopo la Cina delle Olimpiadi, il racconto del paese ha infatti ha macinato tonnellate di carte e di bytes ed è oggi attraversata da interpretazioni che – per fortuna – sono sempre più scevre da luoghi comuni. Ma questa nuova Cina ha finito per affascinare tanti e dalla descrizione di un paese preda di terribili leader autoritari, senza diritti, disumano e ultra capitalista, la Cina è cominciata a diventare qualcosa cui guardare con più attenzione: sono loro che hanno i soldi, sono loro che potranno gestire un potere globale immenso, sono loro che hanno un sistema che tutto sommato funziona: meritocrazia, lungimiranza, sono bravissimi questi cinesi!
Dieci anni dopo dunque è ancora necessario immergersi nel racconto del cambiamento della Cina e farlo con una lente specifica sul paese, come China Files faceva nel 2008: le recenti trasformazioni e il recente «appeal» mediatico della Cina sono ancora tutte da esplorare e sul piatto della bilancia della Cina di oggi vanno messe anche tutte le contraddizioni dell’enigmatico «modello cinese».
Allo stesso tempo non solo la Cina, ma tutta l’Asia è diventata il continente centrale in questa fase storica; il mondo multilaterale vede nei paesi asiatici uno dei luoghi centrali della ridefinizione degli equilibri mondiali, basti pensare alla questione coreana, al recente accordo Ue-Giappone, alle dispute del mar cinese meridionale che finiscono per avere ripercussioni non solo regionali. Per questo c’è ancora tanto da studiare e da scrivere. Ed è quello che China Files intende fare con la stessa serietà e passione di sempre.