Il Dragone vuole ora il primato dell’idrogeno. Punto di partenza la capitale. La città di Pechino mira infatti ad avere su strada oltre 10.000 veicoli a celle a combustibile e costruire 74 stazioni di rifornimento di idrogeno entro il 2025. L’ambizioso annuncio rientra in un più vasto programma di sviluppo di una viabilità a bassa emissione di carbonio, tutto finalizzato ad accelerare l’obiettivo di una nazione carbon-free entro il 2060. Che il Dragone stia guidando l’espansione globale delle energie rinnovabili come l’energia solare ed eolica e negli ultimi anni è un dato di fatto, ma l’obiettivo idrogeno non è una novità. Già nel 2019 le autorità avevano dato il via libera ad una serie di progetti, poi accantonati momentaneamente dalla crisi pandemica ed ora ritornati sul tavolo con assoluta priorità.
CORSA AI SUSSIDI – Molte province e città si stanno affrettando a tracciare piani per l’idrogeno e chiedono sussidi statali per stimolare il settore. Secondo il “programma per lo sviluppo del trasporto ad idrogeno 2021-2025”, Pechino prevede che il suo utilizzo di idrogeno per il trasporto stradale e la produzione di energia raggiungerà le 50 tonnellate al giorno entro il 2023 e le 135 tonnellate entro il 2025. Parte della nuova flotta di veicoli a idrogeno sarà schierata in occasione dei Giochi olimpici invernali del 2022 che si svolgeranno proprio Pechino, e dintorni, un test importante che se vincente, verrà ampliato anche a Tianjin e nel vicino Hebei. Il trasporto pesante è il principale indiziato, specialmente camion ed autobus.
Tra il 2021 e il 2025, si prevede che circa 4.400 camion passeranno alle celle a combustibile, convertendo 145.000 tonnellate di consumo di diesel all’anno, afferma un recente rapporto statale. Alla fine del 2020, la Cina aveva meno di 10.000 camion e autobus alimentati a idrogeno, con un consumo annuo di carburante pari a 3.000 tonnellate, il secondo al mondo dopo gli Stati Uniti. Beiqi Foton Motor, uno dei principali produttori di veicoli commerciali con sede a Pechino, ha dichiarato lo scorso settembre di voler vendere 4.000 veicoli a idrogeno entro il 2023 e 15.000 veicoli entro il 2025. Pechino acquisterà parte della produzione di idrogeno da Yanshan Petrochemical Corp, di proprietà della raffineria statale Sinopec Corp, che vuole diventare il primo operatore cinese di idrogeno.
REFIRE, UN’ECCELLENZA TUTTA CINESE – A far festa gli investitori, tra i quali spiccano anche alcune eccellenze private come Refire, azienda nata nel 2015 e specializzata prettamente nella produzione di celle a combustibile per macchine ad idrogeno. Il suo sistema Prisma12 è considerato tra i migliori al mondo, tanto che ora l’azienda si è aggiudicata anche il favore del governo per operare insieme alle principali case automobilistiche. “E’ arrivata finalmente l’età dell’oro dell’iddrogeno”, ha dichiarato Robert Lin, Ceo di Refire.
I piani sono ambiziosi, ma rimangono le incognite. Se fosse stato così semplice investire nella tecnologia ad idrogeno questa sarebbero già su strada, ma diverse questioni ne hanno sempre frenato la crescita. In primo luogo le cellule a combustibile delle macchine ad idrogeno sono decisamente più costose rispetto al corrispettivo delle macchine elettriche. In secondo luogo, le celle stesse potrebbero sì creare una combustione pulita, ma l’idrogeno è spesso generato da combustibili fossili, incluso il carbone. Un punto che tuttavia molti esperti ribattono dicendo che anche la produzione delle batterie delle macchine elettriche non sia decisamente eco-friendly. Terzo, l’infrastruttura per il rifornimento ad idrogeno, dalle condutture alle stazioni di rifornimento, è decisamente costosa.
In Cina, il costo di una stazione a idrogeno è di circa 1,5 milioni di dollari, un investimento difficile da fare, soprattutto quando nel Paese operano attualmente circa 5.000 veicoli a celle a combustibile. Nonostante le perplessità, Pechino tira dritto ugualmente. “Siamo consci delle problematiche, motivo per il quale inizialmente lo sviluppo di una mobilità ad idrogeno sarà prettamente finanziata dallo stato e riguarderà in un primo momento il trasporto pubblico”, ha affermato Guo Jifu, vice direttore del dipartimento urbanistica e trasporti di Pechino.
Di Stefano Venza*
*Giornalista freelance con background in lingua e cultura cinese. Nuotatore professionista, nel tempo libero segue da vicino le vicende hi-tech del Dragone, viaggiando sempre a cavallo tra Oriente ed Occidente.