Pechino continua con il suo piano di rivoluzione hi-tech del paese. Le schermaglie commerciali con Washington non sembrano aver rallentato l’avanzamento del programma China 2025, tanto che la Cina sogna di creare ciò che gli esperti chiamano “wholly networked society”, una società totalmente interconnessa.
Il traguardo è ancora lontano, ma i successi raggiunti sono ben visibili oggi. La Cina punta al primato tecnologico mondiale senza giri di parole e molti dei trend business legati all’hi-tech che spopolano in occidente, sono stati ideati e sviluppati proprio nel Dragone, non più fabbrica del mondo, bensì competitor e avanguardia tecnologica.
Dove punterà in futuro l’industria cinese? Gli analisti ritengono che tre saranno i settori da monitorare cui Pechino investirà nella competizione internazionale. 5G, blockchain e guida autonoma saranno proprio quelle tecnologiche che avranno sicuramente un impatto sulla vita quotidiana delle persone sia in Cina che su scala globale nei prossimi due o tre anni.
1. Come la tecnologia 5G cambierà il nostro approccio alla rete?
Dalle smart cities ai veicoli a guida autonoma, dalla digital health ai smart store di Alibaba o JD, tutto sarà presto connesso con la rete 5G. Questa tecnologia sta già cambiando il mondo in cui lavoriamo, viviamo e interagiamo con persone, città e macchine connettendo oggetti, che non si pensava fossero collegati fino ad oggi, facendoli rispondere alle azioni umane grazie a velocità più elevate e maggiore capacità di raccolta, ed immagazzinamento dati.
Pertanto, non è solo una questione di navigazione veloce in Internet, ma il 5G soddisferà piuttosto uno scenario di utilizzo nuovo e più complesso. Ma soprattutto, il 5G costruirà un ambiente completamente diverso fatto di veicoli guidati automatizzati, infrastrutture stradali digitalizzate, case intelligenti in città intelligenti, IoT e di tutte quelle nuove tecnologie possibili solo attraverso una copertura ad alta banda costante. Non è quindi un caso che proprio la corsa cinese al 5G sia una delle principali cause delle bordate commerciali di Trump.
Ad oggi, città come Pechino, Shanghai, Chongqing, Xian e molte delle principali top tier del paese hanno una copertura 5G sostenuto proprio dai tre principali operatori mobili cinesi: China Mobile, China Telecom e China Unicom. Il governo ha fatto sapere che gli investimenti continueranno a crescere nei prossimi anni a tal punto che le spese del Dragone nell’implementazione del 5G dovrebbero raggiungere i 223 miliardi di dollari tra il 2019 e il 2025. Si prevede che il 50% della rete attuale mondiale 5G sia basata proprio in Cina.
2. Blockchain: La sfida della protezione del flusso di dati
Sin dalla sua comparsa, la blockchain ha attirato su di se la curiosità di tutti. In molti propendono ha definire la blockchain come la declinazione digitale di un nuovo concetto di Trust, di fiducia. Insieme alla rapida digitalizzazione di vari settori, la tecnologia blockchain accelererà la ristrutturazione e l’ottimizzazione del flusso di dati attendibili tra i diversi attori per aumentare l’efficienza del flusso di lavoro e di coordinamento.
Nel prossimo futuro, saranno sempre più presenti applicazioni blockchain nella nostra vita quotidiana, come le cross-border remittances, il supply-chain financing o le fatture elettroniche. Man mano che il valore del “concatenamento” sarà più capillare, l’architettura a più livelli e il protocollo cross-chain diventeranno il fulcro della tecnologia per scalare l’infrastruttura blockchain.
Nel 2017, la Cina ha richiesto 225 brevetti blockchain, un numero due volte e mezzo maggiore rispetto ai 91 brevetti richiesti negli States lo stesso anno. Nonostante la blockchain abbia “invaso” ogni settore in Cina, il percorso di regolamentazione di questa nuova tecnologia è stato pieno di alti e bassi.
Sin dai primi passi di questa nuova tecnologia in Cina, il governo ha mantenuto una stretta presa su questo settore nascente. Tuttavia, negli ultimi tempi, Pechino sembra aver allentato di molto la morsa, anche rispondendo agli appelli di esperti e tecnici del settore, pur cercando una sorta di regolamentazione ufficiale della blockchain.
Al fine di assicurare trasparenza nell’utilizzo di questa tecnologia, la Cina ha sottoscritto una “security alliance” durante il primo vertice Changsha, capoluogo dello Hunan. L’amministrazione cittadina, non solo ha firmato con le autorità di regolamentazione del web cinese, accordi per portare avanti esperimenti sulla blockchain. Tra i progetti più importanti a livello globale riguardate questa tecnologia vi è la “Wanxiang Innova City”, un’avveniristica smart city dovrebbe essere completata entro il 2025 e lo farà essere una delle più grandi città blockchain intelligenti in Cina.
L’idea è quella di utilizzare la tecnologia blockchain per tracciare, trasferire e proteggere i dati sensibili raccolti dalle carte di identità, dalle apparecchiature intelligenti e da altri dispositivi dei residenti. Uno dei casi d’uso della soluzione blockchain è anche il monitoraggio del comportamento di guida e l’uso di dati per sviluppare sistemi di guida autonomi.
Oggi, il Regno di Mezzo rappresenta il 25% dei nuovi progetti blockchain in tutto il mondo con 263 progetti totalmente “Made in Cina”. Le 615 società blockchain nel paese includono giganti cinesi di Internet come Baidu, Alibaba e Tencent, che ora hanno avviato i propri progetti blockchain.
3. Guida autonoma: La rivoluzione della mobilità passa su strada
Una ricerca pubblicata da McKinsey mostra che nei prossimi anni la Cina sarà il mercato principale per l’industria automobilistica autonoma, in particolare nel settore dei servizi di trasporto, che dovrebbe rappresentare il 55% dell’intero mercato nel 2040. Secondo la ricerca, nel Regno di Mezzo la diffusione dei veicoli a guida autonoma potrebbe iniziare gradualmente nel 2023, raggiungendo il pieno sviluppo nel 2032, con una forte penetrazione nell’intero mercato e un profitto di oltre $ 60 miliardi.
Per garantire il pieno sviluppo e l’ampia penetrazione di questa tecnologia, Pechino ha già adottato misure per facilitare gli investimenti nel settore, creando al contempo aree di prova per veicoli autonomi come Jiading a Shanghai e Xiong’an. Tuttavia già a Tianjin, Chongqing o Shanghai è possibile vedere all’opera dei primi mezzi a guida autonoma.
Nel gioco per la diffusione della produzione su larga scala di veicoli di questo settore, in Cina si stanno formando nuove partnership commerciali che raccoglie anche i big-tech del Dragone. Se Baidu guida la corsa, anche giganti come Alibaba e Tencent hanno deciso di investire nel settore. Cercando alleanze proprio in Giappone e permettendo il dialogo tra le due sponde.
Nel 2017, Pechino è stata la prima città in Cina a consentire test di auto-guida su strade pubbliche. Mentre la piattaforma di ride sharing Didi ha siglato 12 partnership con molte case automobilistiche al fine di costruire un’intera flotta di “taxi robot” per servizi di guida senza conducente. Recentemente la cinese Chang’an Automobile è andata persino oltre. In una dimostrazione pubblica, la casa ha mostrato 55 auto a guida automatica che si muovevano in contemporanea, stabilendo così un record mondiale. Baidu è a tutti gli effetti l’apripista del settore in Cina.
Nel 2017, l’azienda di Robin Li ha lanciato una piattaforma chiamata Apollo per coordinare gli sforzi nello sviluppo della guida autonoma, a cui sono state concesse oltre 50 licenze per la sperimentazione di veicoli stradali in città come Pechino, Tianjin, Chongqing, Changsha e Baoding. Il programma in questione ha oltre 80 partner, tra cui i leader di settore come Bosch e Microsoft.
Gli autobus a guida automatica sono stati sviluppati congiuntamente da Baidu e dalla King Long United Automotive Industry. Questi modelli con un alto grado di automazione e senza un volante saranno messi in servizio non solo nella capitale, ma anche a Xiong’an, Shenzhen e persino Tokyo. Il governo cittadino della capitale nipponica ha reso noto l’acquisto di una prima flotta, seppur ridotta.
Oramai Baidu ha superato Google in termini di risultati raggiunti sulla guida autonoma. Lo stesso Dmitri Dolgov, uno dei principali artefici della discesa in campo del colosso americano nel settore del self driving, ha ammesso che la competitività di Google è in declino di fronte alle imprese cinesi.
[Qui per leggere l’articolo originale]Di Cifnews
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