La livestreaming e-commerce è oramai entrata nella quotidianità dei cinesi, tanto che persino il governo ha deciso di riconoscere i “livestream saleperson” come una figura professionale
a tutti gli effetti quest’anno. Tuttavia il 3 dicembre scorso è apparsa su Kaola, piattaforma gravitante nell’orbita del gruppo Alibaba interamente dedicata alla compravendita di prodotti cross-border, una sessione “decisamente tranquilla e piena di sottotitoli”, come hanno fatto notare alcuni netizen. A chi chiedeva se ci fossero dei problemi audio, entrambe le host sorridevano dichiarando “nessun problema caro cliente, questa è la prima sessione livestreaming mai fatta per persone non udenti”.
Il risultato è stato ovviamente un successo e l’iniziativa ha raccolto il plauso dell’ intera opinione pubblica nazionale. A presenziare alla sessione c’era Shaoman, una nota “ex” daigou che ha deciso di accettare l’offerta di Alibaba ed iniziare questo progetto. La particolarità di Shaoman? Quella di essere anche lei sordomuta, come da lei ribadito in una recente intervista. L’impresa non è stata facile, dal momento che il cinese, per la sua struttura linguistica unica e particolare, non è un idioma cui è semplice affiancare un linguaggio dei segni. Esiste sì una lingua cinese dei segni ufficiale (CSL), ma il suo apprendimento è una vera sfida, anche perché deve abbracciare la moltitudine di dialetti che sono parlati sul territorio nazionale. Ed anche nel caso della sessione livestreaming di Shaoman, l’host ha dichiarato che molte delle parole che doveva pubblicizzare non avevano di fatto un corrispettivo nel linguaggio dei segni, a cominciare dalla piattaforma ospite Kaola. “Abbiamo dovuto ingegnarci ed inventare qualcosa, ma sono sempre stata affiancata da un’insegnate del linguaggio dei segni che è stata al mio fianco per tutta la durata della sessione ed il cui supporto è stato fondamentale”, ha dichiarato Shaoman.
Può in questo caso il web e il mondo digitale tout court abbattere le barriere? Sembrerebbe di si. Negli ultimi anni storie di riscatto sociale di persone messe ai margini della società a causa delle loro disabilità si moltiplicano di anno in anno. Ed il web, fungendo da deus ex machina, è il minimo comune denominatore che accomuna tutte queste storie. Emblematico a tale proposito è la storia di Yang Tiancai, un ragazzo affetto da distrofia muscolare che ha creato attraverso Pinduoduo un business milionario. L’e-commerce è stata la scintilla cha ha generato il tutto. Fondatore della piattaforma “Let’s Go Together”, Yang Tiancai non ha mai nascosto di aver sempre evitato il contatto umano a causa della sua disabilità. Bersaglio di bullismo a scuola, nonostante la laurea non trovò mai un lavoro stabile a causa dei forti pregiudizi nei suoi confronti. Spinto anche dal padre che lavorava come agente nel business delle forniture agricole, il giovane Yang Tiancai è stato introdotto al mondo dell’e-commerce ed attraverso i corsi Pinduoduo Academy, il ragazzo è riuscito finalmente a creare un suo proprio marchio sempre gravitante nell’orbita del settore ortofrutticolo. Ad oggi Let’s Go Together ha un fatturato di 14 milioni di dollari annuo e “più che un brand è una associazione che vuole aprire le porte sia a chi è affetto da disabilità che a persone comuni”, ha dichiarato Yang Tiancai.
“Nonostante i passi fatti avanti negli anni, chi è affetto da disabilità in Cina deve ancora subire numerosi pregiudizi, specialmente nel campo dell’educazione”, ha dichiarato Deng Meng, professore della Beijing Normal University ed attivista per i diritti dei disabili. Nonostante la giurisprudenza cinese tuteli la disabilità, non sono rari i casi in cui studenti disabili non vengano accettati da istituti oppure non ammessi ad esaminazioni scolastiche. Ad onor del vero, una volta denunciate, le autorità sono sempre stati celeri a sistemare il tutto, “tuttavia ciò non dovrebbe accadere nella norma”, ha spiegato Deng Meng. E la leadership cosa ne pensa?
Sin dal suo insediamento, Xi Jinping ha da sempre presenziato di persona incontri e giornate nazionale per la disabilità, elargendo strette di mano, sorrisi e discorsi ai partecipanti. Un approccio decisamente più caloroso del predecessore Hu Jintao. Importante un passaggio di un discorso nell’autunno 2019 in cui volle sottolineare che “in famiglia non ci sono disabilità, ma solo abilità”. Il monito di Xi era in larga parte rivolto a quelle famiglie che ancora oggi tengono ad emarginare i loro figli disabili. “Non vi è un senso comune di apertura e tolleranza, al contrario persino chi è affetto da disabilità porta con se un senso di vergogna”, ha più volte ribadito Ji Xun, fondatrice della startup Rare&Roll che vede nel turismo accessibile il suo core business. Se nelle grandi città la situazione si è, quasi, normalizzata; nelle aree rurali del paese ancora molto è il lavoro da fare.
Negli ultimi cinque anni, le molte associazioni hanno hanno oggettivamente registrato un netto miglioramento della situazione generale dei disabili in Cina. In parte questo è stato reso possibile anche alla retorica del “sogno cinese”. Molti analisti ritengono che la leadership cinese creda fermamente in questo progetto e di come questo debba essere alla portata di tutti, disabili compresi. “Una reale società socialista si fonda sul lavoro, deve essere inclusiva e deve comprendere tutti. Anche chi affetto da disabilità deve avere la possibilità di realizzare il suo sogno cinese. Molti datori di lavoro non mi anno accettato a causa della mia condizione, è vero, tuttavia l’opportunità è arrivata dal progresso e dal web”, ha detto Yang Tiancai. Che l’e-commerce sia realmente riuscita a battere le ultime barriere?
Di Stefano Venza*
*Giornalista freelance con background in lingua e cultura cinese. Nuotatore professionista, nel tempo libero segue da vicino le vicende hi-tech del Dragone, viaggiando sempre a cavallo tra Oriente ed Occidente.