Lo scoppio della pandemia non ha solo incrementato un processo di digitalizzazione globale portando anche i più “puristi” ad abbracciare innovativi metodi di business come l’e-commerce, ma ha avuto anche un altro effetto collaterale: l’incredibile crescita delle dating app. Guardando alla Cina, i numeri sono incredibili. Il mercato si stima raggiungerà i circa 300 milioni di dollari nel 2024 e fino ad oggi circa 630 milioni di cinesi hanno usato app per incontri. Oltre un terzo della popolatone. Ma attenzione, come sempre accade quando parliamo di applicazioni nel Dragone, le dating app cinesi non hanno niente a che vedere con le nostrane Tinder o Bumble.
Queste si sono evolute diventando giorno dopo giorno sempre più mainstream, adottando anche funzioni familiari ad altre app come WeChat, Douyin o Weibo. Alcune di loro sono addirittura diventate piattaforme e-commerce o sportelli di consulenza. TanTan e Momo sono indubbiamente le più note e guidano la classifica quando parliamo di utenti, ma da due anni a questa parte il settore si è arricchito di nuove proposte che hanno reso assai interessante questo settore. Più che piattaforme per trovare l’anima gemella, ci troviamo davanti a dei veri social network integrati ed oggi cercheremo di analizzare le quattro principali applicazioni di maggiore crescita negli ultimi anni.
- Soul, l’app globale amata dalla Gen Z
Lanciata per la prima volta nel 2015, ed investita da un pesante scandalo nel marzo 2019 allorquando due impiegati vennero arrestati per aver postato foto pornografiche in una app rivale, l’applicazione si è evoluta a tal punto da non sembrare una dating app. Soul viene percepito dai suoi utenti come un’oasi nel complicato panorama dei social media cinesi. Promuovendo contenuti basati sugli interessi e sullo stile di vita degli utenti e consentendo a quest’ultimi di esprimersi e interagire tra loro in un ambiente in gran parte anonimo, questi “soulers” costruiscono nuove identità e relazioni, senza rivelare informazioni personali.
L’app è internazionale e raccoglie utenti da tutto il mondo, mentre in Cina è popolarissima tra la Generation Z. La compagnia di analisi iReseach ha stimato che 35% della GenZ cinese ha un account sull’app. Il motivo di questo enorme successo tra i giovanissimi è che questi hanno scelto Soul come un portale dove esprimere se stessi. Con un interfaccia assai simile a Weibo, gli utenti postano storie, foto, riflessioni e molto altro, tutti spunti finalizzati ad esprimere il singolo. Rimangono ovviamente quelle funzioni tipiche di una dating app. Gli utenti possono fissare un appuntamento tramite voice dates, video dates, text date e persino location-based dates. L’affinità è consigliate dagli algoritmi in base ai risultati dei diversi test di personalità fatti al momento della sottoscrizione.
- Yidui, il livestreaming per le anime gemelle
Che il livestreaming sia il trend del momento in Cina, lo si capisce da come Yidui lo abbia reso centrale nel suo core business. Ad oggi Yidui è infatti la principale video-base speed matching app del Dragone. Sviluppata nel 2017 sulla falsariga di TamTam, l’app ebbe una tiepida accoglienza. Di lì l’intuizione di stravolgere totalmente la società. Via i messaggi scritti ed i tap, è il momento del livestreaming. Dal 2019 l’ascesa di questa app è stata travolgente. Yidui ha addirittura introdotto dei matchmaker professionali che ospitano nella chat room il livestreaming. Queste figure cercano potenziali abbinamenti per gli utenti ed ospitano loro stessi gli incontri video fra single, tutto finalizzato a facilitare la costruzione di relazioni tra i singoli. Oltre a partecipare a queste sessioni live, gli utenti possono anche scegliere di lasciare commenti ed interagire con gli host. Yidui è diventato oggi un punto di riferimento per oltre 40 milioni di cuori solitari. Secondo i dati, oltre 10 milioni di video appuntamenti, e stime alla mano hanno riportato una crescita esponenziale nel periodo del lockdown.
- Jimu, quando la dating app si fa pop
Lanciata nel 2016 e con “solo” un milione di utenti attivi al giorno, Jimu è forse la più “piccola” applicazione in Cina nel settore delle dating app, ma il suo successo è mainstream in tutto il paese. Il punto di forza di Jimu sta nell’essere a tutti gli effetti un vero social network che ricerca un pubblico fortemente di nicchia: circa l’80% dei suoi utenti sono under 25 che vivono esclusivamente nelle top tier cinesi. Inoltre l’applicazione non solo targettizza gli utenti in base alla loro residenza, ma li suddivide in base ai loro gusti ed hobby in fatto di arte, fashion e musica. In Cina è nota per essere l’applicazione più “pop” del momento che combina lifestyle e ricerca dell’amore. Assai apprezzato il suo interfaccia, che ad oggi ricorda molto quello di Douyin, ma è più dinamico e coinvolgente di qualsiasi altro social network cinese.
- Blued, la gay app per eccellenza
Da app nata quasi per caso a vera potenza commerciale e campione della new internet economy cinese con tanto di quotazione alla borsa di New York. Questa è la storia di Blued, la gay dating app cinese che con circa 50 milioni di iscritti è la più grande del mondo nel suo settore. Lanciata nel 2012 dall’intuizione dell’ex poliziotto Ma Baoli, l’app è stata sin dal principio un fenomeno puramente regionale per poi allargarsi ad altre realtà asiatiche come Taiwan, Thailandia, Indonesia o Vietnam.
Dopo otto anni il gruppo alle spalle dell’app, il BluCity Group, è cresciuto talmente tanto che il suo business è assai eterogeneo, spaziando da funzioni e-commerce a produzioni di serie tv trasmesse sul web. La compagnia lavora anche a stretto contatto con il Center for Disease Control and Prevention (CDC) per test HIV a Pechino e proprio per il suo sforzo in materia di prevenzione, seguitissime sono le sessioni di livestreaming circa un corretto uso dei contraccettivi e del pericolo delle malattie sessualmente trasmessibili, hanno regalato al suo fondatore importanti onorificenze e riconoscimenti statali.
Un discorso a parte meriterebbe su come una app come Blued abbia potuto svilupparsi a tal punto in un paese come la Cina, paese in cui l’omosessualità non è criminalizzata, ma dove comunque vi sono numerose contraddizioni, sia di natura politica che sociali. Sicuramente il libero proliferare di Blued, seguitissimo è il suo account Weibo, lo si deve al fondatore Ma Baoli. In quanto ex poliziotto, e quindi servitore dello stato, Ma si è sempre dichiarato un grande sostenitore del partito comunista. Nei salotti di Pechino la sua ragnatela di contatti ai piani alti della politica che conta è cosa nota ed è proprio la politica ad aver riconosciuto a Ma Baoli la capacità di aver costruito non un canale totalmente depoliticizzato e quindi generalmente accettato, se non addirittura apprezzato. Non solo, l’enorme potenza economica cui l’app è arrivata è diventata il più delle volte uno spot per il partito stesso: il nuovo sogno cinese? Blued ne è la perfetta incarnazione.
Di Stefano Venza*
*Giornalista freelance con background in lingua e cultura cinese. Nuotatore professionista, nel tempo libero segue da vicino le vicende hi-tech del Dragone, viaggiando sempre a cavallo tra Oriente ed Occidente.
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